Stare al fresco? Quest’estate nelle carceri italiane sarà l’esatto opposto.
Un’estate bollente per la popolazione carceraria e per il personale che lavora nei penitenziari.
Mentre ci si appresta a costruire 47 nuovi padiglioni in grado di ospitare 21 mila detenuti in più, i penitenziari italiani scoppiano a seguito della sovrappopolazione carceraria.
Nella notte del 13 gennaio 2010 nelle carceri italiane hanno dormito 64.670 persone: “una cifra record” ha dichiarato il presidente Berlusconi nella conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri, sconoscendo il fatto che qualche giorno prima il numero dei detenuti aveva superato le 66 mila unità.
E di cifra record stiamo veramente parlando, se si considera che mai nella storia della Repubblica era accaduto che avessimo un così elevato numero di detenuti.
Segno che questo governo sta facendo tanto in materia di lotta alla criminalità.
Prendiamo come esempio uno dei tanti casi che portano una persona dietro le sbarre.
Un uomo viene arrestato perché aveva un carico penale di poco meno di tre mesi di carcere per il furto di un filone di pane e un altro genere alimentare in un supermercato di Monte Mario.
L’uomo — un italiano senza fissa dimora condannato anche ad una ammenda pecuniaria di 4 centesimi — finisce con il trovarsi nell’infermeria del braccio G 14 del carcere di Rebibbia.
Non è forse giustizia questa? Non aveva rubato?
Grazie alla ex Cirielli (Governo Berlusconi), i “criminali” vengono puniti.
Ovvio che laddove non c’è la reiterazione del furto di un pezzo di pane, non si può mandare la gente in galera.
È questo il caso dell’applicazione della ex Cirielli, nelle vicende giudiziarie di Cesare Previti e Attilio Pacifico, riguardanti l’accusa di corruzione nell’ambito del processo IMI-SIR.
Previti e Pacifico vengono condannati in via definitiva a 6 anni di detenzione. Il giorno successivo, Previti si dimette dalla carica di parlamentare (almeno secondo quanto lui stesso afferma) e si presenta al carcere di Rebibbia, dove inizia a scontare la pena comminatagli. Pochi giorni dopo, l’onorevole ottiene tuttavia l’affidamento ai servizi sociali.
Per questo motivo la ex-Cirielli, approvata nella legislatura 2005-2006 quando Previti era ancora deputato, è stata ribattezzata “legge salva-Previti”.
Un altro esempio di applicazione è nel processo Parmalat, in cui la società “Bank of America” viene prosciolta per prescrizione in accordo a quanto previsto dalla Cirielli.
Un caso meno illustre ma comunque significativo riguarda la pena a tre anni di detenzione inflitta dal tribunale monocratico di Napoli ad una persona, già condannata per un altro reato simile compiuto in precedenza, riconosciuta colpevole di aver rubato un pacchetto di biscotti del valore di 1,29 euro all’interno di un normale discount. La sproporzione della sentenza deriva ancora una volta dalla ex Cirielli, che nega il riconoscimento delle attenuanti quali il danno lieve ai recidivi.
Ultimo esempio riguarda il caso Mills.
Il ministro Alfano, grazie all’elevato numero di detenuti presenti nei penitenziari italiani durante il suo mandato, potrebbe entrare nel guinness dei primati e inserire nel suo curriculum il prestigioso obiettivo raggiunto.
Contro la criminalità, ci vuole il pugno duro, la certezza della pena.
Del resto, cosa sono tre anni di detenzione per chi è riconosciuto colpevole di aver rubato un pacchetto di biscotti del valore di 1,29 euro?
Ma quando le carceri scoppiano, bisogna pur fare qualcosa.
Ecco dunque lo stato di emergenza nazionale, la prevista costruzione di altri 18 istituti penitenziari, di ulteriori 47 padiglioni, il tutto, da affidare a quella “Protezione Civile” che tanto si è distinta nei lavori per il G8 alla Maddalena e nella vicenda del terremoto in Abruzzo.
Ma questo da solo non basta.
Grazie al ddl sulle intercettazioni, certamente si ridurrà, e di molto, il numero dei carcerati.
Niente più politici corrotti, imprenditori disonesti, truffe e ruberie varie per centinaia di milioni di euro.
In carcere, continueranno a finire i ladri di pane e biscotti, che per essere arrestati, non hanno bisogno di essere intercettati.
Gian J. Morici