I politici sono ladri! Quante volte abbiamo pronunciato queste parole o le abbiamo sentite dire da altri? E quante volte ci siamo trovati tutti d’accordo con questo tipo di affermazioni?
Sicuramente centinaia di volte. Ma ci siamo mai chiesti cosa e a chi ogni giorno rubiamo noi?
La cartina al tornasole di quello che è il senso della morale dell’italiano medio, ce la danno gli episodi di cronaca, grandi o piccoli che siano, sui quali quotidianamente ci ritroviamo a discutere.
In linea di massima, ci si trova quasi tutti concordi nel definire ‘ladro’ o ‘farabutto’ il politico o il burocrate di turno che ha intascato una grossa tangente.
Lo stesso dicasi per l’imprenditore che si rende protagonista di grosse evasioni fiscali.
Un’opinione che muta ben presto, quando il soggetto interessato è un nostro conoscente, un collega, uno qualsiasi come noi, che viene accusato di piccole ruberie, piccole tangenti, piccole evasioni fiscali.
“Ma cosa rubava? Per poche centinaia di euro era il caso…?”
Ecco dunque, che non è più il principio a prevalere, ma l’entità del danno arrecato.
Ad alimentare le polemiche di questi giorni, i controlli a sorpresa per scovare gli evasori messi in atto dalla Gdf e dall’Agenzia delle Entrate.
È bastato un semplice controllo nelle zone più “in” frequentate dai vip, a scatenare il finimondo.
È stato sufficiente verificare a chi appartenessero auto di lusso o di grossa cilindrata, per sollevare un polverone di polemiche.
Così, mentre ci lamentiamo delle misure restrittive del governo, che preannuncia la possibilità di licenziamenti, riduzione degli stipendi, tagli alle pensioni, siamo altrettanto pronti ad un’alzata di scudi in favore di chi – in un momento difficile come questo, che vede pensionati e lavoratori suicidarsi perché non riescono a sopravvivere – continua a derubare i lavoratori onesti.
Tutti pronti a chiedere equità e meritocrazia, salvo poi andare a cercare alleanze clientelari, chiedere piccoli favori, rubacchiare qualcosa e aver la faccia tosta di ritenerci nel giusto.
Se hai beccato una tangente da mille euro, sei quasi onesto. Evidentemente, chi dice o pensa ciò, ha uno ben strano concetto della parola ‘onestà’. E se al corrotto per mille euro, ne avessero offerti centomila, avrebbe detto di no?
Dall’altro lato, c’è chi pensa, e a volte lo dice, che se hai rubato un milione di euro sei un furbo. Uno che ci sa fare. Bene, finalmente abbiamo appurato due grandi verità: se rubi poco o ti lasci corrompere con poco, sei onesto; se rubi molto o prendi tangenti milionarie, sei un furbo, uno che ci sa fare.
Tutto questo, ci porta a parametri di riferimento relativi alla nostra persona. Chi ruba più di me, è meno onesto (e qualcuno dirà più furbo), chi ruba meno, è più onesto (e a parere di altri, anche più scemo).
Passa la teoria che siccome rubano tutti, allora rubo pure io.
I valori e i principi degli italiani, vengono ormai misurati in euro.
E gli altri? Quelli che non stanno tra chi ruba di più e chi ruba di meno, ma semplicemente non rubano? Evidentemente sono idioti e disonesti!
La differenza non sta tra chi ruba poco e chi ruba tanto, ma semplicemente tra chi è onesto e chi non lo è.
Il governo taglierà stipendi, pensioni e servizi. Disoccupazione, crescita economica zero e zero in termini di servizi, sono lo scenario che si prospetta.
Riterremo ancora onesto chi ruba poco e furbo chi ruba tanto, quando a causa loro saremo disoccupati o con pensioni e stipendi da fame, quando non potremmo permetterci una cura medica, l’assistenza agli anziani e tanto altro ancora?
Non sarebbe più giusto e forse anche più facile individuare chi vive al di sopra delle sue possibilità (quelle dichiarate) e privarlo di quell’eccesso, che nella migliore delle ipotesi proviene dall’evasione fiscale, quando non è frutto di attività illecite?
Se un imprenditore che dichiara un reddito di 30.000 euro l’anno in dieci anni ha accumulato fortune per 500.000 euro, possiamo facilmente dedurre che ha evaso le imposte su almeno 200.000 euro. E almeno su questi fargli pagare le tasse.
Come può un impiegato che dichiara 20.000 euro, accumulare in dieci ipotetici anni fortune pari al triplo o al quadruplo dell’ammontare dei suoi stipendi, magari conducendo un tenore di vita di gran lunga al di sopra delle sue possibilità?
L’unico pregio della crisi economica, sarà quello di porre fine alla crisi dei valori. Solo quando gli italiani dovranno fare i conti con la propria miseria, ritorneranno a considerare ladro il ladro, a prescindere dall’importo rubato.
Ma, a quel punto, lo saremo veramente tutti, costretti dal bisogno…
Alla disonestà, ci sarà comunque un’attenuante, se, come cantava De Gregori, “…Tu da che parte stai? Stai dalla parte di chi ruba nei supermercati? O di chi li ha costruiti? Rubando …”
gjm
Ottima analisi.Molto tempo fa un signore (in tutti i sensi) mi disse che non si può essere onesti al 50, 80 o 90%.O si è onesti o non lo si è. Partendo da questo assioma si arriva facilmente all’analisi fatta da Morici. Relativamente poi al tenore di vita al di sopra delle possibilità finanziarie, la soluzione sarebbe confiscare ciò che è dimostrabile ed esubera da quanto dichiarato al fisco. Ma questa in Italia( non so altrove) è una via non percorribile perchè si verrebbero a toccare sopratutto le “grosse personalità” politiche ed industriali. Da qui la rivolta contro l’agenzia delle entrate.
basta guardare le dichiarazioni dei redditi dei liberi professionisti e quanto hanno di stipendio alcuni impiegati, comparare il tutto con proprietà e tenore di vita e non ci sarebbe bisogno di aumentare tasse e ridurre stipendi e pensioni. il problema è che tutti pensiamo che fottono lo stato, senza capire che fottono a noi. se noi per primi segnalassimo chi non rilascia una ricevuta fiscale, chi guadagma 1000 euro al mese e ne spende 2000 facendosi pure le proprietà, quelli che imprenditori oggi senza un euro in pochi anni sono milionari, molte cose cambierebbero. ma la verità è che i primi ladri siamo noi che accettiamo di pagare qualcosa in meno senza farci fare una ricevuta fiscale o una fattura. lasciamo perdere quello che succede in alcuni uffici. mio padre campa con una pensione di 600 euro al mese e tolto l’affitto non ci restano neppure i soldi per il pane. e loro ci ingrassano