Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro, è profondamente preoccupata per la situazione di migliaia di minori che stanno si stanno rifugiando in Armenia dopo essere sfuggiti alle violenze nella regione del Nagorno-Karabakh.
È probabile che il numero giornaliero di arrivi aumenti, poiché la situazione della sicurezza nell’area continua a peggiorare nelle ultime due settimane. In alcune città e in alcuni villaggi armeni ostelli, scuole e asili sono sovraffollati dopo aver aperto le loro porte alle persone in fuga dalle violenze, in maggioranza donne e bambini.
Maria*, che ha partorito due giorni dopo essere arrivata in Armenia, ha detto: “La mia infanzia è trascorsa durante una guerra. L’altro mio figlio ha otto anni ma ha già assistito a due guerre. Ora il mio bambino è nato durante una guerra, perciò che significa infanzia felice?”.
Secondo Save the Children, inoltre, molti dei bambini sfollati sono separati dai propri genitori, perché sono stati mandati a stare con la famiglia allargata o gli amici sul lato armeno del confine.
Suzanna*, una bambina di sette anni arrivata a Goris, nel sud dell’Armenia, ha detto: “Voglio vedere mio padre. È al sicuro qui? Non ci saranno spari qui?”.
“Le storie che le persone raccontano sono angoscianti: una nonna è arrivata con 14 bambini che le erano stati affidati dai genitori perché cercavano disperatamente di salvare i loro figli mandandoli in Armenia”, ha detto Irina Saghoyan, Direttrice di Save the Children per l’Europa orientale.
“Molti bambini avranno visto o vissuto le violenze; sono spaventati e forse traumatizzati. Potrebbero anche aver perso i propri cari. Ciò avrà un impatto profondo sul loro benessere mentale” ha proseguito Irina Saghoyan.
Con l’inverno che si avvicina e le temperature che stanno già calando; i bambini che arrivano hanno bisogno di un riparo, di cibo e vestiti.
Save the Children chiede l’immediata cessazione delle ostilità nel Nagorno-Karabakh e che sia data priorità alla sicurezza e alla protezione dei civili, in particolare dei bambini, in linea con il diritto internazionale umanitario e le regole durante i conflitti. Come hanno dimostrato i conflitti in tutto il mondo, i bambini sono sempre le principali vittime e non si deve permettere che ciò accada anche nel Nagorno-Karabakh.
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