Dopo anni di schifo e di stagioni balneari trascorse a fare i bagni di fango nella melma sanleonina, forse questa volta si arriverà a capo della vicenda e sarà finalmente chiaro a tutti di chi sono state le responsabilità, e chi erano i personaggi che a buon titolo meritavano di essere incoronati come “Principi dei Bugiardi”. Per quanto riguarda le eventuali responsabilità dell’inquinamento marino di San Leone, a chiarirle, provvederanno i pubblici ministeri Ignazio Fonzo, procuratore aggiunto e Arianna Ciavattini, grazie alla consulenza disposta magistrati ed affidata al prof. Sciacca dell’università di Catania, secondo la quale – scrive Grandangolo che ne dà notizia – i risultati sullo stato di salute del mare di San Leone sarebbero allarmanti. La depurazione è stata pressocchè assente negli ultimi dieci anni e le autorizzazioni per scaricare i liquami non sono mai state concesse perché mai richieste. Da questo momento – continua Grandangolo – è lecito aspettarsi almeno una decina di avvisi di garanzia.
Ricordano i lettori di quando per il sindaco Marco Zambuto il mare agrigentino non era inquinato, ma soltanto ‘sporco’ e i giornalisti non avrebbero dovuto scriverne? Chi non ricorda di quando una certa stampa, poi definita di famiglia, pubblicava fior di articoli cercando di denigrare quanti denunciavano l’inquinamento marino di San Leone?
E come dimenticare l’ex consigliere comunale Giuseppe Arnone, che, nel dare dei bugiardi a quanti denunciavano i fatti all’opinione pubblica (o come nel caso di Ausilia Eccelso, alla Procura), tentava invano di mettere a tacerli, proponendo a mezzo comunicato stampa che venissero segnalati alla Procura per procurato allarme?
E di quando lo stesso soggetto assegnava il “Premio Pinocchio dell’anno”, o i 4/4 di nobiltà al Principe dei Bugiardi – ovvero lo scrivente -, o quando si dilettava nel fare gargarismi a base di acqua di mare additivata da colibatteri fecali, pur di dimostrare come il mare di San Leone era tanto pulito da poterne bere le acque?
Oggi, che alle analisi Papillo-Gustative di Arnone si è sostituita la consulenza del prof. Sciacca dell’università di Catania, possiamo realmente sperare che i responsabili vengano severamente puniti, e che i ‘titoli nobiliari’ concessi dall’Arnone, vengano riassegnati a coloro i quali realmente se ne erano resi meritevoli.
Gian J. Morici
E’ encomiabile che la Procura si interessi a districare una vicenda, in cui le mistificazioni pseudo ambientaliste non si contano più, e tentare di risolvere un problema che la malafede e l’incapacità dell’amministrazione non si è preoccupata neppure di affrontare con la dovuta determinazione. E’ ancora più assurdo che Arnone continui a blaterare dalla solita Teleacras affannandosi ad orientare responsabilità per danni ambientali (solo per allontanarli da sè) su soggetti il cui operato è stato riconosciuto non solo legittimo ma perfettamente rispondente alle leggi, amministrativamente e penalmente. Ciò, nonostante un’altra “ambientalista”, Claudia Casa, “pontificando dalla solita Teleacras, continui a disattendere le sentenze dei giudici, che hanno dimostrato ampiamente come le norme, non quelle volutamente dalla stessa ignorate, consentivano e consentono il depuratore del villaggio Peruzzo; naturalmente anche lei, insieme con Domenico Fontana, nella qualità di presidente regionale di legambiente, hanno speso notevoli energie per fare passare l’idea e convincere gli agrigentini affermando che detto depuratore era “INUTILE”, “DANNOSO” e “FUORI LEGGE” “E CHE ERA SUFFICIENTE LA SOLA CONDOTTA SOTTOMARINA”, adoperandosi in tutti i modi per impedirne il completamento. La giustizia, finalmente, avrà modo di fare ampia luce su tutto questo e sul reale peso che ha avuto un certo “Sporting Club” ed un certo “Mulino Taglialavoro” sul comportamento della Soprintendenza.
siamo stati presi in giro dai politici,ancora gli agrigentini non hanno capito che vogliamo la gestione pubblica dell’acqua compresi i depuratori
secondo me questi signori si dovrebbero dimettere dai loro incarichi istituzionali, mettendosi in silenzio fuori di porta e non parlare più di ecologia. Anzi, la Procura dovrebbe estendere le proprie indagini se questi signori abbiano influenzato di fatto il non raggiungimento della verità sull’argomento “inquinamento marino” cercando di analizzare tutti i loro interventi attivi e/o passivi favorendo le parti interessate oggetto di indagini.
da oltre 30 anni siamo stati costretti ad andare al mare a siculiana. Mi auguro che siano trovati i responsabili del disastro ambientale per poter iniziare una causa collettiva di risarcimento danni.
Caro Icaro, mi dispiace deluderti, ma il mare di Siculiana Marina risulta più inquinato di quello di San Leone, perchè anche in quel luogo non esiste un “DEPURATORE”, ma solo un pennello a mare con a monte una griglia. Mi dispiace soltanto che la magistratura abbia focalizzato il proprio intervento solo a San Leone e non lo estenda a tutta la costa agrigentina di propria competenza.
Non mi meravigliano gli interventi e le disquisizioni dei pseudo ambientalisti ma di quanti li sostengono e li eleggono a loro rappresentanti (in dialetto “dicunt”:”Cu è fissa Carnalivari u cu’ ci va appressu?” Gli antichi insegnano!