Una malattia che sembra diffondersi con sempre maggiore facilità, forse per l’innata necessità dell’uomo di trovare un capro espiatorio sul quale caricare la responsabilità di eventi catastrofici. O forse perché l’idea del complotto soddisfa il nostro narcisismo, potendoci mostrare agli altri come quelli che hanno capito tutto, come quelli più intelligenti. Se a questo aggiungiamo la notorietà che può darci la spiegazione del complotto, il gioco è fatto. Interviste, pubblicazioni e convegni, faranno da scena al più intelligente che spiega al mondo degli stupidi il perché lui non ha mai creduto a quella verità che veniva messa sotto gli occhi di tutti.
Innegabile il fatto che alla base di tutto questo c’è una storia recente del Paese, che avvalora le tesi dei complottisti. L’Italia è il Paese della trattativa Mafia-Stato, degli anni di piombo delle BR e dei servizi segreti più o meno deviati (forse solo servizi segreti), della strage di Ustica ecc.
Ha dunque gioco facile chi trasforma la propaganda in verità e la verità in propaganda. E se credi a quella che sembra la verità più semplice – forse perché è veramente la verità -, ecco che tutti ti guardano con compassione: bravo lo scemo…e tu ci credi?
Come non parlare dunque di complotto dinanzi alle rivolte che stanno divampando in tutto il mondo arabo? Gli ingredienti per un buon complotto di questo genere, sono sempre gli stessi: Stati Uniti, Israele, petrolio.
Anziché provare a capire le ragioni di una rivolta, dividersi sul fatto che sia giusto o meno, cercare di capirne le conseguenze; eccoci pronti a ritrovare l’unità d’Italia – che esiste solo quando parliamo dei campionati europei o mondiali di calcio – accomunati dall’idea del complotto Giudaico-Massonico.
Non sappiamo nulla di politica estera, di guerre o di terrorismo? Non ha importanza. Un’alzata di spalle, un sorrisino di commiserazione in direzione di chi crede alla versione ufficiale di un fatto, bastano a trasformarci nei massimi esperti in materia.
Prendiamo ad esempio la rivolta in Libia. Sul banco degli imputati: Stati Uniti, Israele, Petrolio. Come spiegare al popolo dei complottisti che solo due degli imputati erano colpevoli? Come spiegare che solo gli americani avevano la necessità di rompere quel sodalizio che si era creato tra Libia, Italia e Russia, in materia di energia? Affinchè il “complotto” fosse perfetto, era necessario metterci dentro Israele. Ma perché credere che notizie attendibili riferivano una nave battente bandiera greca che, lasciati i porti israeliani, aveva raggiunto il porto di Tripoli per rifornire di armi e attrezzature militari le forze di Gheddafi?
Forse perché agli israeliani conveniva non correre il rischio che la Libia finisse nelle mani di fondamentalisti islamici? Ma se togli Israele, cosa resta del complotto?
Neppure il disperato tentativo d’Israele di aiutare il leader libico, narrando delle sue presunte origini ebraiche, ha fatto sì che si guardasse con maggiore attenzione e distacco a quelli che erano gli interessi reali. Un complotto se non è Giudaico-Massonico, che complotto è?
Scoppia la rivolta in Siria. Assad è vittima dell’ennesimo complotto Giudaico-Massonico. Una telefonata ad una radio francese, ci racconta la shoccante verità sulla rivolta. Inutile parlare delle migliaia di morti tra la popolazione civile; dei fondati timori di Israele che l’armamento siriano possa finire nelle mani di fondamentalisti islamici; dei ribelli che vedono negli Stati Uniti e in Israele il loro peggior nemico. Inutile persino dimostrare che la stampa russa- nell’evidenziare come agli israeliani non convenga la caduta di Assad – riporta le accuse mosse da Israele ai ribelli. C’è il rischio di sentirsi rispondere che i russi sono filoisraeliani… Anche i palestinesi manifestano contro Assad, ma qualcuno potrebbe inventarsi che è risaputo che i palestinesi sono i migliori alleati degli israeliani…
Una campagna di disinformazione, porta a vedere presunti complotti giudaico-massonici, ignorando, più o meno volutamente, il problema vero del dopo rivolta: la recrudescenza del terrorismo islamico!
Un attentato contro inermi cittadini israeliani in Bulgaria? L’avete letto sui giornali? Ne hanno parlato i massimi esperti complottisti? Ovviamente no. Fa più notizia il presunto complotto. Allarmate – anche per le conseguenze che una svolta in Medio Oriente potrebbe avere in Europa – le principali agenzie mondiali di intelligence. Ma di questo i complottisti non parlano.
Un pericolo che aveva ben descritto Antonio Evangelista nel suo libro Madrasse, e che in occidente sembra sia fortemente sottovalutato.
Se da un lato ci sono popoli stanchi d’essere oppressi da dittatori, dall’altro – più che ai complotti e mire occidentali -c’è da stare attenti all’Islam fondamentalista.
Le teorie complottiste, spesso supportate da esperti prezzolati o di parte, attecchiscono grazie all’ignoranza di chi le ascolta facendole poi proprie. Ma siamo certi che chi originariamente le diffonde sia altrettanto ignorante?
E mentre lasciamo che i popoli vengano oppressi fino a quando una rivolta non mette fine a una dittatura, con conseguenze a noi ignote, giochiamo a fare gli “esperti”. Quando capiremo d’aver perso la guerra, ci rammaricheremo del fatto di non aver agito in maniera diversa e di aver perso tempo prezioso a inseguire fantasmi. Quel giorno, sarà troppo tardi…
Gian J. Morici