Nel mentre, malgrado il grande impegno profuso per combatterlo, il covid 19 continua con sempre maggior vigore nella sua malefica attività, dopo una breve pausa estiva di riposo sulla quale avevano molto influito fornendo particolare aiuto ai meccanismi di prevenzione escogitati e messi in atto, le particolari condizioni di temperatura che, raggiunto e superato i 40°|45 ° C.,avevano bloccato almeno parzialmente la pericolosità del nemico e, mettendo da parte tutte le polemiche inutili e deleterie in un momento che richiede solo unità, calma, prudenza, competenza e grande attenzione nell’analisi degli eventi, ed infine lasciando perdere, senza commento alcuno, le profezie dei tanti “ottimisti “( é soltanto un eufemismo),sulla morte (?) del virus, sulla naturale estinzione della pandemia da considerare “solo una banale influenza”per cui “zero emergenza”, unitamente a tante altre fantasie, poiché ho trascorso gran parte della mia vita nel laboratorio chimico dell’Istituto di mineralogia dell’Università di Napoli in qualità di docente nonché di ricercatore appassionato di strutturistica molecolare con particolare riguardo ai molteplici comportamenti dei legami del silicio nei minerali (siamo nel mondo inorganico erroneamente considerato non vivente per cui molto diverso da quello organico!), mi permetto, anche a costo di non essere considerato un “essere normale” per alcune mie convinzioni, di aggiungere qualche osservazione sull’evoluzione e sull’azione della molecola malefica che ha messo a soqquadro il mondo intero, considerando solo qualcuna delle varie realtà che stiamo da tempo vivendo, sempre più confusi anche dall’altalena delle innumerevoli classifiche che, molte volte ingannevoli in quanto incomplete per la mancanza di elementi- base sicuri, ci indirizzano spesso a conclusioni contrastanti che portano, da un lato a polemiche tra competenti e specialisti e, dall’altro, all’avvilimento che, specie quando l’ascesa di tipo esponenziale dei picchi riferiti al numero dei contagiati, dei ricoverati in terapia intensiva ed infine dei decessi diventa preoccupante, ci trova sempre più preda della paura se non proprio del panico che ha avuto, tra l’altro, il potere di trasformare anche le persone più care e di qualunque età in“possibili untori “e quindi veri e propri elementi pericolosi da evitare.
Sulla scorta di queste verità ed osservando piuttosto freddamente ed a mente serena il decorso, lo svolgimento della prima e della seconda fase di attività del covid 19 è facile rilevare una diversità di azione nei suoi attacchi, il che significa che ha attuato un cambio di” strategia “. Infatti mentre nella prima ondata il suo bersaglio preferito erano stati gli anziani, per logica la fascia più debole per vari motivi, nella sua seconda ondata ha preferito prediligere quella età che si aggira intorno alla media dei quaranta anni, non difettando di qualche puntata dolente verso i più giovani, verso gli adolescenti, e talvolta anche verso i bambini, mostruoso delitto che potrebbe essere interpretato anche come un doloroso preavviso per la intera umanità qualora la scienza dovesse ritardare nelle sue conclusioni, costretta come risulta evidente, ad ingaggiare una lotta ricca di insidie in tempi quanto mai brevi, resi ancora più difficili dai mancati ”aiuti economici ”che di norma vengono attribuiti alla ricerca, ormai da tempo tagliati di molto, grazie alla politica di “austerity” dei vari governi che non ha risparmiato neanche la sanità.
Una volta accennato ai più importanti provvedimenti adottati dai vari settori di competenza che, nel rispondere positivamente nella prima fase della pandemia con ampia limitazione dei danni e, pur ritenendo valido qualcuno poco idoneo giustificato però dal bisogno, hanno definitivamente bloccato una economia già traballante prima ed ora da considerare addirittura morente, nel mentre come mio primo dovere esprimo la mia gratitudine a tutti coloro che in ogni settore hanno concorso e giovato alla causa fino al sacrificio della propria vita per arginare un fiume in piena ai soli fini della salvaguardia di quel grande bene comune che è la salute, per pura logica occorre valutare il problema più importante che ne consegue facilmente intuibile e coincidente con l’unica risposta : mettersi ricerca di una”strategia” del tutto nuova da opporre a quella del covid 19, da attivare al più presto e tanto più efficace proprio perché fortemente richiesta da una realtà drammatica.
