Agrigento – A darne notizia, il settimanale Grandangolo di Franco Castaldo, che nel numero già in edicola pubblica integralmente il provvedimento del giudice del lavoro del Tribunale di Agrigento, che accogliendo la richiesta del personale del centro commerciale “Le rondini” di Porto Empedocle e di altri punti vendita, un tempo di proprietà dell’imprenditore Giuseppe Burgio ed oggi riconducibili ad altra ditta, G.S.B. s.r.l., società esercente attività di commercio di generi alimentari, senza stipendio da mesi, ha disposto il sequestro della merce (alimentari, detersivi e prodotti per l’igiene delle persone) contenuta sia nel centro commerciale di Porto Empedocle ed in altri punti vendita di Agrigento. Trecentomila euro la richiesta avanzata dai legali dei lavoratori, Salvatore Pennica e Alfonso Neri, prontamente accolta dal giudice Gaia Muscato. Accolta con una urgenza tale da poter notificare il provvedimento anche via fax o telefono.
Un’urgenza, come si legge dal provvedimento, dettata anche fa una situazione di periculum in mora desunto sia dagli elementi obiettivi concernenti la capacità patrimoniale dal debitore in rapporto all’entità del reddito, sia da elementi soggettivi evincibili dal comportamento del debitore tale da lasciar presumere che lo stesso, al fine di sottrarsi dall’adempimento, ponga in essere atti dispositivi idonei a provocare l’eventuale deprezzamento del suo patrimonio, sottraendolo ad esecuzione forzata.
“Giuseppe Burgio – scrive Castaldo -, dal canto suo, sta schivando una procedura di
fallimento iniziata ai danni della sua ditta Ingross da altri lavoratori tenuti anche loro senza stipendio. La settimana passata sono arrivati parte dei soldi richiesti e la procedura, per quanto attualmente in corso, di fatto risulta sospesa nel senso che se entro il 31 dicembre verranno pagate le spettanze ai lavoratori creditori la richiesta di fallimento verrà ritirata. Al momento, come detto Giuseppe Burgio, anche per evitare la minacciata richiesta di azione legale davanti la Procura della Repubblica per bancarotta, ha fatto fronte agli impegni presi davanti al giudice e sta osservando scrupolosamente un piano di rientro (pagando) che ha come data ultima il prossimo 31 dicembre”.
Il provvedimento,segue le cessioni aziendali e gli accordi sottoscritti con la Gestal in precedenza, come quello del 12 aprile 2011, sottoscritto alla presenza di rappresentante della Filcams Cgil, Fisascat Cisl e della Uil Tucs Uil, in rappresentanza dei lavoratori, di Giuseppe Burgio, direttore generale della Gestal srl e Carmelo Bartolomeo, legale rappresentante della G.S.B srl.
Un accordo che prevedeva che il trattamento di fine rapporto maturato da ciascun dipendente all’atto del passaggio dalla Gescal alla G.S.B srl, sarebbe stato liquidato successivamente dalla cessionaria al momento dell’interruzione di ogni singolo rapporto, secondo le seguenti modalità:
a) ferie e permessi maturati da ciascun dipendete, liquidati in trentasei rate mensili, successive alla cessione dei punti vendita;
b) la società proponeva ai lavoratori l’impegno al pagamento ordinarie maturate alla data del subentro del nuovo soggetto, dilazionando le somme dovute in sei rate mensili.
Un accordo che ha messo in serie difficoltà economiche gli ex dipendenti della Gescal, che, passati alla G.S.B., hanno solo visto peggiorare la loro situazione.
Il Giudice ha voluto garantire i lavoratori, visto che nel disporre il sequestro conservativo della merce esposta negli scaffali e conservate nei magazzini dei punti vendita della GSB srl. siti in Agrigento via Crispi – insegna «Eurospar”, Agrigento via Mazzini – insegna “Eurospar”, Porto Empedocle e/o il centro commerciale “Le rondini” – insegna “Interspar”,nominando custode dei beni sequestrati il legale rappresentante della società debitrice, sig. Carmelo Bartolomeo ed autorizzandolo alla vendita delle cose sequestrate in quanto deteriorabili, dispone che il ricavato della vendite sia depistato su un libretto nominativo postale o bancario intestato alla società GSB s,r.l. e vincolato all’ordine del giudice.
Delle attività del signor Burgio, avevamo scritto alcuni giorni fa, quando narrammo il dramma di decine di famiglie di ex dipendenti del CDA, ritrovatesi in serie difficoltà economiche a seguito della chiusura del centrodistribuzione alimentare (leggi qui l’articolo).
Non si fece attendere la risposta piccata, minacciosa, ma anche offensiva, da parte dell’imprenditore (leggi qui).
Alla luce dei più recenti fatti, dei quali andremo a narrarvi, possiamo soltanto dire che non siamo pentiti di aver risposto in quel modo al signor Burgio, che, forse, abituato con organi stampa ben diversi da La Valle dei Templi e da Grandangolo, avrebbe preteso calasse il silenzio sul dramma umano che stanno vivendo tantissime famiglie.
