Dunque, secondo un “amico” (“dagli amici ci guardi Iddio”) con l’articolo di ieri “In virtù di nuove leggi chi perde voti acquista seggi” io ho scritto “una scemenza” e sono incorso in una “caduta di ingegno”, “un indulgere in atteggiamenti condivisi dalla canea dell’antipolitica….”.
Una scemenza? Può darsi benissimo. Ho sempre diffidato di quelli che sono convinti di non averne mai commesse e di non poterne commettere. Ma non mi sembra il caso.
Quanto alla “caduta d’ingegno”, espressione più originale che corretta, credo che, data l’età, ne avrò compiuto più d’una e altre e più significative (si fa per dire) ne dovrò compiere.
Devo dire solo che “cadute d’ingegno” possono averne solo quelli che un ingegno di un certo livello ce l’hanno. Gli altri ne sono esentati. Non c’è bisogno che faccia nomi ed esempi.
Sgombrato il campo dagli insulti di cui (entro certi limiti) può farsi a meno, dico subito che ho scritto che si sta dando mano ad una legge pessima, che, proprio perché “si dà mano” a farla, ancora non c’è. Ma, “dal mattino si vede la buona sera” e, anche perché io ho scritto soprattutto del metodo e dei non nascosti intendimenti di un po’ tutti i legislatori, mi pare fuori di luogo, oltre che arrogantemente gratuita. l’affermazione che “non so di quale legge si tratti”.
Quanto alla saccente affermazione che in tutta Europa non c’è paese, tranne la Romania, dove si votano i candidati e non le liste di partito, la topica dell’amico D’Anna è evidente. In Inghilterra da secoli si vota con l’“uninominale” cioè per “un” candidato, che, naturalmente, è proposto dall’uno o dall’altro partito.
E, poi, a sottolineare che la legge elettorale con la quale si è votato (e con la quale, guarda caso, è stato eletto il nostro amico) non garantisce la scelta del candidato da eleggere, non lo dico solo io. Lo ha detto proprio la Corte Costituzionale. E, guarda caso, nella presentazione che si fa del progetto base su cui i cosiddetti partiti si misureranno, si afferma che si è tenuto conto di tutto le altre censure della Consulta al “Porcellum” ma non a quella relativa alla mancanza di considerazione della volontà degli elettori di scegliere l’uno o l’altro dei candidati.
E poi: “negli altri paesi si vota il partito…”. Già ma in Italia, oltre non poter votare per scegliere tra i candidati, si vota per dei “cosi” che non sono reali partiti, ma sigle inventate per le elezioni.
Procedendo nella “caduta d’ingegno” aggiungo che, guarda caso, il nostro buon D’Anna Vincenzo risulta appartenere ad un “coso” denominato “Popolo e Territorio” di cui ignoravo persino l’esistenza e che gli elettori farebbero fatica, se qualcuno glie ne volesse proprio parlare, a ricordare il nome e la supposta esistenza. Altro che partito!
“Senza voti in Parlamento non entra nessuno”. Già, ma come? Accade infatti che “in virtù di nuove leggi, chi perde voti acquista seggi”. Un modo come un altro per entrare in Parlamento, comunque, “con i voti”, (anche quando calano) come dice D’Anna Vincenzo, aggiungendo che “il resto sono chiacchiere”.
Sarò caduto d’ingegno, ma affermare che conta solo che chi si manda in Parlamento abbia avuto un po’ di voti, magari dati ad un inesistente “Popolo e Territorio” mi sembra che, più che caduta d’ingegno è mancanza di raziocinio.
Dimenticavo: mi si accusa di “indulgere in atteggiamenti condivisi dalla canea dell’antipolitica”.
Io credo che bisogna dire e scrivere sempre ciò che la ragione, la storia, l’esperienza ci suggerisce.
Dire qualcosa di diverso “per non indulgere…etc. etc….” all’antipolitica che “dica” qualcosa di analogo è il peggior modo di affrontare i doveri della politica. E’, infatti un’autentica, inconcludente e pericolosa sciocchezza. “Una scemenza”, come direbbe l’onorevole amico D’Anna Vincenzo (di “Popolo e Territorio”).
Mauro Mellini