Sono questi i motivi per cui mi permetterò di esporre il mio modesto punto di vista ed un parere soltanto in qualità di“chimico”, avendo prediletto in tema di strutture gli studi sui vari tipi di legami che vanno a determinare il comportamento del silicio nei suoi innumerevoli composti inorganici, vale a dire nei minerali che possono considerarsi gli “equivalenti” dei tanti diffusi composti organici del carbonio, elemento dello stesso gruppo e quindi affine,proprio per il comportamento delle valenze che lo legano ad altri elementi con un particolare riguardo alle proteine tutte ed agli acidi nucleici in quanto “dovrebbero”costituire l’ossatura della molecola del covid 19. Sottolineo “dovrebbero” perché contrariamente agli altri virus, la formula di quello attuale non è mai apparsa e resa nota nei suoi vari componenti ed i diversi miei tentativi di richiesta ai più illustri competenti hanno avuto fino ad oggi solo risposte parziali che attribuisco a due motivi fondamentali, il primo : quello di non aver mai varcato la stanza dei bottoni, unito all’altro di far parte della categoria dei pensionati, quindi da considerare come un elemento superato, inutile e di conseguenza da “rottamare”, secondo i concetti più moderni affermati da fonti molto “autorevoli: offesa che non mi turba molto, essendo abituato da una vita a lottare con gli autori delle critiche più diverse che hanno ricevuto sempre risposte “ad hoc”ed attivate solo dopo avere ben valutato le relative provenienze..
Sempre e solo per amore del vero, avendo conservato l’abitudine di aggiornarmi sui temi scientifici più discussi e più vicini ai miei tipi di laurea, al sorgere di questa forma di malattia nuova tanto insidiosa da portare alla morte, ho sentito il bisogno di aumentare le mie conoscenze, aggiungendo di aver ricevuto una forte spinta anche dal ricordo del titolo della tesi preparata per la mia seconda laurea dal titolo “il virus del tabacco ed i rapporti con l’economia”, tesi che svolsi grazie al valido suggerimento di un “monumento” della biochimica d’avanguardia di un tempo tanto lontano e felice (parlo del prof. Ruffo), che mi dette la possibilità di suscitare l’interesse della commissione per la novità dell’argomento allora poco noto.
Correva l’anno 1947 e negli U.S.A., negli anni precedenti, la ricerca fu per necessità polarizzata sullo studio dei virus proprio a causa della preoccupante ascesa di uno nuovo, quello del tabacco, che aveva inferto un brutto colpo alla industria ed alla esportazione del prezioso vegetale. Dopo una serie di ricerche ad ampio raggio che toccarono tante discipline con particolare riguardo alla strutturistica chimica ( pubblicazione N° 1 in bibliografia riportata alla fine ), la scienza riuscì a trovare la strada giusta avendo individuato la relativa formula che fu resa nota a tutti attraverso le diverse pubblicazioni. Questi i veri motivi che mi hanno incoraggiato a tirare fuori le mie vecchie carte. Ora avendo potuto anche constatare che nel caso della recente pandemia la ricerca scientifica aveva prediletto la strada farmacologica per combattere il nemico quando già aveva raggiunto il polmone suo obbiettivo preferito, ed essendo pervenuti a risultati sempre più soddisfacenti con l’applicazione di qualche nuova molecola che, associata ad altre di vecchia conoscenza e senza tacere sull’aiuto dei provvedimenti restrittivi molto validi, al punto tale da ricevere un encomio dalla Comunità Europea sempre piuttosto stitica nei nostri confronti, mi è balenata l’idea che, anche se tra grandi difficoltà la strada da percorrere potesse essere quella di giocare in anticipo sul nemico, attaccando il covid 19 quando ancora è nel muco delle cellule epiteliali, quindi nella bocca, quindi prima del suo ingresso nella trachea. Questa idea avuta fin dal primo insorgere della pandemia mi ha spinto a riaprire i miei libri di biochimica, seguendo anche, per quanto mi è stato possibile, gli sviluppi della ricerche in atto chiedendo aiuto e lumi agli esperti, sempre perseverando nelle mie idee malgrado i primi scetticismi,
allorché dopo alcuni mesi, proprio a fine settembre, fui costretto a saltare dalla sedia per aver ricevuto notizia di una pubblicazione dalla quale risultava che un gruppo di studiosi napoletani, in collaborazione con altri colleghi della università di Cambrige, aveva accertato la presenza della proteina denominata”guanina skipe “, come costituente base di uno degli “artigli” del coronavirus ( pub. N °2 in bibliografia).