Con lettera raccomandata (v. foto), la Banca di Sassari, in data 1 marzo 2011, inviava al CDA e p.c. ad uno dei dipendenti della società, un sollecito di “pagamento rate di rimborso finanziamento contro cessione del quinto a nome:…”.
“Con riferimento al finanziamento indicato a margine – scrive la Banca -,vi comunichiamo che ad oggi non ci sono ancora pervenute le trattenute effettuate sullo stipendio, relative alle mensilità a decorrere da Giugno 2010.
Vi ricordiamo che per effetto del contratto cessione, la vostra Amministrazione è obbligata a norma di legge (L. 180/50) e per volontà del cedente a prelevare dalla sua retribuzione l’importo della rata dovuta.
In caso di ulteriore ritardo nel versamento delle rate la nostra Banca dichiarerà il vostro dipendente decaduto dal beneficio del termine e della rateizzazione con il conseguente obbligo da parte sua di dover rimborsare immediatamente, a semplice richiesta, l’intera esposizione.
A questo proposito vi significhiamo inoltre che, effettuare la trattenuta in busta paga omettendo di riconoscerla a favore dell’Istituto mutuante, costituisce un illecito perseguibile anche sotto il profilo penale”.
Alla lettera della Banca, in data 14 marzo 2011, faceva seguito quella dell’avvocato del dipendente, il quale, invitava l’azienda a provvedere con immediatezza al pagamento delle somme dovute al cessionario del quinto dello stipendio, da diversi mesi non pagate.
Anche il legale del dipendente, ricordava all’azienda come “la trattenuta di somme, non accompagnata dal successivo versamento in favore dell’avente diritto giusta atto di cessione, rappresentasse anche illecito penale.
Il mio cliente – scriveva ancora l’avvocato – si riserva ogni azione in caso di perdurante inadempimento.
Decorso il termine di giorni tre, in caso di mancata regolarizzazione dei pagamenti, il mio assistito proporrà azione avanti l’autorità giudiziaria in sede civile e penale”.
Stante quanto si evince dalla raccomandata inviata dalla Banca e dalla successiva nota del legale del dipendente, non solo di stipendi si tratta, ma anche di trattenute su cessione del quinto dello stipendio, non versate al creditore.
Se questi sono i fatti, le domande da porsi sono parecchie, e a molte di queste, narrando ulteriori fatti inediti che pongono ben altri interrogativi, a breve daremo ulteriori risposte.
Gian J. Morici
atroce silenzio del paladino difensore dei deboli e dell’ambiente. non ha nulla da dire in difesa di questi lavoratori?
Penso che preferisca tutelare il suo cliente sig.Giuseppe Burgio.
Niente niente questa sarebbe la stessa impresa che il consigliere Arnone addita come modello di imprenditoria e rientra tra quelle che ha segnalato alla Presidente nazionale di Confindustria, da prendere ad esempio ?
Per dovere di cronaca, va precisato che il centro commerciale “Le rondini”, era già passato alla gestione della G.S.B., una società, come scrive il Giudice, “non intestataria di alcun bene immobile” e con “un capitale sociale di appena 10.000 euro.
Questo dopo che ai lavoratori, per il saldo delle precedenti spettanze, erano state offerte le condizioni di cui sopra.
Dalla padella alla brace…
Riguardo il noto avvocato, meraviglia il totale disinteresse dello stesso, così attento alle problematiche sociali, dinanzi al dramma umano che interessa così tante famiglie.
L’articolo del direttore Morici,oltre ad essere veritiero è molto esaustivo(anche se ce ne sarebbe ancora carne al fuoco da mettere).Per quanto riguarda la posizione assunta dal famoso avvocato, da legale non c’è nulla da dire,è il suo lavoro e l’assistenza, o la difesa non si nega a nessuno.Ma essendo un politico di “spessore”(come lui dichiara di essere), non può, e non deve più nascondersi. Il problema di tutte queste famiglie riguarda anche lui, se è vero che è un Politico con la P maiuscola , altrimenti…siamo costretti a pensare che 1+1 fa 2. A buon intentor poche parole!
Rateizzazioni fino a trentasei mesi?
non possiamo che complimentarci con i Sigg.sindacalisti per avere tutelato fin troppo egregiamente gli interessi del Burgio!
…il grande avvocato Arnone, si dichiara il massimo esponente del PD della provincia di Agrigento.Quindi anche se è il difenzore del caro benefattore Burgio, ha il dovere di portare alla luce del sole -con delle battaglie che sa fare- il dramma esaaperato di oltre 100 famiglie, che il suo assistito o per Gestal o per ingross o per CDA o per GSB,ha portato allo sfascio !
Noi tutti dipendenti siamo convinti che la crisi che sta investento tutti i settori commerciali e la minima parte in percentuale del danno che ha provocato il fammoso re dei supermercati.
Inoltre vogliamo capire come mai la politica agrigentina non si sta mobilitando per aiutarci ………….tutto tace.
ma guarda un pò che coincidenze…
http://iltirreno.gelocal.it/pisa/cronaca/2010/07/05/news/vara-lo-yacht-e-i-suoi-operai-protestano-2142666