Si è tenuta presso il Tribunale di Palermo l’ultima udienza del processo che vedeva imputati per diffamazione nei confronti dell’ex sindaco di Castelvetrano, Antonio Vaccarino, l’ex collaboratore di giustizia Vincenzo Calcara e il giornalista Gianfranco Criscenti, quest’ultimo non querelato direttamente da Vaccarino.
La vicenda trae origine da un articolo pubblicato dal Giornale di Sicilia il 23 dicembre 2010, in merito alla presentazione di un convegno tenutosi presso il teatro Selinus di Castelvetrano nell’ambito del progetto “Educhiamo alla legalità”, che vide la partecipazione, oltre che di Calcara, dell’allora procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia.
Il giudice monocratico di Palermo Maria Ciringione, per la pubblicazione dell’articolo, ha assolto dal reato di diffamazione sia il Calcara – difeso dall’avvocato marsalese Antonio Consentino – per il quale il pubblico ministero, per due diversi capi d’imputazione aveva chiesto un anno di reclusione e 500 euro di multa, che il Criscenti, che era difeso dall’avvocato Gioacchino Sbacchi.
Nel corso delle udienze che hanno preceduto la sentenza, non sono mancati momenti surreali, come quelli che hanno visto l’allora magistrato Antonio Ingroia attribuire la propria presenza al Teatro Selinus all’invito da parte del Criscenti che aveva organizzato l’evento e non per sostenere Vincenzo Calcara, rispetto la cui presenza, nel corso dell’udienza del 20 aprile, l’Ingroia ha dichiarato di aver avuto qualche perplessità in merito alla partecipazione del pentito nella qualità di “conferenziere”.
Dichiarazioni smentite in aula dallo stesso Criscenti, il quale a sua volta ha ricordato come fosse stato il magistrato a ritenere fosse opportuno sostenere l’ex collaboratore di giustizia, le cui propalazioni erano ritenute attendibili dall’Ingroia.
Oltre al giornalista Criscenti, lo stesso Calcara aveva smentito le dichiarazioni di Ingroia. Ma non sono mancate neppure le smentite tra Criscenti e Calcara, in particolare sul termine “doppiogiochista” utilizzato all’indirizzo di Vaccarino, attribuito da Calcara al Criscenti e non viceversa.
A questo proposito, va registrata la presa di posizione di Calcara che si meraviglia della presa di distanze nei suoi riguardi, sia da parte di Ingroia che di Criscenti.
Riguardo al giornalista, Calcara sostiene che era vero che Ingroia era a conoscenza della sua credibilità, ma Criscenti ha dimenticato che anche lui era convinto dell’attendibilità dell’ex pentito.
Calcara inoltre ha stigmatizzato i comportamenti del giornalista che anche in seguito ha continuato a mantenere una certa distanza dal pentito, pubblicando su Facebook un post con il quale afferma di essere stato assolto dall’accusa di diffamazione “però non dice che è stato assolto insieme a Vincenzo Calcara…assolto solo lui…lui che è il mio coimputato, siamo stati insieme assolti…non solo lui…io…e lui questo non lo dice…siamo stati assolti insieme perché insieme abbiamo scritto…”.
Nel corso dello stesso processo, Vincenzo Calcara ha anche riportato una condanna a 700 euro di multa per diffamazione in danno dell’ex sindaco Vaccarino, al quale è stato riconosciuto un risarcimento danni di 1500 euro, per alcuni post pubblicati su Facebook.
A seguito della sentenza, l’avvocato Antonio Consentino, dichiarandosi soddisfatto per l’assoluzione dal capo d’accusa che vedeva coimputati Calcara e Criscenti, ha annunciato che per la condanna riportata dal suo assistito per quanto pubblicato su Facebook, ricorrerà in appello rinunciando alla prescrizione.
A seguito di questa dichiarazione – ma anche per altri f atti già oggetto di denunce e querele di parte – c’è da aspettarsi nuovi pronunciamenti da parte dell’Autorità Giudiziaria. Si assisterà a ulteriori prese di distanze, clamorose smentite e momenti surreali come quelli vissuti nel corso di questo processo? Non ci resta che attendere…
Gian J. Morici