L’ultima trovata lanciata sul capezzale del centro storico di Agrigento, da parte dell’attuale amministrazione Zambuto – scrive Calogero Miccichè, Coordinatore della Federazione provinciale di Sinistra ecologia e libertà di Agrigento -, riguarda l’invito all’insigne architetto Paolo Portoghesi di visitare Agrigento per trovare il modo di armonizzare il “ centro storico con la valle dei templi”. Senza dubbio Portoghesi è un luminare dell’architettura moderna e post-moderna di fama internazionale, ma ci poniamo, e sicuramente non siamo i soli, una semplice domanda: ma concretamente per fare che cosa ? Cari signori amministratori, senza nulla togliere all’architetto Portoghesi (che comunque è benvenuto), e che sicuramente conosce le origini dello stato di degrado in cui si trova questa città, non credo che potrà dare risolutivi progetti “ideali “, o una ricetta per tutte le problematiche che affliggono il nostro centro storico. Penso, Invece, che servono strumenti ed opere urgenti utili a frenare il lento ed inesorabile collasso fisico dell’antica città. Per far questo necessitano amministratori capaci di trovare finanziamenti pubblici e privati, per un rapido risanamento strutturale . D’altronde, bene o male, lo strumento urbanistico è in vigore, quindi, perché si avvii questo processo di risanamento necessita soprattutto un intervento corale di professionisti (ingegneri, architetti, urbanisti, geologi, geometri, storici e restauratori), soprattutto locali ma seri, onesti e concreti , e una schiera di imprenditori coraggiosi che abbiano voglia di investire capitali propri garantendo loro sgravi fiscali (purché non si privilegino speculazioni immobiliari), ed anche un coinvolgimento democratico della cittadinanza per contribuire ad un pubblico programma urbanistico e culturale partecipato, sulla base di una conoscenza storica della città. In seguito, o anche nel corso dell’avvio dei primi lavori, si possono chiamare tutti i luminari dell’architettura che necessitano, accogliendo magari le loro “strepitose idee”. Ovviamente- conclude Miccichè-, questo modo vale per tutti i centri storici della nostra martoriata provincia agrigentina. Senza questi necessari preliminari, tutto il resto sono solo chiacchiere e fumo negli occhi per coprire responsabilità e ritardi . Agrigento 29 maggio 2011