Raccomandazione per guidare l’ambulanza. Sequestrate le carte con i nomi degli sponsor politici: per il ministro la sigla “Alf”
Durante la sua requisitoria, il pm Luca Sciarretta, il nome del ministro Angelino Alfano lo ha citato più volte. Dalle intercettazioni e dai documenti sequestrati durante l’inchiesta sulla Concorsopoli agrigentina emerge, infatti, che il ministro della Giustizia ha raccomandato un suo storico collaboratore, Alfonso Mirotta, per un posto da autista di autoambulanza. Alcuni dei dodici imputati per i quali il 10 ottobre scorso l’accusa ha chiesto 30 anni di pena per reati che vanno dall’abuso d’ufficio all’aver truccato i concorsi, dicono chiaramente che Mirotta non aveva i titoli non per vincere, ma nemmeno per partecipare alla gara. Ma aveva un santo in paradiso: il futuro Guardasigilli. Un vero asso nella manica visto che nella Asl di Agrigento amici e parenti di Alfano ce ne sono parecchi. Una situazione tanto imbarazzante, quanto paradossale, se si pensa che lo stesso Alfano il 10 novembre scorso è stato chiamato a decidere, annullandolo, sul concorso romano per notai inficiato da irregolarità sulle tracce.
I fatti siciliani, però, raccontano altro. Il nome del ministro, che non risulta indagato, viene fatto il 10 maggio 2005. Due uomini parlano dentro un’auto intestata all’imputato Armando Savarino. All’epoca Savarino è direttore sanitario dell’Asl di Agrigento. “Viri Angelino Alfano… trasinu i cristiani come voli iddu (vedi Angelino Alfano, entrano le persone come vuole lui)”, racconta uno. L’altro: “Angelino Alfano a chi sta facendo entrare?”. Risposta: “Il suo autista”. I due si riferiscono a un concorso pubblico. In ballo ci sono sette posti per conducenti d’ambulanza. Il bando è stato licenziato dall’Asl 1 di Agrigento. Come andrà a finire? Ecco cosa racconta il magistrato nella sua requisitoria: “Tra i vincitori del concorso vi è Alfonso Mirotta, ex autista e collaboratore dell’onorevole Angelino Alfano”. Siamo tra il 2005 e il 2006. All’epoca Alfano è già deputato di Forza Italia. In quel periodo ricopre la carica di coordinatore regionale. Il magistrato prosegue il suo ragionamento: “Appare significativo che Alfonso Mirotta all’epoca della vittoria del concorso svolgesse da dieci anni l’attività di autista personale e di collaboratore tutto fare dell’onorevole Alfano e della sua famiglia”.
Chi sono quei due uomini? Uno si chiama Totò. L’altro è Michele Esposto e partecipa al concorso. Sostiene che il factotum “di Angelino Alfano aveva falsificato i titoli e aveva vinto il concorso solo grazie all’influenza politica del suo raccomandante”. Il magistrato prosegue: “L’interlocutore concorda con l’Esposto sul fatto che l’esponente politico esercitasse in generale la propria influenza per fare assumere le persone a lui vicine”. Mirotta, però, non è il solo. Nell’indagine i nomi dei raccomandati sono centinaia. Tanto che la richiesta d’arresto del 2006 sancisce l’esistenza di “un sistema di potere clientelare, con finalità politico – elettoralistiche”. A orchestrarlo, secondo l’accusa, lo stesso Savarino che gioca di sponda sulle raccomandazioni per fare incetta di voti. Tra gli indagati ci finisce anche sua figlia, Giuseppa Savarino, che alle Regionali del 2006 otterrà 15.722 preferenze per la lista dell’Udc, prima fra gli eletti nella provincia di Agrigento.
L’esistenza di una “pratica della raccomandazione” e del conseguente “sistema di potere clientelare” viene sancita dal ritrovamento di due schedari sequestrati all’interno della segreteria politica di Giusy Savarino. Emergono, racconta il pm, “i nominativi di circa 800 persone con l’indicazione per ciascuna della causa della schedatura (per lo più identificabile nel favore effettuato o ricevuto, effettuando o ricevendo), dei numeri di telefono sui quali contattare i soggetti”. Il sistema è ben avviato. Garantisce voti. Tanto che il gruppo di Savarino viene contattato da diversi politici. C’è Alfano, ma anche il parlamentare ed ex governatore della Sicilia Salvatore Cuffaro, l’europarlamentare Salvatore Iacolino, ex direttore amministrativo dell’Asl di Agrigento, l’assessore regionale Michele Cimino (attualmente indagato per concorso esterno in associazione mafiosa), Vincenzo Lo Giudice, ex assessore della Regione Sicilia (già condannato per associazione mafiosa: 11 anni e 4 mesi in appello). Non sono indagati nell’inchiesta di Concorsopoli, ma si sono dati da fare per sponsorizzare persone a loro vicine. Nella sua requisitoria il pm parla di “rapporti significativi” con la cricca della raccomandazione. Rapporti che finiscono su un foglio di carta sequestrato ad Armando Savarino dove vengono “annotati i nominativi che risulteranno tra i vincitori del concorso”. Accanto ai nomi alcune sigle che corrispondono agli sponsor politici: ALF accanto al factotum del ministro.
