Aragona (Agrigento)- Si è svolto nella giornata di venerdì 30 settembre presso i cantieri culturali di Aragona l’incontro-dibattito “Sviluppo del Territorio & Legalità” organizzato dall’associazione “Alba Chiara”.
All’incontro, a cui hanno preso parte molti aragonesi, sono intervenuti per relazionare l’agronomo Rosario Salamone, il sindaco Calogero Firetto, l’On. Maria Grazia Brandara, l’assessore comunale Totò Parello, Il presidente dell’ASI Stefano Catuara e Mariella Lo Bello, segretario generale CGIL di Agrigento. Moderatore del dibattito il consigliere comunale Angelo Galluzzo.
I lavori sono stati aperti da Rosario Salamone, che ha relazionato sullo sviluppo del territorio con particolare riferimento a un progetto, da presentare al Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, che miri alla valorizzazione della mandorla locale con il riconoscimento, tra l’altro, del marchio DOP. Tra le proposte di Salamone anche quella di una Sagra della Mandorla ad Aragona.
L’assessore Parello, in rappresentanza dell’amministrazione comunale, ha evidenziato la necessità di lavorare seriamente per uno sviluppo territoriale che sia antidoto e cura allo svuotamento che ha interessato il paese di Aragona negli ultimi decenni. Le idee dei giovani servono e, questi, devono farsi avanti spendendosi per la crescita del proprio paese. Legalità e la trasparenza secondo Totò Parello vanno di pari passo ed, inoltre, la legalità non è una bandiera da impugnare all’occorrenza, bensì un valore da portare avanti fermamente poiché, senza legalità non può esserci sviluppo.
Parlare di sviluppo territoriale oggi, con la miriade di problemi che sta attraversando il nostro Paese, è cosa importante, ha sottolineato Stefano Catuara, e fondamentale sarà certamente per il futuro il contributo dei giovani, ma occorre che le idee abbiano il carattere della realizzabilità. L’idea progettuale dell’agronomo Rosario Salamone, al presidente del consorzio ASI è sembrata ben delineata e realizzabile. Al contempo l’Avv. Catuara non si sottrae nel far notare ai presenti: “a chi attualmente opera nell’agricoltura, non possiamo continuare a dire di coltivare il mandorlo perché, alla fine, lo 0,70 centesimi di euro non gli permette neppure di recuperare le somme spese”. Per Stefano Catuara occorre, in primis, capire quali norme ed incentivi siano necessari per fare dell’agricoltura un settore trainante, nonché occasione di lavoro e di sviluppo territoriale. “Per creare l’occupazione bisogna realizzare una diversa legislazione e bisogna avere nuovi incentivi in questo settore a scapito di altri settori”. Parlare di legalità vuol dire l’assunzione di impegni e conseguenti comportamenti da seguire – ha dichiarato il presidente dell’ASI”.
Lillo Firetto, il sindaco più votato d’Italia divenuto emblema di efficienza amministrativa e, nell’immaginario collettivo, esempio da seguire nella speranza che anche i centri dell’ultima provincia d’Italia possano avere qualche possibilità di sviluppo, ha coinvolto i presenti in un lungo ed interessante intervento. Dopo aver portato la sua esperienza empedoclina, su quello che di buono è stato finora fatto nonché quello che ci si propone di fare per il futuro, Firetto si è soffermato sulla legalità. “Abbiamo bisogno di tante regole scritte ma anche tante regole non scritte ed abbiamo bisogno di istituzioni che vicendevolmente si confrontino su questioni vere. La legalità la dobbiamo praticare tutti quanti e tutti i giorni, ciascuno di noi deve saper testimoniare questo valore – ha concluso Calogero Firetto”.
Per Mariella Lo Bello la nostra è una terra particolarissima, e non soltanto perché riusciamo a conquistare gli ultimi posti in ogni tipo di graduatoria. La Lo Bello, ha portato nel dibattito il punto di vista del sindacato, scagliandosi contro una finanziaria che, nel momento di crisi che l’Italia intera sta attraversando, risulterebbe inadeguata, pesante e penalizzante, soprattutto per le fasce più deboli. “Rispetto a questo territorio come coniughiamo insieme sviluppo e legalità?” L’invito che la Lo Bello ha fatto, “in una terra dove ci rubano tutto”, quello di investire principalmente sui beni che non sono riproducibili né de localizzabili. Chiaro il riferimento alla nostra agricoltura, ai beni culturali e alle idee dei nostri giovani più brillanti.
Legalità per Mariella Lo Bello vuole dire tante cose, ma vuol dire anche “avere un rapporto di lavoro riconosciuto e quindi avere un contratto”.
