Dopo il caso Gulotta, accusato ingiustamente della strage di carabinieri della caserma di Alcamo Marina, vicino Trapani, Giuseppe Gulotta, per la quale ha scontato ventidue anni di detenzione, l’Avvocato Baldassare Lauria affronta un altro caso molto controverso che ha portato alla condanna all’ergastolo di Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte.
Lo fa con “Progetto Innocenti”, di cui è promotore, una Ong senza scopo di lucro che si interessa di errori giudiziari perché venga riaffermata la Giustizia.
Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte sono stati condannati per la strage di Piazza della Loggia di Brescia avvenuta il 28.5.1974.
Era un martedì mattina, quando una bomba, durante un comizio antifascista in piazza della Loggia a Brescia, provocò otto morti e oltre cento feriti.
Dopo cinque lunghi procedimenti e trascorsi 43 anni, la prima sezione penale della Cassazione, il 21 giugno 2017, per quella strage ha condannato in via definitiva Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte, appartenenti alla formazione neofascista Ordine Nuovo.
Secondo gli atti processuali, Carlo Maria Maggi, capo del gruppo neofascista Ordine nuovo nel Triveneto, nel corso di una riunione tenutasi tre giorni prima della strage, aveva detto ai camerati che bisognava proseguire nella strategia stragista iniziata nel 1969 in piazza Fontana, portando a termine un nuovo attentato, aggiungendo nel corso di una riunione successiva all’attentato di Piazza , della Loggia che quella strage non doveva rimanere un fatto isolato.
Maurizio Tramonte, giovane militante padovano di Ordine Nuovo, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, era allo stesso tempo informatore dei servizi segreti, la cosiddetta “fonte Tritone” che aveva ispirato la relazione del 6 luglio 1974, nella quale era riportato come Ordine nuovo, sciolto l’anno precedente, avesse ripreso clandestinamente le attività.
Informazioni, quelle di “Tritone”, che avrebbero permesso ai servizi militari di conoscere in diretta quanto stava avvenendo. Eppure, l’attentato venne portato a termine senza che la magistratura ne fosse informata.
Cosa accadde dunque?
Non bisogna dimenticare come nella sentenza d’Appello, che pur condanna Maggi e Tramonte, il giudice scrive che “altri parimenti responsabili hanno lasciato questo mondo o anche solo questo Paese, ponendo una pietra tombale sui troppi intrecci che hanno connotato la malavita anche istituzionale all’epoca delle bombe”.
Lo stesso procuratore generale della Cassazione, Alfredo Viola, ha affermato che si è trattato di un processo indiziario, complesso e che ci sono voluti anni per rimuovere gli effetti di indagini errate, o volutamente errate.
Una giusta condanna quella di Maggi e Tramonte, o visti gli “intrecci” e le indagini errate si corre il rischio dell’ennesima ingiusta condanna come risultato di una guerra segreta che ha visto la partecipazione di apparati istituzionali, nell’ottica di una strategia di accordi segreti internazionali?
“Progetto Innocenti”, che si ispira all’esperienza giuridica dei paesi a cultura anglosassone, ove esistono organizzazioni, come Innocence Project, che si battono per la riforma delle sentenze di condanna il cui eventuale errore giudiziario non è più riparabile, partendo dal principio che l’errore giudiziario fa male alla persona, fa male alla società e fa male allo Stato, affronterà questo nuovo caso perché venga fatta piena luce su una delle stragi più sanguinose ed oscure di quegli anni.
Gian J. Morici