È di ieri questa intervista a Riccardo Sindoca, l’ex 007 finito nei recenti dossieraggi nei quali è rimasto coinvolto Pasquale Striano.
Di oggi invece la notizia pubblicata da today.it con un’editoriale a firma di Fabrizio Gatti.
Un’inchiesta su una rete clandestina che spia i conti in banca, e tanto altro che vede coinvolti dipendenti ed ex della Presidenza del consiglio e del ministero della Difesa che raccolgono e cedono all’esterno informazioni riservate.
Un errore definire ‘servizi segreti paralleli’ queste centrali di spionaggio che altro non sono se non malfattori che fanno meretricio delle informazioni di cui vengono in possesso.
Una ‘spia’ ha una propria dignità, da che mondo è mondo le ‘spie’ hanno svolto un ruolo fondamentale per conto dei governi ai quali rispondevano delle loro attività.
A volte in maniera ufficiale, altre volte ‘arruolate’ da ‘servizi paralleli’ – ma pur sempre servizi -, spesso utilizzate come ‘agenti naked’, uomini senza coperture, uomini a perdere qualora fossero stati identificati e catturati.
Uomini che nessuno avrebbe riconosciuto nel ruolo, neppure nei casi in cui avessero rischiato la pena capitale.
Talvolta uccisi dagli stessi ‘colleghi’ quando un tentennamento, un momento di crisi, può mettere in discussione l’appartenenza e l’organizzazione stessa, seppure mai i governi che l’hanno voluta e finanziata, che si guarderanno bene dal riconoscerne struttura e attività.
Vita – e talvolta morte – da spie.
- Sindoca, come ha scoperto di essere stato oggetto di dossieraggio?
- Nel fare accesso a un fascicolo penale fattomi aprire dalla Guardia di Finanza e poi archiviato dai pm, trovo nel fascicolo ,cosa che mi era già successa in anni pregressi, SOS (segnalazioni di operazioni sospette dell’Unità di informazione finanziaria istituita presso la Banca d’Italia) che non soltanto identificano l’operazione contabile, ma ne spiegano artatamente, dandone un velo di mistificazione, quello che era il contenuto di quell’operazione bancaria.
Mi spiego meglio, se io consegno alla banca un contratto o una scrittura privata, si presuppone che qualcuno la legga.
Se poi chi la legge dice ‘non ho compreso cosa significhi, cosa vi sia scritto’, vuol dire che coloro che sono preposti a questi uffici o non hanno la preparazione per leggere e capire o peggio ancora ne fanno l’uso che abbiamo visto in questi giorni.
Cosa ancor più grave per quanto mi concerne, perché in un fascicolo che riguardava esclusivamente me per presupposti reati fiscali e tributari trovo invece le SOS che riguardano i miei avvocati.
E questa è una cosa grave e illegittima, perché parlavano di Marogna, del Vaticano, di Becciu…. Ipotesi completamente ultronee al sottoscritto.
- Quale è il suo ruolo nella vicenda di Cecilia Marogna, Lady Vaticano?
- Io mi ritrovo nel collegio difensivo, che ho io costituito in nome per conto di Cecilia Marogna per legittimi suoi interessi, in quanto vengo chiamato dalla stessa ad assisterla come criminologo e docente di Diritto. Conoscevo già Cecilia Marogna dall’anno 2008.
Quello che è accaduto in questi giorni, per i quali ho scritto anche a Cantone (Raffaele Cantone, già presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione e attuale Procuratore della Repubblica a Perugia – ndr) che ha già risposto dicendo che il fascicolo giustamente è secretato d’indagine, e il nome di Cecilia Marogna è all’interno del dossieraggio.
Ma a me non diceva nulla di nuovo, perché questi fatti li avevo già denunciati attraverso i legali nel mese di luglio, perché quelle SOS riguardavano non me, e nulla avevano a che fare con me, ma nel mio fascicolo penale si parlava di Cecilia Marogna e Becciu, e dei miei avvocati, cioè gli stessi avvocati che seguivano le mie procedure, ai quali io ho consegnato la difesa di Cecilia Marogna per professionalità, negli Stati Italia, Vaticano, e anche con un pool di legali per la Slovenia.
- Da quando ha presentato la denuncia che sviluppi ci sono stati, è mai stato sentito?
- Assolutamente no. Ma torniamo indietro negli anni e nel tempo, perché le denunce per dossieraggio inizio a farle nel 2003 Cioè 21 anni fa
Poi andiamo avanti… abbiamo visto nel 2006 la centrale operativa di Pio Pompa, i dossieraggi l’anno in cui vengo consegnato come volto, come nome e come operatore dell’intelligence internazionale, ai media mondiali…perché gli arresti di D.S.S.A. furono ripresi da tutta la stampa mondiale e non solo dalla stampa nazionale.
- Perché ritiene così importante la questione dossiaggio?
- Per un solo motivo, per quello che è l’ordinamento costituito, lo stato di diritto del nostro paese.
È un fatto, non grave come continuano ad urlare in questi giorni, c’è sempre stato il potere… come tale si esercita attraverso la tenuta di sè stesso con l’informazione…
L’informazione fa sì che chi detenga il potere possa conoscere quali possano essere le insidie che possono destabilizzare il potere, giuste o non giuste, legittime o meno che siano, la cosa grave è come si formino questi dossieraggi…
È qua che vi è un conflitto, Secondo me è enorme ,fra i poteri dello Stato.
