17 Maggio 2024
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9 thoughts on “Concorsopoli, bufera su Alfano

  1. Se si scoprono gli altarini, tantissimi, se non tutti i politici e i sindacalisti verranno accusati di concorsopoli, non è possibile che mentre tantissimi giovani per affermarsi e per avere un posto di lavoro debbano andare al nord o dove c’è più serietà nei concorsi, i loro figli sono talmente bravi…… di trovare i posti ad Agrigento!.. guarda caso dove i loro genitori determinano il potere, è uno scandalo! che spero al più presto venga smantellato, e sia data opportunità a chi merita, e non ha chi “subisce” l’odioso ricatto di dover prima lavorare per 10 anni, talvolta anche gratis per avere un’opportunità di lavoro. E’ ora di smetterla !!!! E grazie a chi fa sapere i PARENTOPOLI

  2. ……….” Se si scoprono gli altarini, tantissimi, se non tutti i politici e i sindacalisti verranno accusati di concorsopoli ” Il giovane Emanuele C.P. d’agrigento mette la sua firma di giovane disperatamente a vocazione terroristica. Infatti, come può diffamare tutta, dico tutta, la classe politica e tutti dico tutti i sindacalisti come lestofanti e arraffatori di posti pubblici. Non mi pare che la Rita Borsellino, nè Luca Orlando, nè Angelo Capodicasa e tanti tanti altri sindacalisti come la Camusso, la Renata Polverini, o Maurizio Bernava possano essere additati cosi come Emanuele C.P. dice. Occorre sempre non fare di tutta l’erba un fascio… se no è facile dire che tutti i giovani come Emanuele C.P. sono fannulloni e mammoni.

  3. Concorsopoli si sta avviando verso la conclusione del processo penale, ma “”PARENTOPOLI”” negli enti bilaterali quali Cassa Edile e Scuola Edile che fine ha fatto?? tutte le denuncie proclamate dalla Cgil che fine hanno fatto ?? e delle denuncie della Cassa Edile qualcuno ne sa niente??

    Tutti assumono i propri figli e nipoti con dispregio del CCNL degli Edili e dello statuto della Cassa Edile.

    Le assunzioni si dovrebbero fare per selezione e per professionalità, così recita il CCNL.
    Ma ad essere assunti per linea diretta sono sempre loro, i soliti parenti dei direttori, presidente e sindacalisti, mentre i figli dei poveri lavoratori, che finanziano gli Enti con i loro contributi, devono emigrare per poter trovare un posto di lavoro.

    Per poter fare 8 assunzioni, si sono persino inventati un incentivo all’esodo, da corrispondere a quei lavoratori, che pur avendo i requisiti, non volevano lasciare il posto di lavoro, hanno elargito i soldi della Cassa Edile, che è vietato dallo Statuto delle Casse(art. 5), hanno utilizzato i soldi che dovevano servire solo per migliorare le prestazioni ai lavoratori, hanno avuto il ritorno dell’assunzione di un proprio parente.

    Ed il sindacato che dovrebbe tutelare gli interessi dei lavoratori che fa????, si mette dalla parte datoriale e si spartiscono i posti di lavoro. VERGOGNA avete calpestato la speranza di tanti giovani figli di onesti lavoratori, che non hanno la fortuna di essere parenti di questi personaggi, avete trasformato i due enti Cassa Edile e Scuola Edile in uno stipendificio pagato con i soldi dei lavoratori.

    E ora che i lavoratori edili si ribellino a questi soprusi e reclamino i loro diritti, pretendendo pubblici concorsi con pubbliche commissioni e che vadano avanti i più meritevoli e non i soliti figli e parenti di amministratori e sindacalisti.

    Diritti Negati

  4. stiamo attenti a citare come nomi buoni gente che ha ottenuto posti di favore da 20 anni.non conoscete nulla.

  5. Illustre direttore, quanto scritto dal PROF.PIER LUIGI GELLI sembra attinente all’articolo ,infatti …

    LA LETTERA. Il direttore generale della Luiss
    avremmo voluto che l’Italia fosse diversa e abbiamo fallito
    “Figlio mio, lascia questo Paese”
    di PIER LUIGI CELLI

    Un’aula dell’Università di Bologna
    Figlio mio, stai per finire la tua Università; sei stato bravo. Non ho rimproveri da farti. Finisci in tempo e bene: molto più di quello che tua madre e io ci aspettassimo. È per questo che ti parlo con amarezza, pensando a quello che ora ti aspetta. Questo Paese, il tuo Paese, non è più un posto in cui sia possibile stare con orgoglio.

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    Puoi solo immaginare la sofferenza con cui ti dico queste cose e la preoccupazione per un futuro che finirà con lo spezzare le dolci consuetudini del nostro vivere uniti, come è avvenuto per tutti questi lunghi anni. Ma non posso, onestamente, nascondere quello che ho lungamente meditato. Ti conosco abbastanza per sapere quanto sia forte il tuo senso di giustizia, la voglia di arrivare ai risultati, il sentimento degli amici da tenere insieme, buoni e meno buoni che siano. E, ancora, l’idea che lo studio duro sia la sola strada per renderti credibile e affidabile nel lavoro che incontrerai.
    Ecco, guardati attorno. Quello che puoi vedere è che tutto questo ha sempre meno valore in una Società divisa, rissosa, fortemente individualista, pronta a svendere i minimi valori di solidarietà e di onestà, in cambio di un riconoscimento degli interessi personali, di prebende discutibili; di carriere feroci fatte su meriti inesistenti. A meno che non sia un merito l’affiliazione, politica, di clan, familistica: poco fa la differenza.

