Conte sì, Conte no… Vicepremier sì, vicepremier no… Ministero sì, ministero no…L’altalena infinita sulla quale stanno giocando i leader politici del Partito Democratico e del M5S.
Accuse, smentite, trattative infinite, per un gioco di poltrone che ha finito con lo stancare l’opinione pubblica e che, se non fosse per il ruolo istituzionale, porterebbe il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al più classico dei vaffa’… di grilliana memoria.
Mentre il “capitano” della Lega ha perso diversi punti percentuale di consensi, il “capo-politico” del M5S sembra volerlo inseguire nella sua caduta libera, resuscitandolo come Salvini ha fatto con i “cadaveri eccellenti” della cosiddetta sinistra italiana.
Da un diktat all’altro, da una resistenza all’altra, superato – almeno così sembra – lo scoglio della presidenza a Giuseppe Conte, ecco presentarsi quello del ruolo istituzionale di Di Maio nel nuovo esecutivo. Vicepremier, ministro dell’Interno o chissà cos’altro… Una trattativa che da ambo le parti (Pd-M5S) ha un’innegabile logica politica, purché non venga trasformata in un mercato delle vacche in un gioco al rialzo che finirebbe con il far perdere la pazienza anche ai santi.
Il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, potrebbe avere anche un suo personale interesse a far saltare la trattativa per andare alle urne. A prescindere dal risultato elettorale del partito, infatti, nuove elezioni permetterebbero a Zingaretti di farsi fuori un po’ di parlamentari dell’area renziana e sostituirli con quelli a lui fedeli.
Dopo l’ultima boutade di Di Maio sul voto su Rousseau entro la prossima settimana per stabilire se andare a un governo Pd-M5S, appare fin troppo evidente come anche il capetto politico del movimento stia tentando di far di tutto per fare saltare ogni possibilità di accordo.
Non si comprende infatti quale sia il senso del ricorso al voto su Rousseau dopo diversi giorni di trattative con il Pd e non prima, quando mancano poche ore alla decisione di Mattarella se dare mandato alla nascita di un nuovo governo o indire nuove elezioni.
Se Mattarella, stanco di questi giochini e di dover aspettare ancora una settimana per conoscere le decisioni del M5S, dovesse per questo motivo indire nuove elezioni, il movimento sarebbe proiettato verso una rovinosa caduta che lo porterebbe, quasi certamente, a sparire dal panorama politico.
Di Maio, quali interessi potrebbe avere in un ritorno alle urne? Escludendo il fatto che sia ancora aperto il doppio-forno con la Lega, così come in molti sospettano, non resta che l’egoismo di chi dopo aver fallito facendo da zerbino a Salvini nel precedente governo, oggi non può accettare di veder ridimenzionato il proprio ruolo. Rimane soltanto un’incognita: Di Maio è l’amante contesa, quello che il nuovo governo lo deciderà affidandosi al “pari o dispari”, al “bim… bum… bam” o a “testa o croce”, o è soltanto un poppante che la sorte ha catapultato in un ruolo di primo piano in un momento favorevole al M5S?
L’enigmatico articolo di Beppe Grillo, pubblicato sul suo blog, se riferito a Di Maio, lascerebbe pensare a un poppante egoista disposto a sacrificare il movimento e i risultati di questi mesi di governo.
“Ho incontrato Dio” – questo il titolo dell’articolo di Grillo. “Sbaglio oppure una delle paure più diffuse oggi in Italia è che lei torni in campo, signor Giuseppe? – prosegue Grillo -Lei è il lessico, il vocabolario, della politica e del paese a partire dal V-Day. Lei è effetto e causa perfettamente pesati dell’oggigiorno!
Senza vaffanculi in pratica non c’è sostanza e non si va da nessuna parte. Senza vaffanculi mancano nord e sud, est ed ovest caro Giuseppe! E lei cerca di rinchiudersi nel suo guscio sul mare…. E lei…. dovrà espiare, capisce quello che le dico Giuseppe? Si era messo sul suo palco trapiantato in una piazza a sbraitare di ladri ed economia, di un parlamento con più ladri che a Scampia! Non esistono ladri, non esiste economia, non esiste la democrazia e non c’è nessun Ovest. Esiste soltanto un unico, intrecciato, multivariato dominio dell’avidità… da cosa crede sia mosso il poppante che ciuccia? Dal bisogno forse? No quella è semplice, essenziale, naturale ed ecologica avidità. Lei ha voluto scambiare la sua sfiducia nell’amore incondizionato nella fiducia in un equilibrio mondiale alla faccia del secondo principio! […]Ora, faccia rientrare i vaffanculi signor Giuseppe, lasci che il mondo torni alle sue piccole diplomatiche faccende, smetta subito di interferire con le primordiali leggi della dicitura e lasci ad ognuno la sua mediocrità: a giocarci come il pongo, come un bimbo sulla spiaggia che stermina piccoli animaletti innocenti. Io ho scelto lei, signor Beppe, per diffondere questo panorama, questo feeling.
“Perché io?”
Ma perché lei è un artista signor Beppe, si occupa di entertainment, come la musica negli ascensori decide ogni giorno un motivetto. Ed io la restituirò a quel sistema di cui sbraita come un essere demoniaco appartenente alla mitologia con una sola pretesa, quella di diffondere questo Vangelo. Li lasci lì senza un linguaggio: che la Babele si scateni!”
A prescindere dal ruttino del bimbo, in serata, in ogni caso, il Presidente della Repubblica assumerà la sua decisione. Comunque vada, saremo rovinati, ma comunque vada, sarà un successo…
Gian J. Morici