Un plauso è stato rivolto da Maria Grazia Brandara alla meritoria iniziativa dei giovani del movimento “Alba Chiara” per aver organizzato l’incontro-dibattito. Nella veste di presidente di un consorzio agrigentino, di cui fanno parte sette comuni della provincia, che si occupa di gestione dei beni confiscati nonché di promuovere la legalità, l’On. Brandara ha sentito il dovere di dire: “il lavoro è la vera medicina per poter combattere la mafia. Se una persona non ha la serenità del lavoro non è pensabile che possa coltivare altri valori. Così come la scuola è il cantiere privilegiato dove costruire una cultura contro la cultura mafiosa”. Subito dopo le parole della Brandara si son fatte pesanti come macigni quando ha tuonato: “estendiamo la confisca dei beni ai politici e ai funzionari corrotti. Se si dimezzassero le indennità di deputati e senatori, risparmieremmo 450 mln di euro, che sono una cifra. Ma non sono niente di fronte ai 60 miliardi di euro che costa la corruzione allo Stato. La manovra finanziaria di quest’anno costa di 45 miliardi di euro, ma di cosa parliamo…”. Occorre essere credibili, ha concluso la Brandara, la legalità non è un concetto astratto ma un qualcosa che va applicata in tutti i campi e principalmente nella quotidianità di ciascuno di noi.
Molti gli aragonesi che hanno seguito i lavori e qualcuno ha anche partecipato con interventi di riflessione e domande. Grande assente la politica locale. In un incontro-dibattito aperto a tutti, in cui si parlava di legalità, ci si sarebbe aspettato di vedere il sindaco di Aragona, il presidente del Consiglio comunale, la giunta e gran parte dei consiglieri comunali, anziché, il solo Totò Parello in rappresentanza dell’amministrazione. Da segnalare la presenza tra la gente di Nino Di Giacomo e di Biagio Bellanca, l’ex sindaco di Aragona, che ha sentito il dovere e la responsabilità di seguire i lavori intervenendo con spunti di riflessione e domande.
Applauditissimo e molto interessante l’intervento della giovane aragonese Lucia Castellana. “Sono una giovane, una futura precarie, e forse sarò pure, costretta ad andarmene fuori. Però, io fuori non me ne voglio andare. Cosa posso fare io per rimanere – ha chiesto ai relatori – e cosa possono fare i giovani per rimanere? Qui si è parlato di giovani e all’inizio nella presentazione si è detto: “Noi faremo la nostra parte da operatori politici, voi giovani contribuite con le vostre idee”. Mi chiedo sino ad oggi chi si è mai interessato a chiedere ai giovani di Aragona cosa vogliono? Nessuno!”
La giovane universitaria ha raccontato che nessuno dei suoi coetanei con cui si è trovata a discutere, mette in preventivo di rimanere ad Aragona una volta completati gli studi universitari.
“Allora permettetemi una piccola riflessione, – ha continuato Lucia Castellana – non vorrei che la voce giovane debba essere utilizzata soltanto per una campagna elettorale, perché, in campagna elettorale siamo. Allora dico che noi le idee le metteremo. Noi le vogliamo mettere le idee, però dall’altra parte abbiamo bisogno di alcuni interlocutori che ci diano fiducia nella politica, perché oggi questa fiducia non c’è”. Nel discorso di Lucia emerge che i giovani aragonesi vogliono avere un ruolo importante nello sviluppo del territorio, non in quanto giovani ma “proprio perché siamo noi con le nostre Capacità – per dirlo con le parole di Lucia – che poi possiamo permettere lo sviluppo della nostra terra”.
Che sia uno sviluppo legale, è stato precisato, perché anche ad Aragona c’è bisogno di capire cos’è la legalità che non sono soltanto le grandi parole contro la mafia, ma sono ad esempio i favoritismi e il non pagare le tasse, che si traduce in disservizi e disagi ulteriori per le fasce più deboli della popolazione.
Un incontro dibattito positivo e dai molti spunti di riflessione. Punto di partenza affinché, in maniera seria, reale e responsabile, la politica locale coinvolga i giovani nell’essere artefici dello sviluppo del proprio territorio e del loro stesso futuro.
Totò Castellana
Concordo in pieno con il pensiero di Lucia.Ankio spesso uso la parola giovani, per spronarli a proporsi con le loro idee ma noto ke tantissimi sono privi di entusiasmo, se vediamo l’età media dei ragazzi,20/30anni, c’è veramente da riflettere …sono demotivati xkè nn hanno fiducia nella politica ,nn si sentono rappresentati…..spero ke in avvenire le cose cambino….sono loro il nostro futuro cerkiamo di dargli modo di esprimersi e di fare.
La legalità è un baluardo da portare avanti specialmente nella nostra terra …..la legalità nn deve essere solo lotta alla mafia ma deve anke essere il valore fondamentale di ognuno di noi da coltivare e da difendere.