Modena ! La Modena di Guccini, la Modena di Vasco Rossi… La Modena delle donne italiane, dei primi consultori che nel ’77 l’amica ti accompagnava a farti prescrivere la pillola. La Modena della “Via lattea” per allattare dove pare a te nei negozi che ti accolgono. Modena da vivere, Modena rivoluzionaria borghese. Modena dove destra e sinistra alla fine facevano la stessa “vasca”, quelli del Molinari e quelli del Bar del Corso, quelli del Tassoni e del Wiligelmo e quelli del Muratori e del San Carlo. Scientifico contro Classico, Sinistra contro la destra e poi l’aperitivo assieme. Modena che si andava a ballare in periferia.
Questa è Modena, questo ed altro… Modena fatta di donne che non si lasciano fare. Di donne le cui nonne erano sulla Modena-Brennero durante la guerra.
Modena che, lo scopro solo oggi, ha dato nascita al semestrale “Fashion Gallery Modes” . Da quanto leggo su “Il Giornale” la direttrice Lidia Casari dice : “La moda islamica applicata all’Occidente è oggi un fenomeno globale in forte crescita “. Parla di integrazione delle minoranze la signora Casari ma leggo anche: “È una straordinaria occasione di reinventarsi per le piccole e medie realtà del territorio”. Per quale ragione bisognerebbe dare spazio alla “Modest Fashion”, l’abbigliamento rispettoso dei valori della cultura musulmana? Scrivo ormai dalla Francia, paese in teoria simbolo della laicità. Laicità che poi si dovrebbe essere capaci di applicare.
Leggo di cifre astronomiche legate alla “moda” musulmana, appurato che molte musulmane resistono ancora alla tentazione di velarsi dalla testa ai piedi, un’abitudine che si sta sviluppando ovunque quando i simboli religiosi dovrebbero restare più che discreti. Leggo di Fashion Gallery Modest che “si presenta come uno strumento per osservare l’evoluzione dei costumi delle comunità e delle società islamiche”.
Già la Nike ha appena annunciato la proposta, a partire dal 2018, di hijab per le atlete che portano il velo. Un pugno nello stomaco. Ma se lo stesso giorno ti accorgi che una delle culle del femminismo italiano cede in nome del dio denaro ed aiuta le donne a coprirsi dalla testa ai piedi ma alla “modaiola”… allora tutto cede. Tutta la strada fatta fino ad oggi.
A Bruxelles si parla dei diritti delle donne ad avere stipendio pari agli uomini mentre altri le coprono alla “modaiola”.
No! Neanche per rialzarci dalla crisi!
Luisa Pace