Si chiamava Ivan Autobello, aveva 32 anni e dalla Basilicata finì a Verona a fare il Volontario nelle Forze Armate. Quando si arruolò volontario sapeva che rischiava di saltare su una mina o ucciso da un cecchino o in uno scontro a fuoco, ma non poteva sapere che tra i suoi assassini ci sarebbero stati i suoi stessi Comandanti. Nessuno gli aveva detto che avrebbe rischiato di morire perchè andando in servizio all’estero, dove è stato esploso uranio impoverito, si rischia di ammalarsi e di morire. Non era sposato Ivan, lascia devastati i suoi genitori e la sua ragazza.
Nove mesi, non di più, nove mesi e poi la morte a seguito di un maledetto cancro contratto al ritorno da una missione estera. Lo incontrai all’inizio della malattia e ci lasciammo dicendoci che appena sarebbe stato meglio avremmo iniziato a seguire l’iter per il riconoscimento della causa di servizio, delle vittime del dovere e del risarcimento. Aveva bisogno di tempo, era andato all’estero perchè doveva pagare il mutuo.
Già, il sottile confine che separa il professionismo dal mercenarismo. Soldati sottopagati in servizio, con debiti costanti sulle spalle, sono merce che è sempre pronta per essere inviata all’estero. Fare dell’impiego all’estero una necessità per i nostri militari consente allo Stato maggiore della Difesa di continuare a tacere dei pericoli, anzi, consente di additare come nemici tutti coloro che osano parlare e dire la verità.
Con lo stesso criterio la commissione Parlamentare d’Inchiesta appena conclusa è stata additata come “nemica dei militari” solo perchè ha capito e dimostrato che i militari non sono tutelati. Si resta basiti nell’assistere al silenzio di tutti i partiti politici in campagna elettorale sul tema. Un silenzio assordante! Si parla di tutto e di più, si cerca di coinvolgere gli italiani su temi o battaglie a volte inesistenti ed anacronistiche.
E’ proprio vero, quando il sistema è in crisi si inventano delle crociate. Il tema dei morti per uranio impoverito non è una crociata ma una tremenda realtà e la miopia di una politica distante non vede, non sente e non ne parla! Siamo arrivati a 344 morti. Secondo voi, quando se ne accorgerà la politica?
Domenico Leggiero