Dopo giorni di trattative la proposta di legge contro l’omofobia, votata alla Camera, che ha visto la presentazione dell’emendamento, a firma Walter Verini (Pd), che estende ai reati fondati sull’omofobia o transfobia le aggravanti previste dalla legge Mancino rischia di infrangersi sullo scoglio del Senato. In questo contesto, s’inserisce il subemendamento presentato da Gregorio Gitti, Scelta Civica, che prevede l’esclusione dall’applicazione della legge le “opinioni espresse all’interno di organizzazioni di natura politica, culturale o religiosa”.
Un subemendamento che, votato anche dal PD, sembra trovare “simpatie” nei vertici della Chiesa.
«La Chiesa porta il suo contributo di principi e di testimonianza perché il pubblico dibattito sia arricchito di sensibilità e ragioni – dichiara il Cardinale Bagnasco – È necessario, però, sgombrare il campo da pregiudizi e dalle pressioni del momento, per poter dialogare con serenità. Nessuno, ad esempio, discute il crimine e l’odiosità della violenza contro la persona, qualunque ne sia il motivo: tale decisa e codificata condanna – coniugata con una costante azione educativa – dovrebbe essere sufficiente in una società civile. In ogni caso, per lo stesso senso di civiltà, nessuno dovrebbe discriminare, né tanto meno incriminare in alcun modo, chi sostenga ad esempio che la famiglia è solo quella tra un uomo e una donna fondata sul matrimonio, o che la dimensione sessuata è un fatto di natura e non di cultura».
Una vera innovazione sotto il profilo giuridico, che prevede un “reato-non reato” secondo la veste di chi lo commette.
E se a commetterlo sarà chi indossa un abito talare, l’impunità è assicurata. Anche ai tanti gay che dall’alto del loro pulpito, tra un’ostia e l’altra e una visitina alle saune romane, potranno esprimere giudizi e sentenze di condanna morale nei riguardi di quanti hanno il coraggio di non fare mistero delle proprie tendenze sessuali. Misteri della Fede…
gjm