Bojko Metodiev Borisov, in bulgaro Бойко Методиев Борисов, dal 27 luglio 2009 è primo ministro della Bulgaria. È stato inoltre sindaco della città di Sofia dall’8 novembre 2005 fino alla sua elezione a primo ministro.
Ma qual è la storia del primo ministro bulgaro? Una prima idea ce la si può in parte fare leggendo i documenti resi pubblici da Wikileaks.
L’ex ambasciatore USA a Sofia, Jonh Beyrle il 9 maggio 2006, inviava un rapporto elencato come SECRET – un solo livello al di sotto del massimo TOP SECRET – nel quale, oltre ad indicare come il politico bulgaro fosse “apparentemente filo-americano”, in previsione che potesse essere eletto all’alta carica che attualmente occupa, concludeva: “dobbiamo continuare a spingerlo nella direzione giusta, ma non dimenticare mai con chi abbiamo a che fare. ”
Con chi avevano dunque da fare gli americani? La risposta la si trova al punto 13, laddove quanto inserito tra parentesi ha un livello di riservatezza SECRET / NOFOR. Il massimo livello di riservatezza dei SECRET.
Un punto al quale è inserito il passato criminale dell’attuale primo ministro bulgaro.
Le accuse sono riferite agli scandali sull’energia al petrolio Borisov, al riciclaggio, ai rapporti con la criminalità organizzata, al traffico di droga. Secondo le informazioni di (o del) SIMO, Tsvetelina Borislavova, attuale compagna del premier, gestirebbe una grande banca bulgara, che è stata accusata di riciclaggio per conto di gruppi criminali e per conto dello stesso Borisov che si dice che abbia stretti legami con influenti personaggi della mafia, tra cui Mladen Mihalev (AKA “Madzho”) e Roumen Nikolov (AKA “il Pasha”). ”
Dopo la fuga di notizie grazie a Wikileaks, gli americani hanno cercato di minimizzare l’accaduto, dichiarando che si trattava solo di voci riportate da diligenti impiegati presso l’ambasciata. Solo voci infondate? E che dire se a questo lavoro ha preso parte quasi tutta la squadra diplomatica, citando il misterioso SIMO, e confermando le informazioni sulla partecipazione di Borisov in attività criminali?
Innanzi tutto, dovremmo chiederci chi o cosa è SIMO. Da un controllo effettuato sul sito di Wikileaks, su circa 13000 informazioni da parte dell’ambasciata, il nome SIMO lo si trova soltanto quattro volte. Secondo i meglio informati, SIMO non sarebbe un uomo, ma soltanto la sigla di una delle tante agenzie statunitensi (oltre 20) che raccolgono informazioni e che operano parallelamente alle più conosciute ed ufficiali NSA, CIA, DEA.
Un esercito di uomini sparsi per il mondo a raccogliere informazioni di ogni genere, con possibilità di accedere ad archivi governativi e di comunicare con le ambasciate e strutture governative o paragovernative.
Un universo quasi sconosciuto ma che forse è la più grande rete di raccolta d’informazioni esistente al mondo.
Ad interessare gli americani non è soltanto il presunto passato criminale di Borisov – che al momento opportuno poteva essere divulgato -, ma anche i rapporti tra il politico bulgaro e i russi, tramite Valentin Zlatev.
Scrive l’ex ambasciatore americano, James Pardew: “rappresentante LUKOIL in Bulgaria è VALENTIN Zlatev … Lukoil e le operazioni bulgare, attraverso Zlatev, sono sospettati di legami con l’intelligence russa e la criminalità organizzata. ”
Il dispaccio rivela inoltre che Borisov effettua visite all’ambasciata russa, il tutto mentre chiede il riconoscimento e il sostegno pubblico degli Stati Uniti per le sue ambizioni politiche.
Un uomo inaffidabile che ha come idoli Putin, Hitler, Stalin e Mao, ma che ha anche un grande potere politico nel suo paese.
Ma anche un uomo fin troppo ricattabile, e non solo dagli americani – ha dovuto subire il ricatto russo sulle forniture di gas -, o forse troppo coinvolto da interessi e rapporti personali, visto che il progetto “Belene” inerente la realizzazione di una centrale nucleare, vede nelle vesti di consulente da parte russa quel Valentin Zlatev così vicino a Borisov e alla criminalità organizzata.
Interessi, quelli nel campo dell’energia, che hanno riguardato anche l’Italia e Silvio Berlusconi, i cui rapporti con Putin non sono affatto piaciuti al governo americano.
Dopo le informazioni di SIMO su Borisov e i suoi rapporti con i servizi segreti russi, può ancora essere considerato dagli americani un alleato o pseudo tale?
E fino a quando il governo americano e quelli europei continueranno a tacere ciò che sanno sul conto del premier bulgaro?
A dare una piccola anticipazione del coinvolgimento di Borisov in presunti traffici di droga ancora una volta è Wikileaks che pubblica i documenti di un’indagine tedesca, scaturita nel 2006 in un processo tenutosi presso un tribunale di Monaco di Baviera, con la conseguente condanna di 11 persone accusate di aver portato in Europa attraverso la Bulgaria – tra il 1998 e il 2004 – 2 tonnellate di eroina provenienti dalla Turchia.
A capo dell’organizzazione criminale tale Sasho, identificato da uno dei corrieri della stessa banda in Alexander Alexandrov da Vladaya.
“Oggi voglio dire qualcosa su Sacho – dichiara il corriere di droga -, il suo vero nome è Alexandrov. Quando, di tanto in tanto, ho incontrato Sasho, in alcune occasioni mi diceva che non poteva parlare con me in quel momento perché era in compagnia di un pubblico ministero, un capo delle dogane, o un altro alto funzionario. Queste persone hanno visitato spesso la casa di Sasho. Lui mi ha anche detto di aver avuto più incontri con il Grande Fratello – così veniva definito in Bulgaria il ministro degli Interni Borisov. Così come mi ha più volte detto di dover chiamare il generale, perché questo è il suo rango ufficiale, precisando che si trattava del ministro degli Interni della Bulgaria”.
Per la cronaca, Borisov Boyko, il grado militare lo aveva ottenuto nella qualità di appartenente ai servizi segreti bulgari.
Gian J. Morici