L’avv. Antonio Matonti dichiara di aver subito forti intimidazioni e compromissione del diritto di difesa delle proprie assistite in seguito a comportamenti del giudice Angela Rivellese in forza presso il Tribunale per i Minorenni di Roma che ha impedito la partecipazione delle parti ivi comparse ad un’udienza tenutasi in data 11 ottobre 2012, per il caso della signora Stefania D’Acunto, sostenuta nella sua lotta dall’Associazione Donne per la Sicurezza onlus, alla quale nel corso del mese di Settembre 2007 le sono stati sottratti – con prelievo manu militari all’uscita di scuola – i due figli minori all’epoca di 2 e 7 anni, ancor oggi in casa famiglia.
Invero il detto Giudice, adducendo questioni non pertinenti allo svolgimento dell’udienza – ed anzi prodromi alla stessa e collegati con l’indicazione del luogo dove le parti alle quali era stato impedito di presenziare avrebbero dovuto attendere – ha disposto, simultaneamente all’apertura dell’udienza, il deferimento del sottoscritto al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma per questioni – giova ripetere – non inerenti l’udienza ed al suo svolgimento e che, oltre a non costituire comportamento giuridicamente rilevante, risultano del tutto avulse all’ufficio ed alle funzioni ad esso spettanti.
Altresì quel Giudice ha svalutato – tra l’altro in maniera immotivata – l’opera del Legale, arrivando a dire che lo stesso avrebbe, nel corso dell’udienza, fatto domande inutili ad alcuni partecipanti.
Sempre quel Giudice, oltre ad aver consentito ed espletato una precedente udienza in insanabile difetto di contraddittorio – per omessa comunicazione di cancelleria cui Egli è tenuto a verificare – non ha ancora disposto la convocazione delle parti in ricorso d’urgenza presentato i primi di settembre 2012 e relativo ad un tentativo di suicidio di uno dei due minori per cui pende procedimento.
Si evidenzia inoltre come i minori sono stati a suo tempo sottratti alla madre adducendo motivi di disordine e sporcizia all’interno della propria casa di campagna, unitamente alla presenza di numerosi cani ed animali all’interno del giardino dell’abitazione (ed allora i Rom?), senza disporre alcunché in ordine alla limitazione della capacità genitoriale della madre, per inesistenza di conflittualità, posto che il padre naturale ha fatto perdere ogni traccia. Ciononostante, oggi, a distanza di cinque anni, il Tribunale è in procinto di decidere su detta limitazione sol perché la madre ha giustamente denunziato le Assistenti sociali per inadempienze connesse ad omessi incontri ed esami medici richiesti dalla Pediatra, Dr.ssa Sanna, ai quali non è stato dato corso. Non dimenticando, infine, come nel corso degli anni ed a più riprese (almeno tre volte), il Pubblico Ministero, rappresentativo dell’interesse della legge, ha sempre espresso parere favorevole per il rientro dei minori in famiglia, tant’è che la madre, per questo motivo, si è premurata di prendere in locazione altro immobile nell’abitato romano nel quale allocarli per il caso auspicato di rientro in famiglia.
Quell’infausto 18 settembre 2007 anche Lorenzo e Soraya di 7 e 2 anni, sono stati sottratti all’uscita della scuola. I bambini trovano oltre alla loro mamma, i servizi sociali ed i vigili municipali, che li sottraggono e li collocano IMMEDIATAMENTE in casa famiglia. Stefania, con la morte nel cuore, riesce a tranquillizzare Lorenzo e Soraya inventando loro che deve assentarsi per cercare il nuovo terreno per una nuova casa e che loro potranno giocare nel frattempo, con le signore che li stanno prendendo in custodia, in attesa del rientro della loro mamma.
Sono trascorsi 5 lunghi anni e Lorenzo e Soraya sono ancora in casa famiglia. CI CHIEDIAMO PERCHE’ TUTTA QUESTA SOFFERENZA PER I BAMBINI??
I servizi sociali sono un altro scandalo del Italia, se questa donna aveva un alloggio indecente come diceva l’assistente sociale era compito della stessa a prevedere una sistemazione per quella famiglia, avrebbe dovuto fare una richiesta per un alloggio popolare e non togliere i bambini alla sua mamma.
in vece cosa si fa si danno le case popolari a chi a già una casa e dee più facile portare i bambini in una casa famiglia perche in casa famiglia devono mangiarci altre persone, non pensano mai al trauma che inducono questi bambini.
Io qualche hanno fa feci la domanda per una casa popolare perche la casa dove vivevo era piena di barriere architettoniche, cera un appartamento appositamente a norma per i disabili, quel appartamento a me non mi è stato dato perche hanno detto che io avevo già una casa, quel appartamento poi è stato assegnato e sapete a chi è stato dato? Al fratello del segretario del partito che è un normodotato e non solo questa persona non ce mai andata a vivere, non solo oggi in quel appartamento ce un altro nipote sempre del segretario del partito e io oggi mi ritrovo in affitto. Che altro bisogna dire di questa Italia? Nulla non c’è più nulla da dire, si può solo continuare ad essere indignati.
Rita
ancora oggi dopo 4 anni aspetto che sia fatta giustizia per mia figlia chiara che da 4 anni e dentro una casa famiglia pur avendo almeno un padre sano che economicamente e affettivamente puo mantenerla e tenerla con se il tribunale dei minori è un tribunale violento lento senza nessuno competenza i giudici sopratutto la rivellese non ascoltano niente e nessuno per non parlare degli assistenti sociali incapaci sordi con professionalita zero triste è chi ci capità
Anch’io ad oggi mia figlia da parte del collegio a deciso ke mia figlia debba andare x 2 anni a vivere a casa degli affidatari ho una casa ma nn ho un lavoro e in piu ho un invalidità dell’ 80% del quale nn posso fare svariati lavori ma x il collegio vuole ke lavori.Tutto ciò ke vive mia figlia di trauma in trauma anke se ormai mia figlia si è ambientata cn queste persone lei cmq mi dice sempre ke vuole ritornare cn me ke sn la sua mamma