Prima domenica di luglio. Comincia la festa di S.Calò. Ogni anno aspetto questa data con trepidazione… La mia famiglia (quella materna) è da secoli devota. La mia devozione reale, a parte la simpatia naturale, nasce 13 anni fa quando mia figlia venne alla luce. Per problemi inerenti al parto rischiò di morire e venne messa in una tenda d’ossigeno. Era il 4 luglio del ‘98… Un sabato che sconfinava nella prima domenica dedicata al nostro Santo Nero. Per noi mamme 2 + 2 fa sempre quattro: il sentimento, come sempre la matematica, è inopinabile. Il caso ha voluto che mio (ex, ma sempre) cognato fosse un portatore, il resto è di facile intuizione. Per mia scelta da qualche anno parto da S. Leone “In piduni” e lo faccio a piedi completamente scalzi (non perché sono bravissima), ma per dimostrare a me stessa che ogni qualsiasi ferita o mortificazione ha un significato specifico nel ruolo di madre. La mia non è stata una richiesta di grazia, la mia sarà sempre un’attestazione d’amore…. Un ringraziamento. Quest’anno il mio S. Calò è stato diverso… La mia partecipazione è cominciata come sempre alle sei. Ho viaggiato, ho visto la messa (per mea culpa, cosa che non sempre faccio), ho aspettato l’uscita alle dodici con grande emozione e poi mi sono confusa tra la folla. In verità sono tornata a casa stanchissima. Ma alcuni amici, nativi del luogo ma residenti in altri luoghi, chiamati in questa città da questa sorte di Passione che è il nostro Kalòs Geros …. mi hanno invitato per percorsi sconosciuti. Già dalle 16.30 ero in strada… fra le meraviglie del nostro centro storico e grazie alla loro conoscenza ho potuto appuntare nella mia memoria scorci direi quasi impossibili: viuzze, vedute, palazzi, ricostruzioni, cedute, ambiti meravigliosi che mai avrei potuto conoscere senza la loro curiosità che improvvisamente è diventata anche la mia. Ho visto e documentato la discesa di S.Calogero, che nella parte piu’ stretta del centro storico, dal piano Romano alla via Sferri, credo così si chiami (ma comunque nei pressi di cortile Sanzo), ha trasformato la profanità in un vero atto di fede. I portatori esausti, il santo traballante, la folla che accalcava gli scalini, le espressioni facciali di incredulità e gioia…tutto, troppo, estremamente AGRIGENTINO! |
1 thought on “San Calogero testimonianza di una devota”
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2 Maggio 2024
complimenti arianna, ho un solo aggettivo per connotare le tue riflessioni: RIGOROSO!