Grandangolo – il giornale di Agrigento diretto da Franco Castaldo nel numero 7 in edicola, si occupa della recentissima Sagra del mandorlo in fiore pubblicando la notizia relativa all’inchiesta su come è stato affidato l’appalto per la Sagra stessa e su come sono stati spesi i soldi. L’indagine è ufficialmente aperta. Dopo tanti sussurri, chiacchiericci, indiscrezioni, ecco l’atto ufficiale: personale della Digos della Questura di Agrigento, ha convocato e interrogato, come persona informata sui fatti, il consigliere comunale e capogruppo Mpa in Consiglio, Giuseppe De Francisci. Un colloquio serrato e franco, nel corso del quale De Francisci ha messo nero su bianco sottoscrivendo il relativo verbale ed anticipando ciò che Grandangolo aveva anticipato: lunedì presenterà l’esposto appena redatto sia alla Procura della Repubblica di Agrigento che alla Corte dei conti. Gli investigatori della Digos, interrogando il consigliere comunale, hanno mostrato, come primo atto, copia di un articolo di Grandangolo contenente notizie sulla Sagra e i dubbi sollevati da questo giornale. Articolo che riportava anche le valutazioni di un atto ispettivo che De Francisci aveva inoltrato al sindaco Zambuto nel corpo del quale, senza molti giri di parole, si poteva intuire che l’appalto per organizzare la tradizionale festa agrigentina presentava parecchie anomalie. La vicenda, come si può intuire è destinata a riservare altre sorprese.Sempre in prima pagina si affrontano temi delicati: l’appalto Terravecchia, ossia parecchi milioni di euro destinati alla riqualificazione del centro storico ed alla realizzazione di case per i ceti meno abbienti. Secondo i calcoli fatti da Grandangolo, si corre il rischio che un alloggio ristrutturato potrebbe costare qualcosa come 253 mila euro. Un’enormità; la politica, con gli annunci di rimpasti al Comune e i rimpasti effettuati alla Provincia. L’intervistona di Diego Romeo è appannaggio del capo della Polstrada di Agrigento, Calogero La Porta. La pagina sulla mafia è stata strutturata sulle dichiarazioni di tre pentiti: Calogero Rizzuto, Luigi Putrone e Ignazio Gagliardo. Inedite le vicende raccontate a cominciare dal pizzo pagato per la realizzazione del parcheggio sito dietro il cine Astor e molto altro ancora.