Questa settimana tratterò un argomento non giuridico ma semplicemente una commemorazione alla memoria.
Il prossimo 14 febbraio sarà il 9° anniversario della morte dell’On. Giuseppe Sinesio mio illustre concittadino, figlio della nostra terra. Per cui intendiamo ricordarlo con un breve articolo che ricostruisca, per quanto possibile, 44 anni di vita politica.
Giuseppe Sinesio nasce a Porto Empedocle il 18 maggio del 1921 da una famiglia medio borghese di commercianti, originari di Cattolica Eraclea. Il padre fu un illustre commerciante della città marinara e Giuseppe fu il primo di 4 figli. L’ultimo è l’amico Aldo Sinesio, proprietario della omonima casa discografica che in questi giorni ha organizzato, proprio a Porto Empedocle, una quattro giorni di jazz dedicata a Freddie Hubbard.
Giuseppe Sinesio frequenta il ginnasio e poi si trasferisce a Milano per laurearsi in Chimica. In questa esperienza lombarda lo stesso entra in contatto con alcuni famosi personaggi che saranno successivamente determinanti per la crescita politica non solo dello stesso Sinesio ma anche della cittadina marinara.
Terminati gli studi universitari ritorna in terra natia e comincia ad insegnare presso l’istituto tecnico e nel frattempo comincia a intraprendere i primi passi in politica.
Nel 1948 arriva il primo incarico pubblico di vicesindaco e successivamente nel 1952 diventa Sindaco della città marinara, incarico che manterrà per ben 27 anni consecutivi.
Contestualmente aveva svolto anche attività sindacale nella Cisl di Giulio Pastore e nel 1958 arriva il grande salto nello scenario della politica nazionale.
Viene candidato nelle liste dalla Democrazia Cristiana alla Camera dei Deputati e viene eletto e poi confermato nelle successive 8 tornate elettorali fino all’ultima avvenuta nel 1987 con grande successo raccogliendo oltre 90.000 voti.
Nello stesso anno 1958 verrà eletto un altro personaggio di grande spessore politico, Carlo Donat Cattin al quale Sinesio resterà legato per gran parte della sua attività parlamentare.
Infatti, dopo una parentesi Fanfaniana (per la verità in quel periodo la corrente Fanfani rappresentava circa il 90% dell’intera DC) aderisce alla corrente Forze Nuove di Donat Cattin, che rappresentava all’epoca la sinistra sociale della Democrazia Cristiana, a cui rimarrà legato fino al 1983, anno in cui la corrente viene sciolta a seguito dei problemi giudiziari che coinvolsero il figlio dell’allora Ministro Donat Cattin.
Nel 1971 arriva il primo incarico di governo come sottosegretario ai Trasporti e successivamente al Tesoro e all’Industria.
In quell’epoca vigeva una regola interna alla DC e cioè che i parlamentari di prima nomina non potevano ricoprire incarichi di Governo e che la carica di sottosegretario non poteva essere ricoperta per un periodo complessivo superiore ai cinque anni.
Sinesio fu sottosegretario di Stato per complessivi sette anni e per questo gli fu concessa una deroga da parte della Direzione Nazionale della Dc di cui, peraltro, fece parte diverse volte.
In più di una occasione arrivò sulla soglia dell’incarico ministeriale senza mai ricoprirlo ed una in particolare rimase famosa. La riporto ai lettori per come mi fu raccontata dallo stesso Sinesio con il quale avevo un rapporto quasi filiale e che ha segnato buona parte della mia vita.
Siamo nel 1978 e Sinesio ricopriva l’incarico di Sottosegretario di Stato all’Industria mentre Ministro era Carlo Donat Cattin. Un accordo precongressuale tra le correnti della DC prevedeva che dopo il Congresso Donat Cattin avrebbe ricoperto la carica di vicesegretario nazionale lasciando l’incarico di Ministro al quale sarebbe dovuto andare proprio Sinesio che da Sottosegretario sarebbe divenuto Ministro. Presidente del Consiglio dei Ministri era Giulio Andreotti.
