«Non era mai capitato – fa notare Sgarbi – che un Generale, senza prima sospendersi o entrare in aspettativa (dovere etico, prima di tutto) entrasse da protagonista in una campagna elettorale»
Vittorio Sgarbi chiede le dimissioni del Generale Silvio Costa, attuale comandante della Regione Campania dei Carabinieri forestali, indicato da Luigi Di Maio (con una sorprendente dichiarazione di disponibilità dello stesso Generale) come ministro dell’ambiente nel caso di una vittoria dei 5 Stelle.
«E’ un fatto assai grave – attacca Sgarbi – che un Generale dei Carabinieri, istituzione a garanzia di tutti i cittadini, prima del voto, con una esplicita dichiarazione, per pura propaganda elettorale, contro ogni regola e galateo istituzionale, accetti la proposta d’incarico a ministro da parte di un sedicente candidato Presidente del Consiglio, peraltro di un governo che non ci sarà mai».
Annota Sgarbi: «Non era mai capitato che un Generale, senza prima sospendersi o entrare in aspettativa (dovere etico,prima di tutto) entrasse da protagonista n una campagna elettorale. Ma il contegno, la disciplina, il senso delle istituzioni e dell’onore – si chiede Sgarbi – sono per sempre perduti? Prendiamo atto, dunque, che Silvio Costa non è più il Generale dei Carabinieri degli italiani, ma dei 5 Stelle»
E conclude: «Mi auguro che Costa lasci oggi stesso l’Arma dei Carabinieri, così, nell’attesa della nomina a ministro, potrà essere un “Generale privato” del partito 5 Stelle, o in alternativa “guardia privata” del sedicente futuro Presidente del Consiglio, con stipendio da funzionario di partito. In caso contrario il generale Costa, non sarebbe un uomo d’onore»