“Loro”, per chi non l’avesse ancora intuito, sono il sindaco di Agrigento, Marco Zambuto, e il presidente della Provincia Eugenio D’Orsi.
Zambuto, lo slogan “al di sopra dei partiti”, tanto lo ripetè quando si candidò a sindaco, che forse per un attimo se ne fece convinto anche lui.
Inutile dire che si riprese subito da quel suo iniziale sbandamento, a tal punto da azzerare la Giunta iniziale -nella quale gli agrigentini avevano riposto la propria fiducia consegnando al sindaco l’ambita poltrona -, per passare immediatamente tra le fila del Pdl.
Come allora, Zambuto rimette in atto un copione già letto: lettere ai vertici del partito, smentite su presunti avvicinamenti ad altre formazioni politiche, inutili piagnistei, per finire con “il bene della città”, che impone al primo cittadino drastiche scelte: cambio partito e lo faccio per voi.
I risultati delle precedenti esperienze, li abbiamo tutti dinanzi gli occhi.
Se c’è uno che batte il sindaco Zambuto nella graduatoria di chi si è messo al di sopra dei partiti, questo è il presidente D’Orsi.
La prima Giunta D’Orsi, nacque dopo ben settantaquattro giorni di travaglio.
Un parto difficile, dettato dal fatto che “l’uomo al di sopra dei partiti”, rimase tutto questo tempo in attesa che i big della politica gli indicassero i propri uomini da mettere nella sala comandi.
Certo,i tempi di gestazione, non furono quelli dell’elefante asiatico, che mediamente impiega 609 giorni (oltre 20 mesi) prima di partorire, ma certamente neppure quelli dell’opossum virginiano, la cui gestazione dura appena otto giorni.
Poiché errare humanum est, perseverare autem diabolicum, et tertia non datur, il nostro “al di sopra dei partiti”, si ritrova ancora una volta ad attendere che i porta ordini dei vertici di partito gli consegnino il dispaccio con i nomi dei nuovi assessori.
Nomi che ovviamente non vengono concordati con la base.
D’Orsi si sarà chiesto, perché perder tempo con capigruppo e altri, quando posso limitarmi ad obbedire ai voleri dei leader?
“Madri gioite al novo esempio di eroismo che Sparta e Roma invidierebbero”, recita una lapide posta sul muro del Comune di Agrigento.
E mentre le madri gioiscono, il “novo esempio di eroismo” appare in tutta la sua evidenza.
Ennesimo rinvio della conferenza stampa di presentazione della nuova Giunta Provinciale di Agrigento, a causa di problemi familiari del presidente D’Orsi.
Sarà anche vero, e se così fosse ce ne dispiaceremmo per lui, ma i più informati ci avvisano che spesso ben altro genere di problemi impediscono al presidente d’essere presente negli uffici della Provincia.
Pare infatti che all’interno di quei partiti dei quali D’Orsi è al di sopra, sia in atto una certa fibrillazione e non si riesca a concordare sulle nomine da imporre al liberissimo presidente della Provincia.
A causa dei problemi familiari del presidente, slitta anche la conferenza dell’ex assessore Arnone, sulla cui rinomina vige il veto dell’onorevole Di Mauro.
Arnone, che per ben due volte ha dovuto rinviare la propria conferenza stampa, oltre ad essere uno degli uomini che è stato accanto a D’Orsi anche nei momenti più difficili, come quelli della protesta in favore dell’aeroporto – allorquando decise di vivere come un tuareg (moderno) accampandosi con la tenda nei giardinetti dinanzi la Provincia, con tanto di antenna parabolica fissata sulla ringhiera della scala -, prima dell’aut aut di Di Mauro, a detta dello stesso D’Orsi, era stato uno dei più fattivi collaboratori.
Caduto in disgrazia (dal cuore di Di Mauro), D’Orsi non pare proprio aver difficoltà alcuna nel sostituire quello che fino a ieri era uno degli uomini di punta della sua Giunta.
Eh sì, tutti siamo necessari, ma nessuno è indispensabile.
In attesa di sapere quali nuovi uomini sceglierà “liberamente” D’Orsi, vogliamo porgere allo stesso una domanda:
Presidente, visto che lei sceglie per il bene della Provincia e non per imposizione politica, quali gravi errori hanno commesso gli assessori che si appresta a non rinominare?
In attesa della risposta, ricordatevi di questi due esempi quando una prossima volta vi verrà proposto un candidato al di sopra dei partiti.
E se fossero stati “al di sotto” cosa sarebbe accaduto?
Gian J. Morici