Per la prima volta lo Stato Islamico mette in rete un video sottotitolato anche in italiano “Upon the Prophetic Metodology” è un video della durata di 36 minuti tradotto in inglese, russo, turco, indonesiano curdo, tedesco, italiano, hindi, urdu e bengalese.
“Lasciate che il mondo sappia che oggi sta iniziando una nuova era. Chiunque deve mettersi allerta. Chi dormiva è meglio che si svegli. Chi è rimasto scioccato e stupito deve iniziare a farsene una ragione. I musulmani oggi hanno una dichiarazione incisiva da fare, oltre che stivali di piombo da portare. Da una parte hanno una dichiarazione che farà sì che il mondo percepisca e comprenda il vero significato della parola “terrorismo”, dall’altra hanno stivali che calpesteranno l’idolo del nazionalismo, che distruggeranno l’idolo della democrazia e sveleranno la sua natura intrinsecamente deviata. Alzatevi ed insorgete: è giunto il momento di liberarsi dalle catene della miseria ed affrontare il volto della tirannia, rappresentato dagli infami governanti, agenti dei crociati, atei e guardiani dei giudei”.
Inizia con le parole del Califfo il video ricco di immagini di gioia, e di isteria collettiva: “la gioia dei mujahidin” in occasione della proclamazione del califfato islamico e del loro giuramento nei confronti dell’imam.
“Seguendo la metodologia profetica”:
Un gruppo di jiadisti ascolta le parole di un istruttore che riunisce gli uomini per la battaglia inneggiando alla jihad contro il politeismo, un incitamento ai combattenti prima del assalto alla città di Samarra, fa seguito la ripresa notturna di jihadisti e del loro assalto alle basi militari alle porte della città di Samarra, immagini di guerra. Immagini di PK con militanti che sparano al nemico intercalati a richiami ad Allah. Immagini di nemici apostati morti ammazzati mostrati come trofei. Sparatorie, sangue, morti, ai quali fa da colonna sonora l’inno all’unica religione monoteista” con continue citazioni del corano.
Ancora una volta lo Stato Islamico mostra i suoi kamikaze, i suoi “martiri” pronti a cercare la morte in nome di Allah. Un’esplosione è ripresa da più telecamere. Le macchine girano per la città con inni di gioia e congratulazioni per la vittoria.
E mentre il Califfo manda il suo messaggio a tutti i musulmani nel mondo affinchè temano Allah e non muoiano da non musulmani, auspicando che la sua maledizione si abbatta su cristiani ed ebrei, a chiudere il sipario di una follia dilagante è la scena dell’esecuzione di decine di ragazzi che avevano appena finito d’implorare pietà.
Nulla di diverso da quello che finora l’ISIS ci ha abituati a vedere con i suoi messaggi di minaccia, con le scene di sangue e le barbare esecuzioni. Nulla di diverso se non fosse per il fatto che questa volta, per la prima volta, il messaggio è sottotitolato anche in italiano…
Gian J. Morici