La vicenda del tesseramento negato a Giuseppe Arnone ad opera del Pd ha avuto oggi l’ennesimo seguito giudiziario con l’ennesimo ricorso alla magistratura dell’ex esponente del Pd. Un comunicato stampa ed annessa intervista a Teleacras ci hanno mostrato ancora una volta un Arnone vincente su tutto e tutti ancor prima del pronunciamento del giudice. Siamo abituati a ciò, ormai non ci fa più impressione. Così come non ci stupiscono le false minacce mai intercettate e le solidarietà su false minacce. Si fa tutto pur di farsi notare anche auto-sentirsi minacciato che fa tendenza ed anche un pò di brodo. In un momento storico in cui, finalmente, la Procura della Repubblica di Agrigento ha messo mani e piedi in municipio e sta scoperchiando santuari che si ritenevano inespugnabili lanciare l’idea di Arnone senza macchia e senza paura e per giunta minacciato perché denuncia il malaffare (Moses Burgio, Campione vi dicono qualcosa?) può giovare soprattutto se si lancia il messaggio che a solidarizzare con lui c’è nientepopodimenoche il senatore antimafia Beppe Lumia. In realtà sono solo chiacchiere inutili rilanciate dai soliti noti che fanno bene solo ai familiari di Arnone e qualche fans distratta. Tuttavia, della tessera vogliamo parlare. Oggi, in Tribunale, dunque, Arnone per l’ennesima volta ha trascinato il Pd perché vuole una tessera che gli hanno tolto con apposito provvedimento. Prima ci ha inondato di notizie false circa la sua appartenenza al partito di Bersani oggi, invece, trascina lo stesso partito in Tribunale (e che gli ha ritirato persino la tessera del Pd di Lampedusa) per avere una tessera effettivamente non posseduta. E si ammanta ancora oggi di striscioni e lenzuola con i simboli del partito pur avendo ricevuto formale diffida. Persino Teleacras, che non lesina a sparare insulti e sciocchezze con la bocca di Arnone, ha dovuto tagliare la qualifica: adesso dice solo consigliere comunale. Non è male se questo è il primo passo verso il riscatto e verso l’affermazione delle verità, non solo quella del sempre più solo ambientalista. L’udienza davanti al giudice civile Marco Salvatori, al di là della solita sbruffonaggine di Arnone, ci consegna un solo dato politicamente significativo (qualunque sia l’esito del processo), ed è questo: il Partito democraticosi è costituito contro Arnone (Pd nazionale in persona del segretario Pierluigi Bersani e del tesoriere Francesco Misiani con il patrocinio dell’avv. Sara Lusi, il Pd regionale, in persona del tesoriere Teresa Piccione, con il patrocinio dell’avv. Francesco Todaro, e il segretario del circolo Agrigento Centro, Domenico Pistone, con il patrocinio degli avvocati. Alfonso Neri e Salvatore Pennica. Dunque non solo i rappresentanti agrigentini ma anche con la segreteria regionale guidata da Giuseppe Lupo (Peppino per Arnone sino a poco tempo fa ed oggi da dimissionare) e quella nazionale guidata da Bersani. Non lo vuole nessuno all’interno del Pd e lo hanno manifestato chiaramente costituendosi in giudizio. E, tanto per dirne ancora una, è stata anche depositata la certificazione secondo la quale Arnone non fa parte del gruppo consiliare del Pd al Comune di Agrigento. Insomma, se bisognava avere una conferma relativa alla considerazione che il partito di Bersani ha di Arnone oggi l’abbiamo avuta: è pari a zero. Anzi, sottozero. Acquisito questo dato possiamo discutere di tutto: del processo, della vittoria già cantata da Arnone prima della sentenza e della tessera strappata in faccia. Qualunque sarà l’esito giudiziario, il dato politico che viene fuori è desolante per il consigliere che si sente autominacciato da… Picarella o dai versi infuocati ma sempre versi del defunto ed assolto da ogni accusa, Lillo Gueli.
Fonte: GRANDANGOLO
Le “STRAVAGANZE TELEVISIVE” di Arnone ormai non sconvolgono più nessuno, dal momento che ormai la sua credibilità è sotto zero, nonostante i soliti supporters Ancona, Riccobene, Ferrante, Lunia ecc. Viene invece da chiedersi: cosa lega questi illustri personaggi ad un Arnone al di fuori di ogni contesto politico e, per una comunità sempre più nutrita, anche sociale?
Non mi meraviglio di questi personaggi, ma mi rende perplesso l’Ing. Riccobene che conosco personalmente e non lo capisco più. Per il resto è la solita solfa.
Come è possibile ? solo in Italia e nel PD può accadere che un senatore del partito quale è Francesco Ferrante difenda senza remora alcuna l’operato e la figura di Arnone cacciato a tutti i livelli dal PD.
Arnone ha denunciato alla magistratura il segretario Bersani e Ferrante lo difende..????
Cosa hanno in comune Arnone e Ferrante?….. Sono entrambi nel direttivo nazionale di legambiente ed entrambi ECODEM una lobby di “intoccabili”.
Quanto può contare un segretario nazionale se la sua figura viene così palesemente umiliata da un parlamentare?? Meno di niente.