Venerdì 31 maggio
WATCHA CLAN Radio Babel Tour
Sista K – voce Suprem Clem -programmazione, sampling, computer, tastiere, fisarmonica Matt Labesse – contrabasso, chitarra Nassim – sintir, chitarra, voce
WATCHA CLAN Radio Babel Tour
Sista K – voce Suprem Clem -programmazione, sampling, computer, tastiere, fisarmonica Matt Labesse – contrabasso, chitarra Nassim – sintir, chitarra, voce
Giardino Inglese Via della Libertà Palermo ore 22
in collaborazione con Institut français Palermo e Tour de Forst www.institutfrancaispalermo.com
in collaborazione con Institut français Palermo e Tour de Forst www.institutfrancaispalermo.com
Watcha Clan ha sempre dato prova di avere nelle sue sonorità un eclettismo spirituale, che spinge la sua ispirazione nei movimenti elettronici urbani (drum&bass, hip-hop) nei folklori d’Africa del nord e dei Balcani, il tutto sublimato dalla magica voce di Sista K. Qualunque sia il suono di queste nomadi anime, potete essere certi che Watcha Clan realizza quello a cui aspirano i grandi artisti: mettere in evidenza, attraverso la musica, le similitudini tra le culture invece che le loro differenze. Per sentire il suono di un mondo che canta e balla insieme all’unisono sintonizzatevi su Radio Babel.
RADIO BABEL, il nuovo album dei Watcha Clan La biblica città di Babele e la sua infausta torre sono state diffamate nei secoli. Immaginata come una struttura minacciosa e incombente costruita da bambini, i cui abitanti parlavano tutti la stessa lingua, l’onnipresente Dio decise di ingannare gli umani, per disperderli – la parola Babel deriva dall’ebraico ‘balal’, mischiare (confondere). Eppure se consideriamo la torre come un prototipo di radio trasmettitore, come hanno fatto i marsigliesi Watcha Clan nel loro ultimo album, il suono di un mondo unito che balla e canta insieme ha perfettamente senso. “Vogliamo essere capiti da tutti…” dice la carismatica cantante Sista K, “…cantando in lingue differenti, primo passo per l’integrazione culturale ed esprimendo il messaggio in inglese, linguaggio internazionale. Forse questo non è ciò che la gente si aspetta dalla world music, ma credo che l’essenziale sia capirsi l’un l’altro.” Con Radio Babel la musica ha il potere di attraversare qualsiasi confine. Questa filosofia globale è risultata essenziale per il successo dei Watcha Clan. Sista K, insieme ad un cast multiculturale che comprende il produttore/tastierista Suprem Clem, il bassista Matt Labesse e il chitarrista/vocalist algerino Nassim Kouti, collega le realtà europee e mediorientali assicurandosi così un biglietto da visita decennale per la sua band. Radio Babel è il vibrante appello di questa band che invita a guardare i muri crollare. “Diaspora Hi-Fi è un viaggio nelle mie radici”, dice la cantante. “Ora la mia ossessione è ‘il muro’, concreto o astratto che sia”. Lo scopo principale di Radio Babel è eliminare qualunque confine. Il primo video, un mini documentario che focalizza l’attenzione sui problemi al confine fra Messico e Stati Uniti, è montato sulla canzone di svolta We Are One, e contiene interviste con lavoratori migranti e contadini. I Watcha Clan hanno conquistato i fan nel 2008 con Diaspora Hi-Fi e negli anni seguenti Diaspora Remixed, in cui nuovi amici da tutto il mondo hanno mixato i pezzi della band, li ha portati ad abbracciare un universo musicale ancora più vasto, che si trova ora nel nuovo disco. I Watcha Clan hanno sempre mostrato nei loro suoni un eclettismo spirituale e visionario, che va dalla trance Gnawa mischiata al drum ‘n bass all’hip hop, dagli ottoni balcanici alla musica sefardita, con vigorose pulsazioni bass-heavy contrastate dalla sensazionale voce di Sista K. La potenza della band dal vivo parte da sfondi elettronici per includere poi la musica indigena magrebina, israeliana, spagnola fino a raggiungere contaminazioni balcaniche e turche. In Radio Babel l’elettronica ha perso il suo ruolo primario per lasciare spazio ad una composizione più matura. Nassim e K che armonizzano su Hasnaduro, pezzo intriso di ritmi tuareg, creano un ulteriore esempio di convergenza culturale. Attingendo dal grande flusso di musica del deserto proveniente dal Mali attraverso Tinariwen e Toumast, i Watcha Clan iniettano in questa canzone dance palpitante una dose abbondante di chitarre elettriche, ululati e percussioni nord africane, compreso il registro grave del gumbri, simile al basso. Tuttavia, la canzone in cui mostrano la maggior inventiva è forse la riproposizione della band di una poesia ebraica del diciassettesimo secolo composta dal rabbino Shalom Shabazi, ‘Im Nin’alu’, la cui versione più famosa è del grande israeliano Ofra Haza, campionata poi dai Coldcut nel 1987. A differenza di molti altri progetti alimentati dall’elettronica, ogni membro dei Watcha Clan è un musicista con grande padronanza del proprio strumento. Utilizzano campionatori e drum-pads non come stampelle ma per accentuare i ritmi trance che riproducono sul palco. Nessun album fino ad oggi è stato in grado di sottolineare queste loro virtù quanto Radio Babel. In precedenza la band dava l’impressione di sdoppiarsi: un progetto discografico atto a catapultare folklore itinerante nell’era digitale, e una meravigliosa live band in grado di scatenare la grancassa alla stessa velocità con cui fa risuonare le nacchere. Questo nuovo album è la perfetta fusione fra le due precedenti entità. Quale che sia la sonorità attraversata da queste anime nomadi, potete star certi che i Watcha Clan realizzeranno ciò che riescono a fare i grandi artisti: sottolineare le similitudini fra le culture attraverso la musica, anziché lamentarsi delle differenze. Per ascoltare il suono di un mondo unito dalla musica aderisci al movimento su Radio Babel. Derek Beres (NYC) Words-Beats-Postures
