di Maria Marini
A Milano c’è l’emergenza dei bimbi siriani che dormono in stazione le associazioni umanitarie hanno sollevato il problema i giornalisti le tv i politici sono accorsi alcuni per il solito ritorno mediatico altri impotenti di fronte a tanto scempio. Mi incammino lungo i mezzanini della stazione tutto intorno a me silenzio e oscurità. M. sta al mio fianco percepisce la mia riluttanza nello spiare tanto dolore mi stringe la mano mi incoraggia continuiamo mi ritrovo davanti un quasi unico tappeto di cartoni dove sono sparsi a macchia di Leopardo mucchi di stoffa colorati.
So bene che non lo sono, vengo attirata da uno in particolare rosso corallo, mi inginocchio non voglio disturbare il sonno dei giusti di quel che riconosco essere un bimbo di circa 5 anni (l’età della mia bimba quasi…), accarezzo lievemente quei capelli neri e lucidi come l’ala di un corvo le lunghe ciglia anche esse nere proiettano ombre altrettanto lunghe su un ovale bellissimo e su due gote rosee e lisce come una pesca. Si chiama Hani, è siriano in fuga con i genitori dal suo paese dove molti suoi coetanei hanno trovato la morte vittime inconsapevoli della follia umana …..
Ha attraversato il canale di Sicilia su una di quelle stramaledette carrette del mare ed e’ sbarcato a Lampedusa per accorgersi che nella traversata i suoi genitori sono annegati . Rimasto orfano in una terra straniera con un suo cugino più grande ed altri suoi parenti ha raggiunto in qualche modo Milano e la stazione punto di riferimento dei profughi siriani. Ora è qui attesa di raggiungere altre città europee Londra Berlino Parigi… A lui il destino ha tolto tutto. A lui il destino ha regalato una strada in salita a lui il destino ha negato la felicità ….
Mi rialzo, sono incazzata ed impotente, lascio un pacchetto di generi di prima necessità che insieme ad altri miei colleghi ho pensato di portare là. Lo adagio accanto al suo povero giaciglio, domattina penso lo troverà e lo dividerà con gli altri suoi compagni. Non mi sento più in grado di continuare, voglio uscire, l’aria è diventata irrespirabile …. Mentre lo faccio M. mi fa cenno di voltarmi verso il giaciglio improvvisato e vedo che lui è sveglio e che per tutto il tempo ha fatto finta di dormire affamato di carezze e baci come solo un bimbo può esserlo. Torno indietro e lo abbraccio forte a me. Lo riempio di baci e in inglese gli dico che tornerò a cercarlo il giorno dopo. Lui ritorna al suo letto di fortuna, mi volta le spalle ….ora esco, albeggia.
M mi accompagna alla macchina e mi dice: ” so che racconterai la verità non mi deludere….” Ok gli rispondo, vuoi la verità ? Ma la verità è una sola, purtroppo sono figli di un dio minore.
Ps…il giorno dopo mi sono recata in stazione ma non era più lì. M. mi ha detto che ha trovato momentaneamente ospitalità presso una casa di accoglienza. Mi resta quel bellissimo ricordo dei suoi abbracci e dei suoi baci, di quelle manine paffutelle che mi toccano i capelli…
ciao Hani, in bocca al lupo ne hai bisogno !!!!