Com’era prevedibile, già fin dalle prime rivelazioni i documenti classificati messi in rete dal sito Wikileaks mettono a nudo scenari che faranno discutere molto nei prossimi mesi e che creeranno non pochi problemi alle diplomazie di mezzo mondo.
I documenti riservati della diplomazia americana diffusi oggi da Wikileaks sono stati rilanciati su internet da El Pais, New York Times, Guardian e Le Monde.
Sugli oltre 200mila documenti, 3.012 riguarderebbero l’Italia.
Berlusconi viene definito dall’incaricata d’affari americana a Roma Elizabeth Dibble come un “incapace, vanitoso e inefficace come leader europeo moderno” oltre che “fisicamente e politicamente debole” le cui “frequenti lunghe nottate e l’inclinazione ai party significano che non si riposa a sufficienza”.
Secondo i documenti americani, Berlusconi è visto con scarsa fiducia, se non con aperto sospetto, per i suoi rapporti con Vladimir Putin, di cui viene definito il “portavoce
Non mancano i rapporti statunitensi di evidenziare come i due leader siano uniti da “regali sontuosi” e da “contratti energetici lucrativi”.
Aspetti che già conoscevamo e dei quali avevamo scritto nel giugno del 2009, quando in tempi non sospetti palesavamo come il vero nodo cruciale della situazione politica italiana fosse quello dei rapporti con gli altri Stati, in particolar modo con quelli della Comunità Europea e con gli Stati Uniti.
Il riferimento era agli articoli pubblicati da un giornale londinese sulle vicende che avevano tenuto banco per tutta la campagna elettorale: Noemigate, veline, Veronica Lario, festini a Villa Certosa.
Ma poteva essere solo lo scontro con Murdoch a dare risalto mondiale alle vicende più o meno personali di Berlusconi?
Certamente no.
Una spiegazione forse la potremmo trovare in quello che accadde tempo fa, quando una ditta siracusana vinse una gara d’appalto per lavori da fare in un impianto petrolchimico in Inghilterra.
In quella circostanza, gli operai inglesi, protestarono, trovando ampio spazio sui mass-media, contro l’assunzione di un centinaio di operai siciliani.
“British work for british workers” (lavoro inglese per lavoratori inglesi) urlavano i manifestanti.
Paura di perdere il loro lavoro, specie in un momento di crisi?
Forse. Assai più probabile invece, la strumentalizzazione delle paure degli operai, per dare un segnale inequivocabile a noi italiani.
Lo stesso presidente Gordon Brown, non espresse alcuna seria condanna nei riguardi di chi, con un simile gesto di protesta, metteva in discussione la democrazia del paese.
Forse una risposta a tutto questo, possiamo cercarla negli affari che sempre più spesso, grazie anche al nostro premier, legano il nostro Paese alla Russia, in particolar modo a Putin.
Il 16 gennaio del 2008 la società energetica russa Gazprom (Gazprom entrerà nel mercato italiano. Lo farà tramite una quota di minoranza in una delle cinque centrali elettriche di una lista che l’Enel ha già proposto al colosso russo del gas) ha firmato un accordo con le autorità nigeriane per la coltivazione e la liquefazione del metano estratto dai giacimenti sul Delta del Niger.
Mentre in Sicilia si procede speditamente con le autorizzazioni per il rigassificatore di Porto Empedocle, la realizzazione di un altro impianto analogo viene osteggiata: il rigassificatore di Priolo della Yonio Gas!
Questo impianto, fortemente contestato anche dal Mpa di Raffaele Lombardo, rappresenta gli interessi anglo-olandesi.
Yonio Gas appartiene infatti alla Shell.
Ma non si tratta dell’unico caso in cui l’Italia sembra preferire la Russia (o meglio Putin).
Prova ne sia la partecipazione di Gazprom in SeverEnergia (60% Eni e 40% Enel).
Eni ed Enel hanno ceduto a Gazprom il 51% del loro consorzio Severenergia che è diventa così la prima società italo-russa ad operare nei giacimenti della Siberia occidentale, regione dove viene prodotto il 90% del gas.