Da Il Fatto Quotidiano del 16 novembre 2010
bene ed ora che succede ?
Se si scoprono gli altarini, tantissimi, se non tutti i politici e i sindacalisti verranno accusati di concorsopoli, non è possibile che mentre tantissimi giovani per affermarsi e per avere un posto di lavoro debbano andare al nord o dove c’è più serietà nei concorsi, i loro figli sono talmente bravi…… di trovare i posti ad Agrigento!.. guarda caso dove i loro genitori determinano il potere, è uno scandalo! che spero al più presto venga smantellato, e sia data opportunità a chi merita, e non ha chi “subisce” l’odioso ricatto di dover prima lavorare per 10 anni, talvolta anche gratis per avere un’opportunità di lavoro. E’ ora di smetterla !!!! E grazie a chi fa sapere i PARENTOPOLI
……….” Se si scoprono gli altarini, tantissimi, se non tutti i politici e i sindacalisti verranno accusati di concorsopoli ” Il giovane Emanuele C.P. d’agrigento mette la sua firma di giovane disperatamente a vocazione terroristica. Infatti, come può diffamare tutta, dico tutta, la classe politica e tutti dico tutti i sindacalisti come lestofanti e arraffatori di posti pubblici. Non mi pare che la Rita Borsellino, nè Luca Orlando, nè Angelo Capodicasa e tanti tanti altri sindacalisti come la Camusso, la Renata Polverini, o Maurizio Bernava possano essere additati cosi come Emanuele C.P. dice. Occorre sempre non fare di tutta l’erba un fascio… se no è facile dire che tutti i giovani come Emanuele C.P. sono fannulloni e mammoni.
Concorsopoli si sta avviando verso la conclusione del processo penale, ma “”PARENTOPOLI”” negli enti bilaterali quali Cassa Edile e Scuola Edile che fine ha fatto?? tutte le denuncie proclamate dalla Cgil che fine hanno fatto ?? e delle denuncie della Cassa Edile qualcuno ne sa niente??
Tutti assumono i propri figli e nipoti con dispregio del CCNL degli Edili e dello statuto della Cassa Edile.
Le assunzioni si dovrebbero fare per selezione e per professionalità, così recita il CCNL.
Ma ad essere assunti per linea diretta sono sempre loro, i soliti parenti dei direttori, presidente e sindacalisti, mentre i figli dei poveri lavoratori, che finanziano gli Enti con i loro contributi, devono emigrare per poter trovare un posto di lavoro.
Per poter fare 8 assunzioni, si sono persino inventati un incentivo all’esodo, da corrispondere a quei lavoratori, che pur avendo i requisiti, non volevano lasciare il posto di lavoro, hanno elargito i soldi della Cassa Edile, che è vietato dallo Statuto delle Casse(art. 5), hanno utilizzato i soldi che dovevano servire solo per migliorare le prestazioni ai lavoratori, hanno avuto il ritorno dell’assunzione di un proprio parente.
Ed il sindacato che dovrebbe tutelare gli interessi dei lavoratori che fa????, si mette dalla parte datoriale e si spartiscono i posti di lavoro. VERGOGNA avete calpestato la speranza di tanti giovani figli di onesti lavoratori, che non hanno la fortuna di essere parenti di questi personaggi, avete trasformato i due enti Cassa Edile e Scuola Edile in uno stipendificio pagato con i soldi dei lavoratori.
E ora che i lavoratori edili si ribellino a questi soprusi e reclamino i loro diritti, pretendendo pubblici concorsi con pubbliche commissioni e che vadano avanti i più meritevoli e non i soliti figli e parenti di amministratori e sindacalisti.
Diritti Negati
http://www.sicilia24h.it/trapani-alfano-segretario-generale-camera-di-commercio_31968/ ma di cosa parliamo?
stiamo attenti a citare come nomi buoni gente che ha ottenuto posti di favore da 20 anni.non conoscete nulla.
Illustre direttore, quanto scritto dal PROF.PIER LUIGI GELLI sembra attinente all’articolo ,infatti …
LA LETTERA. Il direttore generale della Luiss
avremmo voluto che l’Italia fosse diversa e abbiamo fallito
“Figlio mio, lascia questo Paese”
di PIER LUIGI CELLI
Un’aula dell’Università di Bologna
Figlio mio, stai per finire la tua Università; sei stato bravo. Non ho rimproveri da farti. Finisci in tempo e bene: molto più di quello che tua madre e io ci aspettassimo. È per questo che ti parlo con amarezza, pensando a quello che ora ti aspetta. Questo Paese, il tuo Paese, non è più un posto in cui sia possibile stare con orgoglio.