    Questo è un Paese in cui, se ti va bene, comincerai guadagnando un decimo di un portaborse qualunque; un centesimo di una velina o di un tronista; forse poco più di un millesimo di un grande manager che ha all’attivo disavventure e fallimenti che non pagherà mai. E’ anche un Paese in cui, per viaggiare, devi augurarti che l’Alitalia non si metta in testa di fare l’azienda seria chiedendo ai suoi dipendenti il rispetto dell’orario, perché allora ti potrebbe capitare di vederti annullare ogni volo per giorni interi, passando il tuo tempo in attesa di una informazione (o di una scusa) che non arriverà. E d’altra parte, come potrebbe essere diversamente, se questo è l’unico Paese in cui una compagnia aerea di Stato, tecnicamente fallita per non aver saputo stare sul mercato, è stata privatizzata regalandole il Monopolio, e così costringendo i suoi vertici alla paralisi di fronte a dipendenti che non crederanno mai più di essere a rischio.

    Credimi, se ti guardi intorno e se giri un po’, non troverai molte ragioni per rincuorarti. Incapperai nei destini gloriosi di chi, avendo fatto magari il taxista, si vede premiato – per ragioni intuibili – con un Consiglio di Amministrazione, o non sapendo nulla di elettricità, gas ed energie varie, accede imperterrito al vertice di una Multiutility. Non varrà nulla avere la fedina immacolata, se ci sono ragioni sufficienti che lavorano su altri terreni, in grado di spingerti a incarichi delicati, magari critici per i destini industriali del Paese. Questo è un Paese in cui nessuno sembra destinato a pagare per gli errori fatti; figurarsi se si vorrà tirare indietro pensando che non gli tocchi un posto superiore, una volta officiato, per raccomandazione, a qualsiasi incarico. Potrei continuare all’infinito, annoiandoti e deprimendomi.

    Per questo, col cuore che soffre più che mai, il mio consiglio è che tu, finiti i tuoi studi, prenda la strada dell’estero. Scegli di andare dove ha ancora un valore la lealtà, il rispetto, il riconoscimento del merito e dei risultati. Probabilmente non sarà tutto oro, questo no. Capiterà anche che, spesso, ti prenderà la nostalgia del tuo Paese e, mi auguro, anche dei tuoi vecchi. E tu cercherai di venirci a patti, per fare quello per cui ti sei preparato per anni.

    Dammi retta, questo è un Paese che non ti merita. Avremmo voluto che fosse diverso e abbiamo fallito. Anche noi. Tu hai diritto di vivere diversamente, senza chiederti, ad esempio, se quello che dici o scrivi può disturbare qualcuno di questi mediocri che contano, col rischio di essere messo nel mirino, magari subdolamente, e trovarti emarginato senza capire perché.

    L’università La Sapienza di Roma

    Adesso che ti ho detto quanto avrei voluto evitare con tutte le mie forze, io lo so, lo prevedo, quello che vorresti rispondermi. Ti conosco e ti voglio bene anche per questo. Mi dirai che è tutto vero, che le cose stanno proprio così, che anche a te fanno schifo, ma che tu, proprio per questo, non gliela darai vinta. Tutto qui. E non so, credimi, se preoccuparmi di più per questa tua ostinazione, o rallegrarmi per aver trovato il modo di non deludermi, assecondando le mie amarezze.

    Preparati comunque a soffrire.

    Con affetto,
    tuo padre

    L’autore è stato direttore generale della Rai. Attualmente è direttore generale della Libera Università internazionale degli studi sociali, Luiss Guido Carli.
    (30 novembre 2009)
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    Resta perchè l’Italia ti mancherà. Resta perchè l’Italia è anche altro. Resta perchè hai il diritto di vivere nel TUO paese. Resta perchè all’estero presto sentirai la MANCANZA delle tue radici. Resta perchè le tue RADICI sono qui. Res…

    Inviato da antonietta06 il 09 novembre 2010 alle 09:32

    stimatissimo prof. Celli, ho avuto il privilegio di assistere ad un suo intervento durante l’ultimo convegno Nielsen in Sardegna. Quei tre giorni hanno avuto per la mia vita professionale un’influenza a dir poco decisiva. Mentre la sentivo parlare mi sentivo rassicurata, perchè fi…

    Inviato da lelax3 il 22 ottobre 2010 alle 11:33

    Ho lasciato l’italia con un figlio che non ha ancora due anni!! Sono laureata in Fisica, ho fatto un dottorato di ricerca, un master e ho conseguito una specializzazione… Ho inseguito un sogno e la realtà é stata dura al risveglio!!!! Per me, dopo più di 10 anni di ric…

    Inviato da syamala il 19 agosto 2010 alle 16:15

    La url di questa pagina è mhtml:file://C:\Documents and Settings\PC\Desktop\Figlio mio, lascia questo Paese – Scuola&Giovani – Repubblica_it.mht

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