Percorrendo una strada di grande flusso della città di Palermo, invasa da mega- poster elettorali e cartelli pubblicitari di ogni tipo, non si può non vedere, per la posizione dell’immobile rispetto alla direzione di marcia, un messaggio su uno striscione ancorato alla ringhiera di un balcone a primo piano di una elegante palazzina che apparentemente non ha nulla a che vedere con la pubblicità elettorale che in questo periodo di campagna elettorale tappezza la città.
“CHI RUBA POCO VA IN GALERA CHI RUBA TANTO FA CARRIERA”
E’ una frase rimata che riepiloga efficacemente la decadenza dei valori fondanti della convivenza civile e della nostra democrazia alludendo al comportamento o “curriculum giudiziario” poco limpido di molti dei nostri governanti e della classe dirigente e imprenditoriale del Paese.
Legalità e giustizia, imparzialità e uguaglianza, trasparenza ed efficienza, sembrano essere stati spazzati via dalla logica politica ed amministrativa degli ultimi tempi.
A tutti i livelli ed in tutte le città gli esempi non mancano.
Come a Roma, Milano e Palermo anche ad Agrigento nel recente passato, in ambito comunale si sono verificate vicende giudiziarie di corruzione e concussione (Operazione Self Service – l’ultima in ordine di tempo) che contribuiscono ad avvalorare la sopraccitata frase e alimentano l’antipolitica con esiti nefasti per i cittadini e la città.
Alla luce delle notizie di cronaca nazionale e locale, in piena campagna elettorale, l’anonimo ma significativo striscione s’impone su tutti i poster elettorali con i quali ogni candidato, accanto alla propria immagine, decanta la propria virtù o promessa politica attraverso un semplice slogan per cui i cittadini dovrebbero votarlo.
Anche per queste elezioni amministrative non c’è candidato, pur essendo quasi tutti locali e consapevoli che il voto di opinione è quasi un’utopia, che rinuncia al manifesto con la propria faccia e frase di circostanza.
Nessun cenno invece, sull’impronta etico-sociale, sulla storia personale e politica, sull’attività svolta, sulla visione strategica di governo della cosa pubblica e sul programma politico, quali elementi discrezionali, su cui i cittadini possano valutare se accordare o meno la propria fiducia.
A differenza di tutti questi manifesti elettorali, lo striscione oltre a constatare l’amara realtà in cui versa la società fa riflettere sull’importanza dell’imminente competizione elettorale per iniziare a ripristinare i veri valori su cui deve basarsi la società in generale e l’amministrazione pubblica in particolare.
Prendendo spunto dallo striscione comparso a Palermo, l’imminente elezione amministrativa potrebbe essere l’occasione per far partire da Agrigento un segnale di maturità civica da riepilogare con uno slogan simile ma con un messaggio positivo:
“CHI RUBA VA IN GALERA E NON FARA’ CARRIERA”.
Tratto da: http://www.perlacitta.it/