Dopo l’incontro (del quale avevamo già scritto) tra alti funzionari delle intelligence di Stati Uniti, Giordania e Emirati Arabi, nel corso del quale è stato redatto un piano di massima per far sì che si raggiunga un accordo di pace che porti a democratiche elezioni in Siria, la mediazione tra regime e opposizione passa ai big della politica mondiale.
L’argomento è stato oggetto di una telefonata intercorsa tra Vladimir Putin e Barack Obama che ritengono sia giunto il momento di porre fine alle violenze nel paese che hanno causato più di 70.000 vittime in quasi due anni di rivolta.
Distanti le posizioni dei due presidenti, visto che per Obama è indispensabile che Assad abbandoni la presidenza della Siria, mentre Putin continua a mantenere una diversa opinione in merito.
La stessa coalizione di opposizione siriana questo mese ha approvato l’iniziativa del suo presidente, Moaz al-Khatib, che ha aperto le porte al dialogo con il governo di Assad affinchè si arrivi ad una transizione politica basata sull’abbandono del potere da parte del presidente siriano.
L’apertura da parte di Moaz al-Khatib è stata elogiata, nel corso di una visita alla sede della Lega araba al Cairo, dall’inviato di pace all’ONU, Lakhdar Brahimi.
Brahimi ha dichiarato che Bashar al-Assad è convinto che il suo paese sia rimasto vittima di un complotto guidato da terroristi.
Lo stesso inviato di pace della Lega Araba, ha sostenuto che la crisi siriana, iniziata come una tranquilla protesta in favore della democrazia, si è trasformata in un conflitto su basi in gran parte settarie, nelle mani della Russia e degli Stati Uniti, invitando Washington e Mosca ad assumere un ruolo guida nella soluzione del conflitto.
“Se la Russia e gli Stati Uniti raggiungessero un vero accordo, sarebbe facile prendere una decisione internazionale e porre fine alle violenze, ma ultimi incontri tra ministri degli affari esteri dei due Paesi, stati deludenti” – ha detto Brahimi.
Il presidente americano e quello russo, si sono intanto accordati per un incontro bilaterale in congiunzione con il G8 di giugno nell’Irlanda del Nord.
Gian J. Morici
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3 Ottobre 2024