A giustifica di un tale sussulto passo subito ad illustrarne i vari motivi. Il primo: ho sempre creduto e mai (dico mai) dubitato della preparazione dei miei valorosi ed affettuosi colleghi napoletani del mio tempo, né delle loro scuole i cui frutti sono stati sempre evidenti, anche se proprio le possibilità di dialogo tra scuole diverse sono andate nel tempo ad esaurirsi per cause diverse non ultime quelle legate alle tante innovazioni apportate dalle più svariate riforme universitarie tanto care in specie ai vari ministri della “era berlusconiana”, volute da personaggi che avevano conosciuto le università forse soltanto in cartolina, ragion per cui è doveroso fermarsi. Il secondo motivo è dato da una realtà che induce ad avvalorare la mia tesi considerando (e ripeto), soltanto dal punto di vista chimico non facendo parte del gruppo dei tuttologi, una tesi che ho espresso con sempre maggiore convinzione proprio in analogia con una recentissima ricerca che ha portato l’attacco al covid 19 sfruttando la natura dei suoi tentacoli (siano essi di guanidina skjpe o di altre proteine affini), impiegando una sostanza che, sprovvista di effetti collaterali per l’organismo umano, ha permesso di imprigionare la molecola del virus nella bocca e quindi di bloccarne l’ingresso nelle vie respiratorie. Questo processo è ampiamente certificato dall’impiego con esito favorevole dell’acqua ossigenata come risulta dalla pubblicazione del Baker del luglio 2020 (N° 3 in bibliografia).
Infine la terza: facendo leva sulle relative formule e considerando i vari tipi di legami del carbonio, ardisco pensare che la sostanza capace di tanto potrebbe anche identificarsi con una vitamina dei gruppi B o D, o meglio ancora con uno dei tanti enzimi destinati nell’organismo umano alla trasformazione delle proteine complesse in molecole più semplici al fine di renderle più facilmente assimilabili. I lavori di riferimento citati, non disgiunti dalla valutazione dell’attività dei vari tipi di valenza del carbonio nelle molecole indicate, giocano a favore di questa soluzione che ha certamente bisogno di approfondimenti, di sperimentazioni, di attrezzature idonee, di personale altamente specializzato e di fiducia, unitamente all’augurio che un esito positivo possa rappresentare alla fine il successo di una strategia nuova che ha lottato con un nemico insidioso, anche munito dell’arma temibile delle “mutazioni“, cioè di quelle variazioni di struttura che hanno sempre costituito un serio ostacolo per il successo di una carta vincente che deve sempre partire, come ho sempre sostenuto, dal principio infallibile “che la miglior difesa è l’attacco”.
Avendo bene in mente poi i risultati ottenuti nella grande battaglia sull’amianto ai fini della eliminazione dei suoi innumerevoli prodotti (tutti accertati cancerogeni), presenti dovunque ed ancora oggi in attesa di sistemazione definitiva, una battaglia che conduco da oltre 25 anni in prima battuta con il concorso di valorosi colleghi oncologi ed ambientalisti e successivamente in qualità di componente dell’O.N.A. (Osservatorio Nazionale Amianto), risultati che fino ad oggi considero quanto mai negativi anche non potendo nascondere che qualche sporadica promessa, che apriva il cuore alla speranza, non è stata in seguito mantenuta e, nel mentre ricordo sempre sorridendo le facce “stranite” della controparte dinanzi ai diversi brevetti (tra i quali anche il mio, opportunamente ritirato), presentati e mai presi in esame, senza spiegarne il motivo, confesso che una critica negativa sul mio suggerimento attuale di una strategia nuova per combattere il covid 19 potrà solo farmi il solletico.
