Dopo la condanna dei proprietari di palazzo Lo Jacono a 4 mesi di reclusione, pena sospesa, il sindaco di Agrigento Marco Zambuto annuncia la costituzione in giudizio nei processi penali a carico di proprietari degli immobili che non hanno ottemperato alle ordinanze.
Secondo quanto dichiarato da Zambuto, la sentenza emessa dal tribunale di Agrigento proverebbe la responsabilità dei proprietari nel crollo del palazzo monumentale.
Resta da capire se il fatto che il Comune già nel 2008 si era sostituito ai proprietari per mettere in sicurezza l’edificio, e il fatto che lo stesso sia crollato ben tre anni dopo che il Comune ne curava i lavori di messa in sicurezza, possa scagionare l’ente da ogni responsabilità.
Altro aspetto da chiarire, chi ha dichiarato che l’edificio non era più a rischio di crollo, tanto da fare rientrare gli abitanti delle case vicine e da far passare da lì la processione?
Se il Comune, sostituendosi ai privati, aveva messo in sicurezza il palazzo, come mai lo stesso è crollato?
Non meno curioso quanto si mormora in giro in merito all’importo dei lavori.
Risponde a verità il fatto che nonostante un finanziamento di 230.000euro – giudicata poi una somma esigua e forse insufficiente per effettuare i lavori -, il Comune avrebbe effettuato lavori una prima volta per un importo inferiore ai 150mila euro? Se così fosse, come mai non si ritenne di spendere l’intera somma disponibile, per effettuare quanti più lavori possibile per mettere sin da subito in sicurezza l’immobile?
gjm
complimenti al sig. sindaco paladino dei più deboli fra i proprietari c’è chi fatica giornalmente per poter mettere qualcosa in tavola .per onore della verita la condanna risale a fatti accaduti tre anni fa ancor prima che il comune guidato da cotanto sindaco mettesse mani sull’immobile (per metterlo in sicurezza o demolirlo ?????? )mi troverai nuovamente tra i tuoi elettori caro sindaco
rigettare le proprie responsabilità e addirittura attribuire le proprie ad altri pone il Cittadino a considerazioni che sono leggittime e anche, a mio modo di vedere obbligatorie in proiezione futura. Con mio grande rammarico intuisco un sottile,piacere di sopravvivenza e furbizia animale. E questo di questi tempi,con maggiore o minore ipocrisia, accade ovunque e ancor meglio in Sicilia.
Avevo giurato che per le prossime tornate elettorali ad esclusione del Referendum non mi sarei recato più alle urne, ma fatti di questo genere mi spronano sempre più a prendere posizioni non potendo rimanere piacevolmente insensibile a cotanta vergona. Il Crollo del Palazzo Lo jacono è solamente la punta dell’iceberg, perchè se vogliamo continuare nella metafora è un’altro il crollo incombente che più ci fà paura, il crollo di ogni responsabilità, di ogni sensibilità,affermazione questa non mia ma di un nostro illustre concittadino.
ciao sono la figlia di maraventano umberto mio padre stava a via caraccioli n 14,mio padre buona anima che morto nel 2005.in sua memoria diceva al comune ed i responzabili ad allora di avere il supportd per riprendere l edificio, che era pericolante,ma come si sa non era mai ascoltato,spero che a questo, della famiglia maraventano,crollati di massi ecc,che dire spero che non morira il nome di mio padre in memoria di lui e il palazzo lo jacono spero che risorgera portare in luce la leggenda e la sua storia e le sue radici