Italiani popolo di poeti, santi e navigatori. Ma siamo soltanto questo o c’è dell’altro? Se al mondo c’è un popolo che può essere genericamente etichettato come credulone, allarmista apatico o complottista, forse questo primato spetta proprio a noi italiani.
Mentre le notizie in merito all’ebola e alla difficoltà di tenere sotto controllo l’epidemia che sta allarmando gli scienziati e i governi di mezzo mondo fanno le prime pagine dei giornali stranieri e occupano spazi sempre più ampi nell’informazione radio-televisiva, da buoni italiani antiallarmisti, abbiamo preferito non dare spazio alle notizie. Già, da noi vie di mezzo non ne esistono. Prevenzione? Non sappiamo neppure cosa sia. Informazione? No, genera allarmismo e rischia di dare la stura ad una nuova caccia alle streghe. Meglio dunque ignorare il fenomeno, incrociare le dita, toccare corna e pregare tutti i santi affinchè mantengano lontane da noi iatture e malanni.
Chi di noi non ricorda gli anni in cui l’Aids fece la sua comparsa? Era la malattia dei tossicodipendenti, degli omosessuali. E se io, così pensavamo, non sono né tossicodipendente né omosessuale, di cosa dovrei preoccuparmi? Beata ignoranza… Salvo poi scoprire che l’Aids non discriminava nessuno, non era razzista, sessista né altro.
Vennero poi gli anni della pubblicità: “Aids, se lo conosci lo eviti”. Ma chi lo aveva conosciuto, forse un po’ troppo da vicino, non aveva più nulla da evitare. L’ignoranza può causare più vittime di un’epidemia.
Da queste pagine abbiamo denunciato – dopo l’allarme della OMS sui casi di Ebola con morti in Africa centrale ed occidentale – come altri paesi, senza scivolare nel mero allarmismo, avessero attivato procedure di controlli specifici sui passeggeri di voli provenienti dall’Africa e su chiunque presentasse sintomi di una possibile infezione da Ebola.
In Italia, a parte qualche laconico messaggio, quale quello diramato il 14 maggio alle ore 14:43 Z, con il quale lo Stato Maggiore della Difesa informava gli Stati Maggiori delle Forze Armate e l’Arma dei Carabinieri che il personale militare impegnato nelle operazioni fuori dai confini nazionali poteva essere esposto a rischio infezione da Coronavirus (MERS-CoV) e “raccomandava le definizioni di caso relative alla patologia”, MERS e Ebola restavano fantasmi destinati ad essere ignorati da media e autorità. Alla via dell’informazione e della prevenzione ancora una volta si preferiva la via del silenzio, dell’ignoranza.
Svizzeri, americani, francesi, spagnoli, inglesi, monitoravano l’epidemia alla quale guardavano già con preoccupazione. La stessa preoccupazione con la quale guardavano il Bel Paese. Una preoccupazione dettata dell’inefficienza italiana nell’affrontare i rischi di una possibile epidemia e dell’efficienza italiana nell’ingenerare inutili allarmismi. Insomma, l’Italia ancora una volta dava l’immagine “pizza, spaghetti e mandolino” che tutto il mondo conosce.
Prova ne sia la presentazione di un’interrogazione al Parlamento elvetico con la quale si chiedeva cosa stesse facendo il governo per evitare che un’eventuale epidemia potesse varcare i confini del Canton Ticino, chiedendo inoltre che si sollecitasse il governo italiano ad attivare tutti i controlli e le forme di prevenzione idonee ad evitare il dilagare di possibili malattie contagiose.
Ad esprimere serie preoccupazioni in merito ad una possibile emergenza Ebola, restava l’Organizzazione mondiale della sanità, che, nel sottolineare come il livello d’allerta non fosse ancora tale da far scattare le procedure previste per un’emergenza di salute pubblica di rilievo internazionale, non nascondeva i timori dovuti all’aumento dei casi, alla “debolezza sistemica nella prevenzione e nel controllo delle infezioni.
A differenza che da noi, dopo che l’Organizzazione Mondiale della Sanità il 16 luglio scorso ha dichiarato l’epidemia di Ebola “fuori controllo” – nonostante in molti ritengano che il rischio che il virus si diffonda al di fuori del continente africano sia molto basso -, l’allarme è scattato in molte nazioni che hanno allertato dogane e aeroporti imponendo di prestare la massima attenzione ai sintomi dei passeggeri che potrebbero rivelare l’insorgere della malattia.
In Italia, a fermare Ebola, Mers e altre possibili malattie infettive, provvederà qualche ministro-sciamano e qualche mediconzolo di provincia che, non si capisce in virtù di cosa, è pronto a giurare che da noi questi virus no faranno la loro comparsa. Che i nuovi vaccini siano le affermazioni di questi signori?
Peccato che le belle parole non si possano imbottigliare…
gjm