RADIO BABEL, il nuovo album dei Watcha Clan La biblica città di Babele e la sua infausta torre sono state diffamate nei secoli. Immaginata come una struttura minacciosa e incombente costruita da bambini, i cui abitanti parlavano tutti la stessa lingua, l’onnipresente Dio decise di ingannare gli umani, per disperderli – la parola Babel deriva dall’ebraico ‘balal’, mischiare (confondere). Eppure se consideriamo la torre come un prototipo di radio trasmettitore, come hanno fatto i marsigliesi Watcha Clan nel loro ultimo album, il suono di un mondo unito che balla e canta insieme ha perfettamente senso. “Vogliamo essere capiti da tutti…” dice la carismatica cantante Sista K, “…cantando in lingue differenti, primo passo per l’integrazione culturale ed esprimendo il messaggio in inglese, linguaggio internazionale. Forse questo non è ciò che la gente si aspetta dalla world music, ma credo che l’essenziale sia capirsi l’un l’altro.” Con Radio Babel la musica ha il potere di attraversare qualsiasi confine. Questa filosofia globale è risultata essenziale per il successo dei Watcha Clan. Sista K, insieme ad un cast multiculturale che comprende il produttore/tastierista Suprem Clem, il bassista Matt Labesse e il chitarrista/vocalist algerino Nassim Kouti, collega le realtà europee e mediorientali assicurandosi così un biglietto da visita decennale per la sua band. Radio Babel è il vibrante appello di questa band che invita a guardare i muri crollare. “Diaspora Hi-Fi è un viaggio nelle mie radici”, dice la cantante. “Ora la mia ossessione è ‘il muro’, concreto o astratto che sia”. Lo scopo principale di Radio Babel è eliminare qualunque confine. Il primo video, un mini documentario che focalizza l’attenzione sui problemi al confine fra Messico e Stati Uniti, è montato sulla canzone di svolta We Are One, e contiene interviste con lavoratori migranti e contadini. I Watcha Clan hanno conquistato i fan nel 2008 con Diaspora Hi-Fi e negli anni seguenti Diaspora Remixed, in cui nuovi amici da tutto il mondo hanno mixato i pezzi della band, li ha portati ad abbracciare un universo musicale ancora più vasto, che si trova ora nel nuovo disco. I Watcha Clan hanno sempre mostrato nei loro suoni un eclettismo spirituale e visionario, che va dalla trance Gnawa mischiata al drum ‘n bass all’hip hop, dagli ottoni balcanici alla musica sefardita, con vigorose pulsazioni bass-heavy contrastate dalla sensazionale voce di Sista K. La potenza della band dal vivo parte da sfondi elettronici per includere poi la musica indigena magrebina, israeliana, spagnola fino a raggiungere contaminazioni balcaniche e turche. In Radio Babel l’elettronica ha perso il suo ruolo primario per lasciare spazio ad una composizione più matura. Nassim e K che armonizzano su Hasnaduro, pezzo intriso di ritmi tuareg, creano un ulteriore esempio di convergenza culturale. Attingendo dal grande flusso di musica del deserto proveniente dal Mali attraverso Tinariwen e Toumast, i Watcha Clan iniettano in questa canzone dance palpitante una dose abbondante di chitarre elettriche, ululati e percussioni nord africane, compreso il registro grave del gumbri, simile al basso. Tuttavia, la canzone in cui mostrano la maggior inventiva è forse la riproposizione della band di una poesia ebraica del diciassettesimo secolo composta dal rabbino Shalom Shabazi, ‘Im Nin’alu’, la cui versione più famosa è del grande israeliano Ofra Haza, campionata poi dai Coldcut nel 1987. A differenza di molti altri progetti alimentati dall’elettronica, ogni membro dei Watcha Clan è un musicista con grande padronanza del proprio strumento. Utilizzano campionatori e drum-pads non come stampelle ma per accentuare i ritmi trance che riproducono sul palco. Nessun album fino ad oggi è stato in grado di sottolineare queste loro virtù quanto Radio Babel. In precedenza la band dava l’impressione di sdoppiarsi: un progetto discografico atto a catapultare folklore itinerante nell’era digitale, e una meravigliosa live band in grado di scatenare la grancassa alla stessa velocità con cui fa risuonare le nacchere. Questo nuovo album è la perfetta fusione fra le due precedenti entità. Quale che sia la sonorità attraversata da queste anime nomadi, potete star certi che i Watcha Clan realizzeranno ciò che riescono a fare i grandi artisti: sottolineare le similitudini fra le culture attraverso la musica, anziché lamentarsi delle differenze. Per ascoltare il suono di un mondo unito dalla musica aderisci al movimento su Radio Babel. Derek Beres (NYC) Words-Beats-Postures
www.watchaclan.com
Video: http://www.youtube.com/watch?v=hyZXk95kf4k&list=UUUSN3HDAGUy01S1B8pfld1A&index=16
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IIl festival Suona francese è organizzato e promosso dall’Ambasciata di Francia in Italia e l’Institut français Italia, con il sostegno dell’Institut français, della Fondazione Nuovi Mecenati, della Sacem, del Ministère de la Culture et de la Communication e del Ministero dell’Istruzione e della Ricerca – Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica.
Suona francese
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