“Potremmo dire che la piazza catalana sta alla questione catalana come l’affluenza al referendum veneto sta alla questione veneta. Nel senso che più pesante sarà l’affluenza più pressione riusciamo a fare su Roma per avere queste competenze che potremmo avere avuto da 16 anni ma mai nessuna regione ha avuto”.
Così Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, intervenuto a 24 Mattino su Radio 24 ha risposto alla domanda sul parallelo tra il referendum veneto di domenica 22 ottobre e quello catalano.
Alla domanda di Luca Telese se alla fine di questo percorso ci sarà la secessione del Veneto, Zaia ha risposto: “il federalismo è centripeto, cioè unisce il paese, il centralismo è centrifugo, disgrega. Tutti questi movimenti, come quelli del Veneto e della Lombardia, portano in evidenza uno stato di disagio. Il nostro referendum sull’autonomia del Veneto è assolutamente in linea con la Costituzione, non chiediamo nulla che non sia previsto dalla Costituzione. Ci sono 23 materie delegabili alla regione e il referendum lo si fa per questo”.
Tra le 23 possibili materie sulle quali le regioni possono chiedere maggiore autonomia, Luca Zaia specifica “noi le chiediamo tutte dalla prima all’ultima”. E poi fa alcuni esempi come i rapporti comunitarie e la scuola. Alla domanda se nella scuola veneta introdurrebbe la lingua veneta come obbligatoria, così come è stato per la Catalogna, Zaia ha risposto: “l’introduzione dell’obbligatorietà ha un percorso, in Catalogna sono arrivati al bilinguismo dopo un percorso, ma in tutta sincerità non è questo il problema. Non voglio ridurre la partita dell’autonomia alla polemichetta sulla lingua veneta.
In Veneto 7 persone su 10 parlano e pensano in lingua veneta”. Infine il presidente del Veneto ha poi così risposto alle critiche al referendum sollevate da Giorgia Meloni: “Io sono un pragmatico come tutti i veneti. Giorgia Meloni ha detto i referendum non mi appassionano, e ci può stare. Nel momento in cui dici che i referendum sono illegali o inutili vuol dire di fatto che disconosci la Costituzione italiana visto e considerato che questi referendum non solo sono rispettosi della Costituzione ma nel caso del Veneto si va a votare perché la Corte Costituzionale dà ragione con una sentenza al Veneto. La Corte dice che i veneti hanno ragione, è un diritto per loro andare a votare”.