Nonostante ritardi che hanno afflitto la realizzazione del Mobile User Objective System (MUOS) il sistema di comunicazione via satellite voluta dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, il progetto è ben lontano dall’essere abbandonato.
Il lancio del primo satellite della costellazione MUOS doveva avvenire nel 2009, ma l’operazione fu ritardata fino all’inizio del 2012. Ora, la Marina prevede che la costellazione MUOS – quattro satelliti e uno in orbita di ricambio – raggiungerà la piena capacità operativa nel 2015.
Il MUOS sostituirà l’Ultra High Frequency Follow-On, garantendo alle unità mobili combattenti migliori funzionalità di comunicazione simultanea voce, video e dati.
“Ci aspettiamo il lancio nel terzo trimestre del MUOS-2, e completa copertura globale entro il 2015”, ha dichiarato Mark Pasquale, vice presidente e vice responsabile dei programmi spaziali militari a Lockheed Martin.
Pasquale ha osservato che il satellite programmato per essere messo in orbita quest’anno ha completato i test nel mese di gennaio ed è ora in attesa di lancio.
I ritardi nella realizzazione del programma, hanno fatto aumentare i costi di un sistema che impegnerà miliardi di dollari. Alla base dei ritardi, circa due anni, la lunga trattativa con l’Australia per l’utilizzo della banda satellitare.
L’ultimo scoglio alla realizzazione del sistema di comunicazioni, sembra essere il procedimento di sospensione delle autorizzazioni concesse dalla Regione Siciliana per la realizzazione del Muos di Niscemi, che ha costretto la Marina militare Usa a sospendere i lavori.
Due delle quattro stazioni di terra, quelle nelle Hawaii e in Australia, sono già operative, mentre quella in Virginia dovrebbe esserlo prima che venga lanciato il satellite.
Rimane incerta la base italiana, visto che il governo regionale ha espresso preoccupazione per i campi elettromagnetici generati dal potente impianto che verrebbe realizzato a Niscemi. “Il governo regionale della Sicilia ha chiesto una pausa nella costruzione fino al rilascio delle certificazioni che dimostrino l’innocuità dell’impianto. Il problema può essere risolto” – si legge in un comunicato inviato dalla Marina Militare statunitense, a chiarimento di cosa stesse avvenendo in Italia e cosa stesse rallentando la realizzazione della stazione di Niscemi.
Poche parole di risposta, ma che lasciano ben intuire come per la Marina statunitense il problema potrebbe essere facilmente superato, portando a completamento la realizzazione di un’opera da miliardi di dollari che per poter funzionare necessita di terminali distribuiti in diversi settori (compreso quello europeo).
Un aspetto importante della rete è che combattenti possono utilizzare i satelliti, indipendentemente dal luogo in cui sono posizionati, senza che questo richieda un posizionamento preciso associato a collegamenti satellitari esistenti e senza la necessità di un’ antenna puntata direttamente verso un satellite.
gjm