Quando il 25 gennaio 2011 il Consiglio d’Europa approvò a larghissima maggioranza la relazione del senatore svizzero Dick Marty , il quale aveva denunciato un vasto traffico di organi (espiantati a prigionieri serbi), che vedeva coinvolti i combattenti separatisti albanesi del Kosovo ed in particolar modo la sezione Drenica del “Kosovo Liberation Army (KLA), guidata ai tempi dall’attuale Presidente Hashim Thaci, si era ancora molto lontani dall’immaginare un’indagine di carattere internazionale che finisse con il coinvolgere diversi Stati a tutte le latitudini del globo terrestre.
Non soltanto il Kosovo è infatti sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti. Paesi come la Cina, che pur non essendo dotati di un sistema che favorisca e coordini le donazioni di organi, riescono ad effettuare 10.000 trapianti l’anno, non potevano sfuggire all’attenzione della comunità internazionale.
Grazie ad un progetto finanziato dalla Commissione europea l’Erasmus Medical Center di Rotterdam, ricercatori in Romania, Svezia, Bulgaria e Spagna e la polizia dell’UE agenzia Europol, indagheranno su trapianti illegali e traffico d’organi che sono alla base di quello che è ormai diventata una forma di turismo: il turismo del trapianto.
Un commercio quello degli organi che ha destato scandalo negli Stati Uniti, da dove molti cittadini si recavano in altri paesi alla disperata ricerca di un trapianto. Paesi dove grazie alla povertà, non è difficile comprare un rene, o nella peggiore delle ipotesi anche altri organi venduti da organizzazioni criminali.
“I donatori, anche forzati, – si legge sul sito dell’Erasmus Medical Center – diventano spesso vittime della tratta di esseri umani. Tuttavia, poco si sa su come spesso si verifica e di come le organizzazioni criminali, i medici e gli altri soggetti coinvolti operano.”
I risultati saranno discussi in una conferenza internazionale nel 2014. Anche l’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine è coinvolto nel progetto.
Gjm