Una partecipazione non di poco conto, vista l’aggiudicazione da parte del gruppo di alcuni assettt della Yukos, che permette di entrare in gioco nella produzioni di idrocarburi nella penisola dello Yamal.
Per la vendita della società russa Yukos, l’Enel si è impegnata a corrispondere circa 852 milioni di dollari.
Nel 2004, Tim Osborne, direttore della holding che raccoglieva i principali azionisti della società, riteneva inevitabile il fallimento della medesima, dato che doveva 27 miliardi di dollari al fisco, e ritenendo che ne avrebbe incassati solo 10 dalla vendita della Yugansk..
Chi ha permesso l’acquisto degli asset di Yukos, per un valore di gran lunga inferiore a quello reale? E perché?
Non va inoltre dimenticato come gli spagnoli abbiano già dovuto cedere la Endesa, che è la più grande società di energia elettrica in Spagna, a noi italiani (Enel), che in più settori, compreso quello dell’energia, sembriamo prediligere i russi.
Un accordo a doppio binario, quello con Putin, che va dal contratto per la produzione di un super jet 100, al settore energetico Eni, (Enel Gazprom), alle commesse a favore di Finmeccanica nel settore delle ferrovie e degli elicotteri e nel settore delle comunicazioni.
Un accordo che riguarda la realizzazione del gasdotto South Strem, destinato a portare in Italia il gas dei giacimenti russi, con un ampliamento della capacità da 31 a 47 miliardi di metri cubi di gas.
Ha un bel da dire il premier che tutti sono comunisti (opposizione, mass media nazionali ed esteri, politici stranieri, imprenditori ecc), a Soci, lo attenderà sempre il suo amico Putin, membro del Partito Comunista dell’Unione Sovietica, che fu arruolato alla fine degli studi nel KGB…
Ma adesso, tutto il mondo né è a conoscenza….
Cosa accadrà dopo l’uragano Wikileaks?
Molto probabilmente, molti governi penseranno a legiferare in materia di informazione su internet e cercheranno di mettere il bavaglio a chiunque ritenga sia giusto avere un’informazione libera e trasparente.
La prima reazione, sarà dunque quella di censurare il mondo della rete.
Non è difficile poi ipotizzare le conseguenze che questa vicenda avrà sui mercati finanziari. I contraccolpi in borsa, non tarderanno a farsi sentire.
A questo, si andranno ad aggiungere le ripercussioni di carattere diplomatico.
Come mantenere sul proprio territorio funzionari di ambasciate, ma anche semplici cittadini, che hanno preso parte o hanno collaborato alla stesura dei documenti incriminati?
Almeno 180 ambasciate Usa di tutto il mondo utilizzano un sistema denominato Internet SIPRNet US Army, acronimo di Internet Protocol Secret router di rete. Tutti i file incriminati sono stati inviati con questo mezzo, come dimostra l’etichetta che ciascuno di essi porta nella sua intestazione, la SIPDIS parola, che sta per Internet Protocol Distribution Secret.Secondo quanto riportato dal Congresso degli Stati Uniti.
Il numero di persone che hanno accesso a questo genere di informazioni è notevolmente cresciuto nel corso degli ultimi anni.
A questa crescita ha contribuito anche la necessità di ampliare il numero delle persone che lavorano sui temi della sicurezza e, pertanto, a molti è dato accesso a documenti classificati. Il Dipartimento di Stato classifica i propri rapporti su una scala da Top Secret a Confidential. Nei documenti pubblicati, nessuno pare sia classificato come Top Secret, anche se più di 15.000 sono ascrivibili alla scala inferiore, Secret.
Come si può dedurre da dati elaborati dai Control Ufficio del Governo americani, nel paese, più di tre milioni di cittadini sono autorizzati ad accedere a tale materiale segreto. Decine di migliaia di dipendenti del Dipartimento di Stato, i funzionari della CIA, FBI, servizi segreti DEA delle forze armate e altri dipartimenti coinvolti nella ricerca di informazioni.