Ed in effetti Donat Cattin andò a fare il vicesegretario della DC ma qualcosa impedì a Sinesio di ricoprire la carica di Ministro dell’Industria e gli fu, invece, offerta la carica di Ministro della Funzione Pubblica che Sinesio rifiutò per una questione di principio. Così rifiuto l’incarico di Ministro. Ed in verità debbo dire la storia corrisponde a realtà poiché ebbi modo di leggere, nella cosiddetta navicella che è un testo nel quale vengono ogni anno pubblicati tutti i riferimenti dei parlamentari e dei ministri, proprio il nome di Sinesio quale componente del Governo Andreotti.
Dopo anni scoprì che in quella occasione non divenne Ministro dell’Industria perché un famoso Avvocato di Torino a capo di una famosa azienda pose il veto perché ritenuto troppo di sinistra.
Fu grande amico di Aldo Moro e con la sua morte cominciò il suo declino politico perché qualche anno dopo si sciolse anche la corrente di Forze Nuove e contestualmente comincio l’era degli anni ottanta caratterizzata dal demitismo e dal craxismo.
Gli anni 60-70 furono anni di grande splendore per la cittadina empedoclina perché, anche grazie alle amicizie coltivate in epoca universitaria e soprattutto grazie alla forte amicizia politica di Sinesio con Giuseppe La Loggia, padre dell’attuale senatore Enrico La Loggia, furono realizzati importanti insediamenti industriali realizzati dopo la colmata a mare che creò la cosiddetta area Montedison.
Nacque così la Montecatini 1, la Montecatini 2, divenuta negli anni successivi Montedison. Nacque la centrale Enel, caratterizzata da grandi sommosse popolari dei licatesi poiché era in quel territorio che avrebbe dovuto sorgere e nacque, anche grazie alla amicizia di Sinesio con Pesenti, patron della Italcementi, la cementeria di Porto Empedocle.
Dopo una lunga assenza dalla sua città d’origine nel 1985 si ricandida al consiglio comunale di Porto Empedocle e ne diventa nuovamente Sindaco (a quell’epoca i Sindaci venivano eletti non dal popolo ma dai consigli comunali) fino al 1988 quando a seguito della spaccatura dell’allora corrente Sinesio – Sciangula, avvenuta in una drammatica seduta del comitato provinciale della Democrazia Cristiana del 23 luglio 1988, anche la DC di Porto Empedocle si spaccò ed elesse Sindaco il Prof. Lillo Gucciardo candidato proprio contro Giuseppe Sinesio.
Molti autorevoli politici della nostra provincia sono nati dalla scuola Sinesio tra i quali Lello Rubino, Gaetano Trincanato, Calogero Mannino e Salvatore Sciangula che ne era anche il cognato e poi ancora il Sen. Nuccio Cusumano e ancora Carmelo Sciascia Cannizzaro di Canicattì, l’attuale Sindaco di Porto Empedocle Lillo Firetto, il suo predecessero Paolo Ferrara e tanti altri.
La divisione politica tra i due cognati, Sinesio-Sciangula, provocò anni bui non solo per la vita politica empedoclina ma anche della provincia di Agrigento e fu l’inizio della fine di entrambi i politici.
Infatti, Sinesio concluse la sua vicenda parlamentare nel 1992 e non si ricandidò alle elezione di quell’anno anche perché intuì, e questo lo posso dire per conoscenza personale, che il tempo che sarebbe arrivato dopo le elezioni politiche del 1992 era una tempesta che avrebbe travolto tutto e tutti, mentre Sciangula dopo alcune vicende giudiziarie morì in piena seduta parlamentare a Palazzo dei Normanni colpito da un infarto fulminante.
Dopo la spaccatura della corrente, Sinesio aderì alla corrente del Grande Centro-Azione Popolare capitanata da Antonio Gava. Ma in quella corrente, che rappresentava i neodorotei democristiani, Sinesio non riusci ad integrarsi perché troppo lontana dalla sua cultura politica di provenienza sindacale e quindi più vicina alla sinistra democristiana.
Anche in questa occasione giunse quasi alla porta dell’incarico ministeriale ed in particolare alle Partecipazione Statali ma anche quel cammino fu interrotto dalle opposizioni e dalle invidie interne alla corrente.
In quel periodo decise di allontanarsi dalle vicende politiche agrigentine e siciliane perché capì che il tempo che stava per arrivare era un tempo di tempesta e allora accettò un incarico di carattere internazionale. Infatti forse pochi sanno che nella fase finale della sua esperienza politica rivesti la carica di Vice Presidente Vicario dell’UEO (Unione Europea Occidentale) avente sede a Parigi.
Conobbe i più grandi personaggi mondiali da J.F. Kennedy, a cui poi dedico la piazza più importante di Porto Empedocle, a Gorbaciov, da Mao a Kissinger oltre naturalmente a tutti i personaggi politici italiani.
Ho conosciuto personalmente Giuseppe Sinesio ed è stato per me un grande maestro di vita. Aveva indubbiamente un carattere forte, tenace e a volte anche testardo, una lungimiranza, un intuito ed un istinto politico come pochi. Ricordo un fatto particolare avvenuto nel 1992 quando il parlamento italiano, dimessosi il Presidente della Repubblica Francesco Cossiga, con il quale aveva un rapporto personale, doveva eleggere il nuovo Capo dello Stato. In quei giorni si facevano i nomi dei papabili quali Giulio Andreotti, Arnaldo Forlani, Bettino Craxi, Ciriaco De Mita e, invece, lui mi disse, con largo anticipo, che il nuovo Presidente della Repubblica sarebbe stato Oscar Luigi Scalfaro, di cui fu grande amico. E così avvenne.
Capace di grandi azioni umane e cristiane, un grande comunicatore dei tempi con un particolare istinto nel prevedere i movimenti politici, uno stratega politico ed elettorale ma un uomo capace di grandi azioni di umanità.
Grazie alla sua politica di sviluppo assicuro un posto di lavoro a migliaia di persone, spesso senza guardare il colore politico di appartenenza. Molta gente che oggi grida allo scandalo quando si parla di raccomandazioni e vorrebbe impartire lezioni di moralità fece anticamera presso la sua segreteria o anche nella sua villa di Porto Empedocle chiedendo ed ottenendo un posto di lavoro.
Un giorno fece stampare su dei cartoncini della Camera dei Deputati una frase che distribuiva ai suoi amici “Non far del bene se non hai la forza per sopportare l’ingratitudine”.
A me in particolare ricordava sempre una frase e cioè che la gratitudine è sempre a priori e mai a posteriori.
Quando nove anni fa morì il giornalista de La Sicilia, Francesco di Mare, titolo la pagina a lui dedicata “E’ morto il padre di Porto Empedocle” ed indubbiamente era un titolo che fotografava la situazione perché effettivamente fu veramente il padre di Porto Empedocle.
Malgrado ciò non vi è una piazza o una via importante della città marinara che lo ricordi se non l’intitolazione della biblioteca comunale, ma se a un inesistente personaggio dei libri come il commissario Montalbano è stata dedicata una statua credo che a lui doveva essere riservato un migliore trattamento alla memoria.
Morì il 14 febbraio del 2002 nel modo che ritengo avrebbe voluto: mentre si stava per imbarcare sull’aereo che lo avrebbe portato a Roma.
Cordialmente
Avv. Giuseppe Aiello
aielloavvgiuseppe@libero.it
cell. 3389622713
2 thoughts on “L’OPINIONE DELL’AVVOCATO – GIUSEPPE SINESIO VISTO DA VICINO”
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leggete c
ronaca vera del 12 luglio 2011 si parla dell’Onorevole Sinesio
Ricordo molto bene quel periodo ed i parlamentari di questa terra che rappresentarono la continuità del sottosviluppo della Sicilia.
Compare Volpe (compare di tutti) Luigi Giglia e Di Leo Bonfiglio e tanti altri
Si parlava di ascarismo allora. Ma tutto sommato periodi migliori dei tempi presenti.
Certamente era un uomo di buoni costumi