Argomento di grande attualità la presunta bufala sulla solidarietà espressa dalla polizia ai dimostranti togliendosi i caschi durante la protesta.
Quello che è successo ieri a Torino è diventato motivo di polemiche ed interpretazioni anche con strumentalizzazioni politiche.
A parlare di “bufala”, riconducendo l’atto di togliersi il casco come prassi nelle manifestazioni tranquille, per venute meno esigenze, sono i vertici della Questura di Torino, alcuni politici e appartenenti alla stessa Polizia, come nel caso del “Movimento Poliziotti”, gruppo su Fb, che nel precisare come “la strumentalizzazione data dai media sul “togliersi” il casco è vergognosa anche perché è previsto toglierlo quando non c’è emergenza immediata e si indossa al suo posto il basco”, stamattina commenta una delle foto pubblicata sulla pagina aggiungendo: “Può essere l’inizio della svolta, del cambiamento ma tutti abbiamo bisogno di tutti ! Noi operatori delle forze dell’ordine siamo anche cittadini ma rispettiamo le leggi e le istituzioni. Fino a quando le manifestazioni di protesta si terranno nei modi previsti dalla legge e dunque senza violenza, non avremo alcun motivo di dire che non siamo al vostro fianco. Ma voglio ricordare ancora una volta che la parola “rivoluzione” non esiste nel nostro vocabolario. I politici tutti devono rendersi conto che il cittadino è stanco e stufo e che anche noi siamo cittadini”.
Un commento che conferma, a prescindere dalla vicenda dei caschi, uno stato di malessere generale e l’accusa al mondo politico di essere distante dalla realtà con la quale gli italiani devono costantemente confrontarsi. Senza considerare la netta presa di posizione da parte di due sigle sindacali della Polizia, in particolare il SIULP che lancia un monito a politica e “palazzi” dai toni vibranti e senza possibilità di diversa interpretazione.
Un malessere che si evince anche dai commenti postati da appartenenti a diverse armi e di diverso grado su diversi social network, che, senza se e senza ma, solidarizzano con i colleghi che si sono tolti i caschi e con coloro i quali, in maniera civile, protestano contro la classe politica.
Se è pur vero che le forze dell’ordine nel corso di manifestazioni di protesta non sono mai passate dalla parte dei manifestanti, è difficile guardando le immagini dei poliziotti che hanno tolto il casco pensare che si sia trattato di normale prassi. È sufficiente guardare l’espressione degli agenti per rendersi conto di come la protesta sia condivisa da molti. Anche da coloro che apertamente non possono manifestare contro un governo che hanno il dovere di proteggere e garantire.
Una polemica inutile e per certi versi anche strana, visto che riguarda soltanto la Polizia e non i Carabinieri e la Guardia di Finanza i cui rappresentanti hanno fatto lo stesso gesto, spingendosi, nel caso dei Carabinieri, a fraternizzare con i manifestanti a tal punto da scambiarsi gesti di saluto molto affettuosi.
In molti propendono per l’ipotesi che la Polizia abbia obbedito agli ordini precisi dei superiori e qualcuno si spinge a cercare la controprova nell’eventuale incriminazione degli agenti per insubordinazione, il che, secondo chi scrive questa boutade, dimostrerebbe che effettivamente gli agenti si sono rifiutati di obbedire agli ordini.
Un’autentica castroneria visto che, dopo quanto dichiarato dai vertici della Polizia, significherebbe ammettere quello che nessuno in ogni caso ha interesse ad ammettere. Senza considerare inoltre come sarebbero gli stessi vertici della Polizia a smentire quanto in precedenza da loro stessi dichiarato.
La verità è che molti non condividono l’impronta politica che alla manifestazione è stata data. Dall’estrema destra, nel caso di Forza Nuova, al M5s che tramite Grillo esorta le forze dell’ordine all’insubordinazione e ad unirsi alla protesta dei forconi.
Non è facile infatti accettare il fatto che una manifestazione di protesta che coinvolge i cittadini di ogni fascia sociale, debba avere una colorazione politica.
Pur non essendo un simpatizzante di Grillo, né di Forza Nuova, mi chiedo se il torto sia dei grillini e degli appartenenti alla formazione di estrema destra o di questa pseudo-sinistra e delle organizzazioni sindacali.
Se la destra più estrema ha preso il posto della sinistra e porta avanti battaglie sociali che una volta vedevano in prima linea i sindacati, la responsabilità di chi è?
Pur non condividendo la dialettica di Grillo, la politica urlata e quasi in assenza di un progetto vero e proprio, non posso però fare a meno di considerare come Grillo risulti essere oggi uno dei politici più attenzionati del nostro paese e con un numero notevole di simpatizzanti.
Se in Italia un comico fa politica e i politici fanno ridere, a chi vogliamo dare la colpa?
Resta da sperare che si concretizzi quanto auspicato dal “Movimento Poliziotti” e che questo possa “essere l’inizio della svolta, del cambiamento ma tutti abbiamo bisogno di tutti!“
Che i comici tornino a fare i comici e che la politica, dopo un’operazione di pulizia interna, torni ad occuparsi del Paese e si assuma la responsabilità di governarlo.
Gian J. Morici