Non bisogna dimenticare inoltre che negli Stati Uniti operano 16 agenzie di intelligence che utilizzano personale sparso in tutto l’intero globo terrestre per ragioni diverse, non escluse quelle dello spionaggio.
Sarà molto costoso, quindi, per il paese per riparare i danni provocati da questa perdita, e ci vorranno anni per mettere su un nuovo sistema di comunicazione che dia più ampie garanzie.
Più importante, tuttavia, è il valore informativo dei documenti di oggi. Siamo di fronte ad una serie di racconti, senza precedenti che servirà per una migliore comprensione di alcuni conflitti e di personalità che influenzano la nostra vita e dei fattori determinanti che possono aprire ai nostri lettori una nuova interpretazione della realtà che li circonda.
Forse, libertà e democrazia, passano anche da episodi come quello odierno e da siti come Wikileaks che hanno squarciato le tenebre dell’oscuro mondo delle informative diplomatiche, dei servizi di intelligence e di quelli delle 16 agenzie americane, sulle quali ci sarà certamente ancora molto altro da dire.
Gian J. Morici
WASHINGTON, DC – Il senatore Joe Lieberman (I-CT), presidente del Senato Homeland Security e Governmental Affairs Committee e membro anziano del Senate Armed Services Committee, ha rilasciato la seguente dichiarazione in risposta alla decisione di Wikileaks ‘di rendere pubblici più di 250.000 documenti diplomatici:
“La divulgazione intenzionale da parte di Wikileaks ‘di questi documenti è un attacco alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti, così come a quella di decine di altri paesi. Con la diffusione di questi materiali, Wikileaks sta mettendo a rischio la vita e la libertà di innumerevoli americani in tutto il mondo. Si tratta di un’azione scandalosa, temeraria, e spregevole, che mina la capacità del nostro governo e dei nostri partner per manteneral sicuro il nostro popolo e lavorare insieme per difendere i nostri interessi vitali. Non ci devono essere dubbi: le persone responsabili di questo gesto stanno macchiarsi le mani di sangue. Mi trovo a sostegno dell’Amministrazione Obama nel condannare Wikileaks per la pubblicazione di queste informazioni. Invito inoltre l’amministrazione Obama – sia per conto proprio che in collaborazione con altri governi di tutto il mondo – a usare tutti i mezzi legali necessari per chiudere Wikileaks prima che possa fare più danni rilasciando altri documenti. Le attività di Wikileaks rappresentano una minaccia per la sicurezza internazionale.
“E ‘anche scandaloso che Wikileaks e quanti collaborano nascondano la loro condotta dietro l’ideale della’ trasparenza ‘. Come nazione democratica abbiamo sempre creduto che il popolo americano dovrebbe avere accesso a quante più informazioni possibile. Ma abbiamo anche a lungo riconosciuto che – per mantenere sicuro il nostro Paese – alcune informazioni devono essere tenute segrete. Il popolo americano in ultima analisi, ha comunque il controllo attraverso i nostri rappresentanti democraticamente eletti e le nostre istituzioni. Quello che Wikileaks sta facendo è un corto circuito l’intero processo democratico – rivendicando per sé il potere esclusivo, unilaterale, e non controllato di decidere che cosa dovrebbe o non dovrebbe essere reso pubblico. Si tratta quindi non solo un attacco alla nostra sicurezza nazionale, ma un reato contro la nostra democrazia e il principio di trasparenza “.
Silvio Berlusconi il migliore amico degli Stati Uniti sempre pronto a sostenere le amministrazioni Clinton, Bush e Obama.! – il migliore amico dei Libici sempre pronto a sostenere l’amministrazione Gheddafi! – il migliore amico dei Russi sempre pronto a sostenere l’amministrazione Putin! – ovviamente il migliore amico degli Italiani! – cosi altruista! Ricco e intelligente ci farà persino risparmiare sulle bollette del gas di riscaldamento, quello per cucinare . . . . se ne è occupato personalmente, pensa proprio a tutto! – grazie!