di Gian Joseph Morici
I primi a condannare l’eventuale esecuzione di Henning, il volontario britannico sequestrato dagli miliziani dell’ISIS dieci mesi fa mentre prendeva parte ad un convoglio di aiuti umanitari per conto di una Ong musulmana, erano stati più di cento leader musulmani nel Regno Unito, che appellandosi ai miliziani dell’ISIS affinchè lo liberassero, sottolineavano come l’eventuale barbara esecuzione dell’umanitario andasse contro i dettami del Corano e fosse “totalmente proibita e inammissibile secondo la sharia“.
Ieri la moglie di Henning lanciava l’ennesimo appello ai militanti dell’IS chiedendo la liberazione del marito, ricordando come lo stesso sia “un uomo di pace, che ha lasciato la sua famiglia e il suo lavoro per guidare un convoglio fino alla Siria e aiutare i più bisognosi” e come la sua morte non sarebbe di alcun aiuto al Califfato.
Nella stessa giornata di ieri, mentre i media davano spazio alla notizia dell’appello della moglie di Henning, si spargeva la voce dell’avvenuta esecuzione dell’uomo. Un tweet da Raqqa (Siria) ne annunciava l’avvenuta decapitazione alle 7:50 del mattino. Da quel momento sui social network si scatenava un’altra battaglia tra simpatizzanti dello Stato Islamico che approvavano l’esecuzione e altri miliziani che la ritenevano un errore da condannare.

Per tentare di porre fine al dibattito, vista la non convergenza di idee e il rischio di profonde spaccature all’interno delle forze dell’ISIS, nella tarda serata di ieri venivano pubblicati messaggi stando ai quali Henning non era stato ucciso.
La notizia di un’avvenuta esecuzione, a prescindere dal tweet che indicava in Henning la vittima, trovava comunque riscontro in una testimonianza riportata dalla pagina Facebook di “Raqqa is Being Slaughtered Silently”, stando alla quale ieri era stato visto “un prigioniero in uniforme arancione uguale a quelle che indossavano i reporter britannici e statunitensi sulla collina di fronte alla Private Union University dove avevano già decapitato James Foley, con un uomo armato di coltello” che sarebbe poi stato decapitato. L’orario coincideva esattamente con quello indicato della presunta esecuzione di Henning.
Cosa è accaduto ieri a Raqqa? Visto che un’esecuzione è stata confermata da più fonti, chi sarebbe l’ostaggio ucciso da quello che sembra essere il boia dei due giornalisti americani e dell’altro umanitario inglese ucciso qualche giorno fa? Come mai l’IS non mostra il video di questa nuova esecuzione?
La risposta forse la si può trovare nel dibattito sorto tra gli stessi miliziani dell’IS che si stanno interrogando sul fatto se sia giusto o meno effettuare queste esecuzioni, se le stesse corrispondano ai dettami del Corano e, forse, quanto queste esecuzioni plateali mostrate al mondo possano favorire la causa del Califfato.
Noi riteniamo che a costringere l’ISIS ad un cambiamento, quantomeno nella propaganda, più che le questioni di fede saranno quelle di convenienza, visto che le precedenti esecuzioni non sembrano aver portato ad altro che non ad un inasprimento delle reazioni da parte del mondo occidentale e ad una spaccatura interna che rischia di portare alla fuoriuscita di miliziani che non condividono una strategia imposta dall’alto e la cui efficacia appare assai discutibile.
Questo lo scontro di opinioni avvenuto ieri all’interno di un gruppo di miliziani dell’IS, dal quale si evince come non ci sia più un pensiero condiviso in maniera acritica da parte di tutti gli attivisti: