Tratto dal romanzo “1717 – Un uomo qualunque”
Le difficoltà economiche:
Azionò l’interruttore della luce. Niente. La lampadina rimase spenta.
“Cazzo, mai che funzioni qualcosa… e poi sempre nel momento giusto, quando sono senza soldi…” – pensò Giorgio, prima di provare ad accendere la luce dell’altra stanza.
La stessa cosa. Gli avevano disattivato il contatore della luce. Non aveva pagato la bolletta. La casa era fredda.
Il getto dell’acqua, seppur lento, usciva dai piccoli fori, dandogli la possibilità di fare una doccia. Per potersi lavare, metteva un bidoncino sulla scala a forbice, dal quale usciva un pezzo di tubo di quelli del gas della cucina. Aveva posto una cordicella sulla vasca da bagno, al centro della quale aveva legato il tubo. Con la bocca, aspirava dal tubicino l’acqua – come si fa per prendere benzina dalla tanga dell’auto – fino a quando, per caduta, iniziava a scorrere da sola. A quel punto, inseriva all’estremità il filtro della caffettiera.
Con un po’ d’inventiva e battendo i denti per il freddo, riusciva a far la doccia prima di uscire da casa.
Stirare la biancheria era la cosa più difficile. Imparò a mettere magliette e maglioncini ancora zuppi d’acqua perfettamente a contatto con le piastrelle del bagno, alle quali rimanevano attaccate. Con le mani, le stirava in modo da togliere le pieghe. Una volta asciutte si staccavano da sole dalla parete e sembrava quasi che fossero state stirate. Certo, i tempi per asciugarsi erano piuttosto lunghi. Non poteva permettersi di cambiare la maglietta una o più volte al giorno come faceva prima e imparò a tenerle più giorni, stando attento affinché non si sporcassero troppo presto. Nessuno si accorgeva di nulla… (…)
Quando la notte faceva molto freddo, non potendo disporre neppure di una piccola stufa, provò a mettere del cellophane tra la coperta e il lenzuolo. Sperava così di non disperdere il calore corporeo. Imparò poi a mettere i fogli dei giornali al posto del cellophane. Tenevano caldo e non facevano sudare. In quelle condizioni, non poteva più invitare Elena ad andarlo a trovare a casa. La vedeva soltanto fuori. Per caricare la batteria del cellulare ricorreva alla biblioteca comunale o alla sede dell’associazione della quale faceva parte.
La 357 magnum era nel cassetto.
“Chiudiamo in bellezza”… acquista adesso o continua a leggere
Sinossi:
Giorgio Ricci si è appena lasciato con Silvia, la donna con la quale aveva una relazione da diversi anni. All’amarezza di un rapporto terminato dopo anni, si aggiunge un’accusa, ingiusta.
La vicenda è ambientata a Collearso, piccola cittadina siciliana di provincia.
Sangue, paure, sesso, giornalismo, spionaggio, sentimenti, cinismo, fragilità e adrenalina, sono gli ingredienti della vita di un uomo apparentemente normale, come potrebbe esserlo il vostro vicino di casa.
Rapporti umani, politica, corruzione, fallimenti economici, ma anche strani personaggi legati alla malavita locale, oltre soggetti come Jo, un americano legato al mondo dei servizi segreti americani, per un noir mediterraneo, nel quale è difficile distinguere il confine tra realtà e fantasia nelle storie di terrorismo, mafia, malapolitica, spionaggio, vissute in buona parte in una cittadina di provincia dal nome Collearso.