Finalmente . recita la nota a firma di Piero Mangione dello SPI Cgil – è stata aperta, dalla Commissione Lavoro e Previdenza Sociale del Senato, una indagine sulle procedure di accertamento delle invalidità da parte dell’INPS, ai fini del riconoscimento dell’invalidità civile, del relativo assegno e dell’indennità di accompagnamento, con particolare riguardo alla verifica dei presupposti sanitari per le persone affette da patologie croniche e/o terminali e degenerative.
L’indagine del Senato è stata attivata in seguito alle proteste e manifestazioni messe in atto in Agrigento dal sindacato dei pensionati della CGIL che ha impegnato, come si ricorderà, il suo regionale e nazionale ed i parlamentari di riferimento locale.
Risulta evidente il fatto che non sia stata unicamente Agrigento ad aprire una vertenza sul tema, ma Agrigento ha avuto il merito, condiviso con la Presidenza e la Direzione dell’INPS e dell’ASP, di avere, per primi intercettato il problema, di averlo messo sotto osservazione, affrontandolo e risolvendolo rispetto alle competenze ed agli intoppi locali.
Era e resta ancora inaccettabile il dato che i cittadini, con disabilità, si trovino costretti a ripetere, spesso immotivatamente, visite di accertamento per conservare i propri diritti o per potere accedere ai benefici ed alle prestazioni necessarie per la loro condizione..
Dal 2009 al giugno 2012 sono stati disposti nazionalmente 800 mila controlli (in Agrigento 4.800) per verificare la sussistenza degli stati invalidanti.
Questi piani straordinari di verifica hanno dato luogo, allo “scandalismo” sui falsi invalidi che vanno colpiti insieme ai complici certificatori, non hanno prodotto effetti concreti di risparmio, mentre hanno provocato costi per il sistema e disagi per le persone con effettiva disabilità, unitamente alla crescita esponenziale dei ricorsi legali che nel solo 2011 in Agrigento hanno superato i 6.000 casi di chiamata in causa del Tribunale.
La media della soccombenza da parte dell’INPS negli anni passati è stata nazionalmente del 57% ed in provincia del 48%, ma tanti ricorsi non sono stati attivati da chi non aveva i soldi per le spese del legale di parte.
Dopo di ché, con l’avvento dell’ATP (accertamento tecnico preventivo) si è costituito dal gennaio di questo anno un ulteriore passaggio che ha traasferito al Tribunale “l’ingorgo” ed al cittadino sono stati allungati i tempi per l’ottenimento di una sentenza relativa al ricorso avverso al giudizio primo delle Commissioni miste INPS/ASP.
E’ in questo contesto che si inquadra il Protocollo d’intesa minimale tra l’Assessore regionale Russo e la Direttrice regionale dell’INPS Petrotta con il quale si tende a “mettere in riga” le province ritardatarie sulla razionalizzazione delle procedure accertative e le relazioni tra il cittadino, i patronati, le commissioni miste e l’Istituto previdenziale.
Cose che in Agrigento sono già in atto, frutto della contrattazione sindacale.
Ma, il governo regionale non affronta il problema centrale, pur potendolo fare.
E lo poteva e lo può fare visto che, in seguito alle pressioni sindacali, il Parlamento, da sei mesi, ha dato delega alle regioni, di attribuire agli INPS rispettivi (cosa avvenuta in alcune regioni) l’esclusiva competenza sull’accertamento sanitario, celerizzando le procedure e tagliando per questa via spazi diffusi di potere territoriale ai certificatori e gestori dell’attività buro sanitaria in materia di invalidità civile.
Il sindacato dei pensionati della CGIL si augura che il Senato possa determinare, con la sua indagine, una revisione dell’intero sistema, a cominciare dall’unico formulario per l’attribuzione dei punteggi che da Commissione a Commissione hanno una flessibilità assurda, unitamente ad una semplificazione che risponda in tempi reali alla domanda dei cittadini: in questa direzione continuerà ad impegnare il nazionale SPI e la Deputazione di riferimento locale.
Agrigento, 13 luglio 2012