Come ho detto anche ad Antonio Di Pietro, figura che ho apprezzato per taluni versi, vi è un vulnus centrale… ovvero tutte queste informazioni e dati sensibili, al di là di quello che sono le SOS nate in anni postumi che riguardano i movimenti bancari, tutte le questioni più sensibili sono quelle giudiziarie, quelle delle inchieste… e guarda caso queste informazioni, da dove fuoriescono?
Fuoriescono sempre dagli uffici giudiziari e questo è un dato di fatto.
Parte degli uffici giudiziari hanno questo problema, e non è un problema da poco.
Vuol dire che le istituzioni in sé non hanno i dovuti anticorpi perché negli anni e nel tempo si sia epurato il problema.
Oppure, a qualcuno fa comodo che non si epuri…
Vi sono poi dei disposti normati che non aiutano questo.
Ecco perché io dico ‘dosseraggio… aiuto… aiuto…’ Commissione antimafia, Commissioni parlamentari… perfetto, tutto questo per far emergere chi e come, nomi e cognomi…
Ma come prevenire tutto questo? Come contrastare questo fenomeno ormai diventato dilagante? Con molta leggerezza vengono usate anche le conoscenze all’interno degli uffici giudiziari, con chi può consultare lo SDI…
Dobbiamo cambiare in maniera pragmatica quella che è l’etica e la deontologia della tenuta delle informazioni sensibili.
È solo una questione di volontà… ma se seriamente non scendo in campo per contrastare questo mettendo dei presidi preventivi e repressivi, all’uso illegittimo e alla fuoriuscita illegittima di queste notizie da chi detiene queste informazioni, non ho fatto nulla.
Posso scoprire parte di un problema ma non lo risolvo e non lo prevengo in maniera seria.
Ad oggi sappiamo che vi è un problema quando si parla di Striano.
Striano è un ufficiale di polizia giudiziaria… come I magistrati l’ufficiale di polizia giudiziaria, recita il codice, la cart… che siano assoggettati alla legge.
Se come dice Striano, e dicono altri, noi eseguiamo gli ordini dei pubblici Ministeri, significa che chi commette l’eventuale illegittima è assoggettato alla legge…ma nella giurisdizione, per assurdo, dove viene commesso l’illecito… il reato…
Ora domandatevi: Com’è possibile che una persona che commette un abuso su Roma, ipotesi Striano, sia assoggettato alla giurisdizione di Roma, della stessa procura, la stessa giurisdizione che dovrebbe indagarlo e magari gli stessi pubblici ministeri per i quali ha commesso l’illecito?
È aberrante!
Dopodiché c’è la parte che riguarda i magistrati.
Loro sì hanno la giurisdizione terza competente per il reati che loro nella propria giurisdizione potrebbero commettere… per gli abusi…
Adesso addirittura siamo andati a voler depenalizzare l’abuso, così almeno al posto di andare a cercare di prevenire o reprimere un qualcosa, ne abbiamo, secondo me, sciolto l’ultimo nodo che poteva essere un monito per coloro che agiscono infedelmente…
Non bisogna mai fare di tutta l’erba un fascio, ogni persona che commette un’azione illegittima ha un nome e un cognome, non è mai un corporativismo.
Però quando un corporativismo come quello della Magistratura si autogoverna e si auto assolve, vi è uno sbilanciamento di poteri enorme.
La magistratura è l’ossatura di una nazione.
Non lo dico per slogan o populismo lo dico perché se non c’è un apparato giustizia che funzioni non esiste nessun monito avverso la pubblica amministrazione che possa far sottointendere alla stessa che chi esce dalla legalità e dalla legittimità può essere punito e messo nelle condizioni che non lo possa fare…
- Si parla spesso di servizi segreti…
- Quando si parla di servizi segreti si parla di informazione, ma l’uso dell’informazione viene legittimato dalla politica.
Queste informazioni andrebbero viste sotto l’aspetto della legalità, poiché mediata dalla polizia giudiziaria.
E siamo sempre lì… chi dà la legalità a queste informazioni è la magistratura.
Su carta abbiamo tutto che ci dà una via… ma poi non viene seguito ciò che sono disposti i normati, le leggi in materia. Chi rispetta cosa e chi sanziona chi non rispetta…i veri problemi sono questi.
Al di là dei controlli perché queste SOS e gli accessi che non sono abusivi, perché abusivo è l’uso, avvenuti in via convenzionale attraverso l’ingresso con badge dell’ufficiale di polizia giudiziaria che ne ha fatto l’accesso, quindi tutti tracciati… diversamente Striano non avrebbe questo libro nero elettronico che dice consegnerò ai giudici… per cui è l’uso che si fa da parte di chi… e chi possa controllare, verificare, a che titolo è stato fatto un accesso, perché diversamente succede che chi ha un’informazione, ne possa poi fare ciò che meglio vuole, andando a costruire sul simile e verosimile un falso, quello che poi è un dossier per scopi propri.
È grave il fatto che il dott. Alberto Cisterna, ex n.2 della Superprocura nazionale Antimafia, ha notiziato anche al Colle…
Cosa farà ora Mattarella, altresì Giudice della Corte Costituzionale?
Concludiamo qui questa prima parte dell’intervista a Riccardo Sindoca, auspicando che il tutto non si risolva in una bolla di sapone, di cui a farne le spese, sotto ogni punto di vista, è sempre l’ignaro cittadino.
Gian J. Morici
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