Fondazione “AGireinsieme” (Moncada) – Defaillance o precisa volontà?

Agrigento – È stata presentata stamane al cinema Astor, la fondazione“ AGireinsieme”.

Si è molto discusso in questi giorni di una possibile candidatura a sindaco dell’imprenditore Salvatore Moncada, re dell’eolico, al quale si deve la costituzione della nuova fondazione, di cui è Presidente.

Purtroppo, ad adombrare la nascita di  “AGireinsieme” la parziale scopiazzatura dei contenuti del sito dell’associazione stessa.

Basta infatti confrontare quanto quanto pubblicato sul sito della Fondazione Agire nella parte che recita testualmente “Agrigento che abbiamo” (clicca qui):

Agrigento è troppo autoreferenziale

Agrigento non è una città sufficientemente aperta al resto del mondo. Spesso non è agganciata alle maggiori dinamiche internazionali, né è capace di porsi sulla frontiera dell’innovazione, intesa anzitutto come innovazione di approccio, metodo e cultura.

Ad Agrigento il senso di responsabilità è poco diffuso

Manca il senso di responsabilità circa le conseguenze collettive delle proprie azioni pubbliche e private. Questo rende il paese incapace di premiare comportamenti virtuosi a beneficio della collettività e di respingere comportamenti dannosi per il bene pubblico.

Agrigento è una città spenta

La mancanza di trasparenza alimenta un sistema fondato sulle clientele e basato sull’appartenenza invece che sulla competenza. Questo sistema impedisce il riconoscimento del merito, la valorizzazione delle idee migliori, e l’utilizzo più appropriato delle risorse. Non permette di costruire adeguatamente il futuro perché non è in grado di fare scelte pienamente consapevoli.

Agrigento è una città in bianco / nero

Non è capace di mantenere un sano equilibrio tra lo sguardo sul proprio passato e la necessaria proiezione verso il futuro. Non è attenta alle aspettative delle nuove generazioni. È un paese incapace di generare intelligenza collettiva.”;

per rendersi conto di come scritto si tratti di una pessima scopiazzatura di quanto pubblicato sul sito dell’Associazione Visione (clicca qui):

“L’Italia è troppo autoreferenziale. L’Italia non è un paese sufficientemente aperto al resto dell’Europa e del mondo. Spesso non è agganciato alle maggiori dinamiche internazionali, né è capace di porsi sulla frontiera dell’innovazione, intesa anzitutto come innovazione di approccio, metodo e cultura.

In Italia il senso della responsabilità è poco diffuso. In Italia manca il senso di responsabilità circa le conseguenze collettive delle proprie azioni pubbliche e private. Questo rende il paese incapace di premiare comportamenti virtuosi a beneficio della collettività e di respingere comportamenti dannosi per il bene pubblico.

L’Italia è opaca. La mancanza di trasparenza alimenta un sistema fondato sulle clientele e basato sull’appartenenza invece che sulla competenza. Questo sistema impedisce il riconoscimento del merito, la valorizzazione delle idee migliori, e l’utilizzo più appropriato delle risorse. Non permette di costruire adeguatamente il futuro perché non è in grado di fare scelte pienamente consapevoli.

L’Italia è ancora un paese in bianco o nero. L’Italia non è capace di mantenere un sano equilibrio tra lo sguardo sul proprio passato e la necessaria proiezione verso il futuro. Non è attenta alle aspettative delle nuove generazioni. È un paese incapace di generare intelligenza collettiva.”

Che dire? Ci dispiace dover notare come l’esordio non sia proprio dei migliori, anche se per dovere di cronaca va’ precisato, che lo stesso Moncada , nell’ammettere di aver riportato quanto pubblicato sul sito dell’Associazione Visione,  ha sostenuto di averlo fatto di proposito perchè essendone associato e condividendo quanto scritto ne ha voluto trarne spunto.

Siamo comunque certi che Moncada saprà recuperare quella che agli occhi di molti è sembrata un’autentica defaillance.

Gian J. Morici

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