Ci è capitato tante volte in questi mesi, di accendere la tv, dopo una lunga giornata di lavoro, dopo ore di studio o di svago, o appena svegli la mattina. Accendere il televisore, e senza aspettarselo trovarsi davanti all’edizione straordinaria del tg. E’ successo tante volte recentemente, di trovarsi, senza aspettarselo, davanti a immagini scioccanti, che arrivano da una parte e dall’altra del mondo, ma soprattutto dalla nostra cara vecchia Europa. Parigi, Bruxelles, Nizza, città bellissime straziate dall’odio, le vite di tanti cittadini distrutte dalla follia del fondamentalismo islamico, la nostra stessa vita ora cambiata, non più al riparo da niente, che si chiede il perché, di tanto sangue innocente.
Gli attacchi agli aeroporti, agli hotel, ai teatri, abbiamo vissuto di tutto in questi mesi, come il barbaro e crudele attacco del 7 Gennaio 2015 al giornale satirico Charlie Hebdo, quando nemmeno la libertà di stampa è stata risparmiata dal tragico disegno criminale del fondamentalismo islamico. Tragedie che ci fanno riflettere, ci portano a farci tante domande, sul perché di tanta follia. Il fanatismo islamico, questa è la risposta che ci diamo, l’Isis è il nemico, una creatura nata e cresciuta per la sete di vendetta contro l’Occidente.
E’ l’unico responsabile di tutto ciò. Ma non è cosi. Siamo noi, l’Occidente, ad aver permesso tutto questo. Da parte di noi occidentali, e degli Stati Uniti in particolare, c’è sempre stato un atteggiamento ambiguo nei confronti dell’Islam radicale, dovuto al mutare degli interessi nella regione mediorientale. Negli anni 80’ l’amministrazione Reagan armava e sosteneva i talebani, considerati alleati degli Stati Uniti, contro l’espansione del comunismo e dell’influenza sovietica nella regione afghana.
Al Qaeda nasce in questo periodo, appoggiata dagli Stati Uniti. Dopo un periodo in cui (conseguente alla caduta delle torri gemelle) l’integralismo islamico era stato considerato come pericolo da sconfiggere, con la primavera araba gli Stati Uniti e l’Occidente sono tornati ad appoggiare i gruppi più estremi del fondamentalismo islamico, per contrastare e rovesciare i principali regimi dittatoriali di Libia, Egitto, e più recentemente, della Siria. L’appoggio e il sostegno anche militare fornito da europei e americani a gruppi islamici sanguinari contrari ai regimi (in virtù soprattutto di un interesse occidentale allo sfruttamento delle risorse petrolifere in Libia, e al controllo della Strategica area mediorientale per quanto riguarda Egitto e Siria), ha fatto in modo che tali gruppi si siano sempre più rinforzati.
Gruppi come Al Nustra, Fratelli Musulmani, e lo stesso Isis, hanno visto accrescere sensibilmente la loro forza e il loro potere distruttivo, grazie allo stesso Occidente. Ci troviamo adesso anche davanti al concreto pericolo di avere tanti affiliati, tanti seguaci del fanatismo islamico nelle nostre fila (per via di una immigrazione incontrollata negli anni e addirittura agevolata, proveniente in larga parte dai paesi arabi), pronti a colpire e mietere vittime. La colpa è solo nostra.
Vista la situazione creatasi, e consci delle proprie colpe nell’aver contribuito a tale scenario, per diversi politici occidentali è sicuramente meglio e molto più comodo far passare adesso la Russia come il vero nemico, quello spauracchio da combattere a ogni costo, per cui ammassare truppe e mezzi blindati proprio ai suoi confini, per cui effettuare mastodontiche esercitazioni militari con migliaia di soldati provenienti da quasi tutto l’occidente. Putin è il vero nemico. Poco importa se la Russia è stata la prima a iniziare una vera battaglia per sterminare L’Isis, poco importa se ancora oggi bombarda pesantemente il Califfato e libera pian piano le città conquistate. Poco importa se con la creazione e lo sviluppo di questa organizzazione terroristica non centra proprio niente, a differenza nostra. E’ Putin il vero pericolo.
Nel frattempo, comunque, per fortuna qualcosa è sembrato muoversi ugualmente sul fronte antiterrorismo. Il nostro Ministro Alfano ha espulso diversi sospetti affiliati all’Isis presenti nel nostro territorio, l’ultimo in ordine l’ex imam di Andria, il tunisino 49enne Hosni Hachemi Ben Hassen (recentemente c’era stata il 2 Agosto l’espulsione di Farouk Aftab, un pakistano di 26 anni, giocatore di cricket professionista, che voleva compiere un attentato all’aeroporto di Bergamo Orio al Serio; il 31 Luglio a Venezia era stato invece arrestato K.A., un turco di 23 anni, a cui le forze dell’ordine hanno sequestrato uno zaino contenente una grossa mannaia, alcune pietre, e diversi documenti falsi , anche lui era sospettato di preparare un attentato).
A fine 2015 si contavano circa 60 espulsioni dal nostro paese e arresti, oggi se ne contano oltre 100, più altri 100.000 sotto osservazione , in quanto possibili affiliati all’Isis. Anche le altre nazioni hanno deciso di intraprendere misure, e gli Stati Uniti, dopo mille ripensamenti e dietrofront sulla Siria, ora scendono in campo in Libia, mandando soldati di terra a combattere l’Isis. Noi occidentali sappiamo sbagliare, ma sappiamo anche certe volte reagire. Per sconfiggere e prevenire il terrorismo dovremo guardarci meglio in futuro dai nostri nemici, che possono essere presenti ovunque, ma dovremo guardarci anche dal nemico più grande, quello più pericoloso, quello che è causa di tutto. Noi stessi.
Graziano Dipace