Continuando: pur volendo considerare come valida quella critica che mi aspetto e non potrà mancare sulla mia scarsa conoscenza delle più moderne ricerche, molte delle quali però segrete e quindi “non discutibili”,insieme ad altre non conosciute perché mai pubblicate, ritengo utile esprimere il mio parere contrario indicando solo alcuni dei motivi principali che vado ad elencare: sono ancora abbonato a qualche valida rivista scientifica che leggo volentieri e con passione, nel mentre ringrazio di cuore tutti coloro (personale ed ex-allievi i prevalenza ) che, per sanare i miei dubbi, mi sono stati vicino fino all’inizio dell’estate per la consultazione delle tante riviste esistenti all’Accademia delle Scienze, Lettere ed Arti, alla Accademia Pontaniana ed alla Società dei Naturalisti per la mia posizione di socio ordinario, senza poter e dover tacere sui rapporti personali con alcuni elementi di primo piano che da tempo negli U.S.A sono andati ad alimentare la nutrita categoria dei “cervelli in fuga”, restii a qualsiasi forma di ritorno anche se più volte bersagliati da un richiamo in patria che non si è mai verificato.
Confesso che proprio grazie a questi amici con i quali ho rapporti affettuosi ho appreso che, anche considerando qualche difficoltà economica connessa alla politica del presidente Trump, alcune Università all’avanguardia sono da qualche tempo al lavoro proprio nella ricerca che tanto mi appassiona , la qualcosa mi induce per lo meno a pensare,unitamente ai lavori recenti riportati, di non essere “un esaltato e sfrenato sognatore” se non addirittura uno sprovveduto temerario.
Per concludere essendo quanto mai evidente dall’analisi serena degli avvenimenti che viviamo con trepidazione giorno dopo giorno ed avendo presente l’indimenticabile quadro televisivo della folta schiera dei camion militari adibiti al trasporto” dei morti per pandemia” in fosse comuni, nell’essere grati innanzi tutto al personale sanitario in tutte le sue componenti, al governo, al comitato scientifico ed a tutti quelli che hanno imposto l’uso obbligato delle mascherine, il ricorso alla prigionia forzata conosciuta con il nome di “lockdown”, per ridurre i pericoli del “contagio “ (provvedimenti tanto validi da essere stati impiegati in tutti gli altri paesi dell’occidente colpiti dalla stessa pandemia), mi sembra doveroso riconoscere che, anche se solo in parte, hanno avuto il potere di combattere le proprietà diaboliche della “nuova molecola “quale nuovo pericoloso componente del nostro pianeta sempre molto disposto a mettere in discussione quel dono prezioso che è la vita. Per nulla abbagliati da questo successo bisogna ben ponderare purtroppo anche quest’altra verità che è in pieno svolgimento: nella seconda fase della guerra ritornata più aggressiva e complicata già in settembre dopo il breve e deleterio armistizio estivo, il temibile nemico ha adottato un cambio della sua “strategia”alla quale bisogna pur rispondere in maniera adeguata.
Da ciò la richiesta urgente di nuovi correttivi dovendo onestamente riconoscere che i vecchi provvedimenti, che hanno costituito anche la fortuna politica di qualcuno, anche se invocati, da soli non sono oggi assolutamente più sufficienti. La relativa conferma è fornita da una semplice osservazione : proprio i risultati positivi ottenuti nella prima ondata come abbiamo visto, rappresentano attualmente e fin dall’apparire della discussa seconda ondata del covid 19, l’oggetto di polemiche accese per non avere tenuto in debita considerazione il lato economico, la qualcosa ha recato disastrose conseguenze nel campo del lavoro ponendo in grande difficoltà in un numero molto elevato di famiglie soffocate da un deficit incolmabile, per cui le grandi città hanno visto scendere in piazza tutte le varie categorie interessate anche se molto spesso fomentate dai soliti elementi ben conosciuti che trovano “nel disastro economico” la ragione della ribellione che al contrario si propone ben altri fini. Poiché ogni giorno che passa, oltre ai numerosi morti, porta via una parte della nostra vita, occorre che il comitato scientifico riveda le sue posizioni, si orienti verso altre direzioni più redditizie forse anche arricchendo l’équipe di qualche altra grande mente specialista in strutturistica chimica che rappresenta la strada maestra da percorrere oggi che, all’apparire di maggiori difficoltà, mette ancora a più dura prova le singole convinzioni, le singole ideologie, le singole culture tutte valide e accettabili, da non considerarsi veri e propri dogmi, ma soltanto punti di vista alternativi che, per poter risultare convergenti, devono essere accompagnati dalla serenità di un dialogo costruttivo,cosa che molto spesso,almeno a giudicare da certi episodi, non è apparsa tale. A questo punto, nel mentre scrivo, mi sovviene una frase di madre Teresa di Calcutta che mi ha confortato tanto nei miei momenti difficili di crisi, che riporto : “a volte perdiamo la speranza e pensiamo che sia la fine, ma fermati un attimo e respira a fondo e ricordati : è solo un brutto periodo, che passerà!