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Puoi solo immaginare la sofferenza con cui ti dico queste cose e la preoccupazione per un futuro che finirà con lo spezzare le dolci consuetudini del nostro vivere uniti, come è avvenuto per tutti questi lunghi anni. Ma non posso, onestamente, nascondere quello che ho lungamente meditato. Ti conosco abbastanza per sapere quanto sia forte il tuo senso di giustizia, la voglia di arrivare ai risultati, il sentimento degli amici da tenere insieme, buoni e meno buoni che siano. E, ancora, l’idea che lo studio duro sia la sola strada per renderti credibile e affidabile nel lavoro che incontrerai.
Ecco, guardati attorno. Quello che puoi vedere è che tutto questo ha sempre meno valore in una Società divisa, rissosa, fortemente individualista, pronta a svendere i minimi valori di solidarietà e di onestà, in cambio di un riconoscimento degli interessi personali, di prebende discutibili; di carriere feroci fatte su meriti inesistenti. A meno che non sia un merito l’affiliazione, politica, di clan, familistica: poco fa la differenza.
Questo è un Paese in cui, se ti va bene, comincerai guadagnando un decimo di un portaborse qualunque; un centesimo di una velina o di un tronista; forse poco più di un millesimo di un grande manager che ha all’attivo disavventure e fallimenti che non pagherà mai. E’ anche un Paese in cui, per viaggiare, devi augurarti che l’Alitalia non si metta in testa di fare l’azienda seria chiedendo ai suoi dipendenti il rispetto dell’orario, perché allora ti potrebbe capitare di vederti annullare ogni volo per giorni interi, passando il tuo tempo in attesa di una informazione (o di una scusa) che non arriverà. E d’altra parte, come potrebbe essere diversamente, se questo è l’unico Paese in cui una compagnia aerea di Stato, tecnicamente fallita per non aver saputo stare sul mercato, è stata privatizzata regalandole il Monopolio, e così costringendo i suoi vertici alla paralisi di fronte a dipendenti che non crederanno mai più di essere a rischio.
Credimi, se ti guardi intorno e se giri un po’, non troverai molte ragioni per rincuorarti. Incapperai nei destini gloriosi di chi, avendo fatto magari il taxista, si vede premiato – per ragioni intuibili – con un Consiglio di Amministrazione, o non sapendo nulla di elettricità, gas ed energie varie, accede imperterrito al vertice di una Multiutility. Non varrà nulla avere la fedina immacolata, se ci sono ragioni sufficienti che lavorano su altri terreni, in grado di spingerti a incarichi delicati, magari critici per i destini industriali del Paese. Questo è un Paese in cui nessuno sembra destinato a pagare per gli errori fatti; figurarsi se si vorrà tirare indietro pensando che non gli tocchi un posto superiore, una volta officiato, per raccomandazione, a qualsiasi incarico. Potrei continuare all’infinito, annoiandoti e deprimendomi.
Per questo, col cuore che soffre più che mai, il mio consiglio è che tu, finiti i tuoi studi, prenda la strada dell’estero. Scegli di andare dove ha ancora un valore la lealtà, il rispetto, il riconoscimento del merito e dei risultati. Probabilmente non sarà tutto oro, questo no. Capiterà anche che, spesso, ti prenderà la nostalgia del tuo Paese e, mi auguro, anche dei tuoi vecchi. E tu cercherai di venirci a patti, per fare quello per cui ti sei preparato per anni.
Dammi retta, questo è un Paese che non ti merita. Avremmo voluto che fosse diverso e abbiamo fallito. Anche noi. Tu hai diritto di vivere diversamente, senza chiederti, ad esempio, se quello che dici o scrivi può disturbare qualcuno di questi mediocri che contano, col rischio di essere messo nel mirino, magari subdolamente, e trovarti emarginato senza capire perché.
L’università La Sapienza di Roma
Adesso che ti ho detto quanto avrei voluto evitare con tutte le mie forze, io lo so, lo prevedo, quello che vorresti rispondermi. Ti conosco e ti voglio bene anche per questo. Mi dirai che è tutto vero, che le cose stanno proprio così, che anche a te fanno schifo, ma che tu, proprio per questo, non gliela darai vinta. Tutto qui. E non so, credimi, se preoccuparmi di più per questa tua ostinazione, o rallegrarmi per aver trovato il modo di non deludermi, assecondando le mie amarezze.
Preparati comunque a soffrire.
Con affetto,
tuo padre
L’autore è stato direttore generale della Rai. Attualmente è direttore generale della Libera Università internazionale degli studi sociali, Luiss Guido Carli.
(30 novembre 2009)
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Inviato da syamala il 19 agosto 2010 alle 16:15
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governano con disprezzo delle regole e della gente
Ma la legge non è eguale per tutti ?