Circa vent’ anni fa sono stata in Birmania quando fu liberata Aung San Suu kyi , premio nobel per la pace, costretta con intervalli agli arresti domiciliari, icona della non violenza.
Lo scalo aereo piu’ importante e’ Yangon, ex capitale, la citta’ piu’ popolosa della nazione e’ piena di vita con tanti mercati colorati e le sue pagode. La piu’ famosa e’ la Shwedagon Paya, il santuario buddhista piu’ importante del paese, con una guglia dorata abbagliante con la luce del sole, capolavoro dell’arte buddista, dove i giovani vanno a passeggiare e a pregare. I fedeli fino a tarda sera meditano davanti le statue di Buddha.
I Birmani sono molto socievoli e spesso si incontrano monaci che rivolgono la parola ai turisti ripetendo a cantilena: “Se incontri qualcuno senza un sorriso, regalagli uno dei tuoi”.
Vale la pena alzarsi presto la mattina per una visita al mercato del pesce, viene organizzata la vendita all’ingrosso e al dettaglio. Il pescato, freschissimo, si trova in grandi quantita’ sui pavimenti dei capannoni. Sono tanti i mercati, vale una visita quello delle pietre preziose dove grossi rubini fanno bella mostra. Ricordo le passeggiate serali, nei quartieri cinesi dove, in totale contrasto con le zone birmane, fino a tarda notte c’e’ grande movimento, ristoranti e negozi aperti.
Naturalmente il mio viaggio organizzato mi porto’ finalmente a vedere i templi di Bagan, uno dei piu’ importanti siti archeologici per il mondo buddista, tappa obbligata, e’ un luogo magico(patrimonio dell’Unesco). In quaranta mila metri quadrati vi erano tredici mila templi, oggi solo 2. 500 sono ancora in piedi. Sono sparsi nella valle a perdita d’occhio, vestigia di un potente regno. Vi garantisco uno spettacolo meraviglioso specialmente all’alba o al tramonto. Bagan e’ anche famosa per i prodotti locali, come il legno di limone o murraya , da cui si estrae una crema profumata, la thanaka, che le donne e i bambini usano per il viso. Numerosi laboratori fabbricano e vendono lacche, oggetti tipici vengono prodotti con crini di cavallo o bambu’, modellati con la resina estratta da un particolare albero chiamato “albero della lacca”. Viene raccolta effettuando delle incisioni a forma di V nella corteccia. Da un albero di dieci anni si puo’ ottenere fino a 250 grammi di lacca. Viene usata su legno, carta, metallo, pelle e stoffa.
Dieci giorni furono pochi ma riuscii a vedere anche un mondo particolare, i villaggi galleggianti dove i barcaioli locali, remano con un piede e con l’altro mantengono l’equilibrio sulla barca. Il viaggio fu un po’ faticoso e senza tanti confort (un programma mozzafiato) che mi regalo’ tanta serenita’. Spero di tornare in questo meraviglioso paese.
Margherita Arancio
DAI UN PESCE A UN UOMO E LO NUTRIRAI PER UN GIORNO. INSEGNAGLI A PESCARE E LO NUTRIRAI PER TUTTA LA VITA.
Maestro Kong