
Non vi è alcun dubbio che sia stato l’uranio impoverito a causare la malattia che ha devastato la vita ad un giovane militare ammalatosi al rientro da missioni.
Il Militare è stato commilitone di Corrado Di Giacobbe che purtroppo non riuscì a superare la malattia e ci lasciò dopo poco.
Anche questo ragazzo è passato dalla “Tito Barak” di Sarajevo accanto alla quale era posizionato un intero container contenente bossoli di uranio impoverito raccolto sul territorio.
Non a caso la Tito Barak detiene il non invidiato primato di essere il luogo da dove son passati una buona parte di quei 7500 malati o 371 deceduti che si contano oggi tra il personale delle Forze Armate che ha operato all’estero.
Nonostante la consapevolezza che il peggio dovrà ancora venire, ed il rischio evidente sui teatri Iracheni e libici totalmente ignorato sulla linea di comando, il Ministero resta immobile di fronte al problema e continua a non fornire alcuna indicazione di sicurezza e tutela da consegnare agli uomini e donne che operano sullo scacchiere.
Non si contano più le centinaia di sentenze di condanna ottenute da Tartaglia e, nonostante tutto, nulla cambia.
Continueremo a seguire tutti i nostri assistiti così come al centro dei punti di studi dell’Osservatorio, insieme a “l’Altra metà della Divisa”, si discute e ci si confronta anche sui suicidi tra il personale altro argomento questo, che si preferisce nascondere e non affrontare.
Di questo ed altro ne parleremo martedì 4 febbraio presso la sala gruppi della Camera dei Deputati in via Campo Marzio 78 alle ore 10:30 dove, oltre all’avvocato Tartaglia saranno presenti il Presidente della IV Commissione d’inchiesta On. Scanu, l’On. Rossini autore di una risoluzione parlamentare in merito, la Dott. Rachele Magro studiosa del fenomeno suicidi e Vincenzo Riccio presidente della prima ed unica associazione in Italia composta di soli malati oncologici che hanno operato nei teatri operativi.