Nell’aggiungere la mia” filosofia”che è quella di lasciare agli altri, senza rancore alcuno, la convinzione di essere i migliori, resta per me la certezza che nella vita si ha sempre il tempo di poter migliorare grazie allo studio che si avvale del grande potere della lettura che resta sempre valida sapendo scegliere “il libro giusto”, non esistendo altra tecnologia, sia anche la più avanzata, che possa sostituirlo. Ma questa è solo una mia personale opinione sempre nel pieno rispetto della nuova forma di cultura creata dalla tecnologia.
Considerando ora questo articolo uno degli ultimi, se non proprio l’ultimo, avrei deciso di ritirarmi in via definitiva da ogni attività, abbracciando volutamente un “lockdown spontaneo “che già sto praticando da qualche tempo prima ancora che mi venga imposto, trovandomi lontano dalla mia Napoli e, non certo per gravi motivi di salute che, per grazia divina, ancora mi assiste a perfezione soprattutto nella funzione cerebrale, con l’augurio di poter attendere ancora ai miei studi, questa volta al solo fine di apprendere e di riflettere e di essere possibilmente utile, senza avere voglia di criticare nessuno né di polemizzare. Intanto nel mentre mi accingo a varcare la soglia del 97 esimo anno,cercherò di vivere isolatamente (cosa che ho sempre detestato!), sempre più consapevole dei miei difetti continuando a sognare, per l’incapacità di sopportare questo mondo nuovo che, anche se avanzato nelle più sofisticate tecnologie grazie ad una evoluzione ritenuta del tutto anomala in tema di velocità, ha messo da parte i sentimenti più semplici, più dolci, l’amore per il prossimo, le ideologie più nobili, il valore della cultura (per non dire altro),il tutto molto lontano dal mio modo di concepire la vita, A tal fine cercherò di estraniarmi da questa era geologicamente definita “antropocenica” che si avvale fortemente della effimera esaltazione dell’uomo ricco e quindi potente,libero di agire contro ogni legge, padrone assoluto dell’universo, nel mentre “al contrario” il mio credo naturalistico mi consentirà ancora di vivere con umiltà ma non esente da ribellione al momento giusto, sempre più stregato con il trascorrere del tempo da una natura prodiga ed incompresa e, nel sentirmi sempre più sperduto nell’immensità di un universo sconfinato e sconosciuto, nell’aspirare alla tanto desiderata serenità, con commozione andrò alla ricerca di quella pace spirituale in compagnia del ricordo vivo di quel verso dell’infinito del Leopardi che mi impressionò tanto in qualità di studente di ginnasio inferiore (così si chiamava nel lontano passato l’attuale scuola media,verso che mi impressiona ancora oggi ), proprio perché “il naufragar mi è dolce in questo mare”.
P.S. Alla frequente domanda che mi viene rivolta in funzione della mia esperienza vissuta, che così si articola:” cambieremo le nostre abitudini dopo la vittoria certa della scienza sul covid 19 ? Nella incertezza rispondo con una massima di Socrate: “il segreto del cambiamento non è quello di sprecare la tua energia nel costruire il nuovo, bensì nel combattere il vecchio “. E questo mi appare molto difficile a meno che non venga rivisto da più parti, in particolare nel nostro paese, il concetto di libertà!
Bibliografia
(1) Anderson $ Stanley – Jorn Biolog, Chem. 139, 344 (1935 ).
(2) – Del Prete A. ed altri – Covid 19 : acqua ossigenata come misura anticontagio. Medicine infiction control & hospital epydemiology della Cambrige university ; IX -2020.
(3)- Baker T. C.B.D. may help avert lung destruction in covid 19. Healt & Medicine new releases research. July 16,2020.
RENATO SINNO
( già docente di Mineralogia alla Università di Napoli Federico II )