A darne notizia pubblicando la foto, il New York Daily News che scrive come la MTA (Metropolitan Transportation Authority) newyorkese ha informato i passeggeri che alcuni di loro avrebbero potuto trovare offensiva questa campagna ma che la MTA non aveva altra scelta se non quella di accettare che i bus portino in giro per New York i manifesti che, a parere del committente, farebbero parte di una “campagna educativa”.
A pagare la campagna, che prevede l’utilizzo di 100 autobus, è stata la blogger americana Pamela Geller, che ha sostenuto che vuol mettere in guardia gli americani del rischio che corrono con l’estremismo islamico.
Il manifesto mostra un’immagine tratta dal video della decapitazione di uno dei due giornalisti americani ad opera dell’ISIS, accanto a quella del cittadino britannico sospettato di esserne il boia.
Contrario alla campagna, il sindaco di New York, de Blasio, il quale ha dichiarato che “questi annunci sono scandalosi, infiammatori e sbagliati”.
La stessa Metropolitan Transportation Authority, pur non condividendo il messaggio, ha ammesso di non aver avuto scelta visto che pochi anni fa in un caso analogo aveva respinto la richiesta della stessa blogger a poter utilizzare i bus. La MTA è poi stata costretta a dare lo spazio per gli annunci sui mezzi di trasporto pubblici a seguito dell’ordinanza del giudice al quale la Geller si era rivolta.
Il giudice, pur dando atto alla MTA che gli annunci non rientravano nella politica linguistica dell’azienda, evidenziò come la rimozione dei manifesti avrebbe violato il diritto della Geller a poter esprimere la propria opinione, ricordando che il diritto alla libertà di espressione negli Stati Uniti è garantito dal Primo Emendamento.