Che ne sarà di quella terra che non fu mia, e che per sempre mi fece suo?
E del suo mare, e di tanta bellezza?
Madre stuprata sotto gli occhi distratti dei figli, intenti ad affogare, in una perenne sbornia preelettorale, frustrazioni e inettitudini.
In questa forsennata corsa verso un sogno già sognato, avvelenato dalla disillusione e dall’amianto, sembra davvero farsi fioca la speranza all’ombra delle ciminiere…
Ma se “il pessimismo della ragione” mi costringe all’angolo, lascio che sia “l’ottimismo della volontà” a proferire la potente parola che mi rialza, che mi sottrae alla connivenza del silenzio, e scongiurare tanta barbarie, dell’intelligenza e dell’anima.
Sì, c’è ancora un mondo di anime da placare: le anime che dormono e ci compiangono; le anime che sono e ci deridono; le anime che vengono e, già, ascrivono a dannazione la nostra memoria.
Perchè anche questa Valle e questo Mare furono redenti, ed io non posso soccombere al peso della maledizione che, non un dio, ma uomini stanchi decretarono.
No, non posso, non devo, non voglio.
Illustre Dottor Comin,
avrei voluto scriverLe nella forma di una lettera, ma il mio cuore ferito da tanto annunciato scempio ha germinato spontaneamente le righe di cui sopra.
Mi commuovono il forte Dottor Gaetano Gaziano e la sua indomita Caterina, in questa immane sfida di civiltà.
Anzi, di più, mi sommuovono: dicono a me, quarantacinquenne prematuramente iniziato alla disfatta, che non bisogna demordere, che non bisogna cedere alla lusinga rinunciataria.
Mi creda: la mia speranza non riguarda solo le sorti della splendida Valle dei Templi, ma è rivolta a quel “mondo” futuribile che essa rappresenta, altrimenti destinato a cedere il passo al brutto estetico, coerente espressione del brutto etico.
Ci aiuti, Dottor Comin!
Grazie.
Giovanni Scordino, prete in Montevarchi (AR).
Rettore della Chiesa San Nicola alla Valle dei Templi dal settembre 1999 al luglio 2011.
Cittadino di Porto Empedocle (AG).