Salgono a 95 i morti in Guinea a causa dell’epidemia di Ebola che ha colpito il paese facendo registrare 151 casi di contagio dovuti a contatto con sangue, feci o altre secrezioni di soggetti già infettatati dal virus.
L’Ebola è una febbre emorragica che si manifesta con dolori muscolari, debolezza, vomito, diarrea e, nei casi più gravi, insufficienza d’organi e sanguinamento inarrestabile e può essere trasmessa all’uomo sia da animali selvatici che da altri esseri umani o a causa della manipolazione non protetta di cadaveri contaminati dal virus.
Dalla Guinea, l’epidemia sembra si stia allargando ad altri Stati. L’ultimo in ordine di tempo, il Mali, dove si registrano tre casi sospetti i cui campioni prelevati sui pazienti sono stati inviati ai Centri statunitensi per il Controllo delle Malattie e la Prevenzione.
Il Mali rappresenta una delle porte per l’ingresso del virus in Europa, vista la presenza dei soldati francesi nella regione che di ritorno nella loro nazione potrebbero portare il virus. Un timore che la Francia non sta sottovalutando.
Dopo le segnalazioni di casi sospetti in Liberia e Sierra Leone, alcuni paesi, come nel caso del Senegal, hanno deciso di chiudere le frontiere con la Guinea. L’epidemia, che a causa della velocità con la quale si sta diffondendo viene definita “senza precedenti”, vista l’insolita diffusione geografica sembra difficile da contenere.
Se la Francia si trova a dover affrontare il problema dei francesi presenti in Guinea, l’Italia, nonostante se ne parli troppo poco, si troverà ad affrontare il ben più serio problema dell’immigrazione con i rischi sanitari che si prospettano.
Purtroppo, la mancanza di strutture adeguate, unitamente ad un’errata politica in materia di immigrazione, porta gli immigrati ad allontanarsi dai centri d’accoglienza prima ancora che ne venga accertato lo stato di salute, trasformandoli in potenziali vettori del virus letale.
Quanti sono gli immigrati di recente arrivati in Sicilia? Quanti di loro si sono allontanati dai centri di accoglienza senza aver lì trascorso un lasso di tempo sufficiente ad accertarne le condizioni di salute? E ancora, quali precauzioni stanno prendendo il governo nazionale e quello regionale per fronteggiare il rischio di un’epidemia?
Gjm