“Serve un piano nazionale che tenga conto anzitutto delle risorse europee e, in secondo luogo, che metta insieme la mano destra e la mano sinistra. Le faccio un esempio: tra dissesto idrogeologico ed edilizia scolastica noi abbiamo molte scuole, forse intorno al 40%, che vanno riportate a norma, e interventi per edilizia residenziale pubblica intorno ai 4 miliardi che non vanno sotto la voce attività contro il terremoto per portare a norma antisismica edifici. Ne parlavo stamattina con il Presidente Renzi: va creata una cornice organica di prevenzione perché quando leggo titoli come “l’emergenza” mi trovano in totale disaccordo, mi fanno anzi bestemmiare perché quando si ripetono sette eventi sismici importanti, imponenti in pochissimi anni significa che non è emergenza ma rischia di essere purtroppo normalità.”
Così si è espresso a Radio 24 Riccardo NENCINI, viceministro infrastrutture e trasporti, intervenuto nello Speciale Terremoto condotto da Simone Spetia.
Al giornalista che gli domanda se intende realizzare un piano organico di messa in sicurezza che tenga conto tanto della parte sismica che del rischio idrogeologico, il ViceMinistro ha spiegato: “Quando il Presidente Renzi parla di Casa Italia non fa riferimento ad un’unica drammatica specificità. Nello scambio di battute che ho avuto stamattina, io lo interpreto comeun intervento organico dentro una cornice organica. Per dare stabilità a tutta una serie di fattori che rendono più fragile uno straordinario patrimonio che noi abbiamo, che è un patrimonio: paesaggistico, culturale, monumentale e artistico dietro al quale si nascondono le vite delle persone.”
“Nessuno venga a chiederci rispetto di una soglia del rigore per questi stanziamenti”
Su dove prendere i soldi per realizzare il piano nazionale di messa in sicurezza del territorio, il viceministro infrastrutture e trasporti Riccardo Nencini ha chiarito : “Ci sono quattro fonti principali: Banca Europea per gli investimenti, Fondi comunitari che sono già nelle nostre disponibilità, nuovi fondi comunitari sui quali nessuno venga a chiederci un rispetto di una soglia del rigore e poi ci sono i fondi nostri che già stanno affluendo dalle Regioni e dai Comuni. Queste sono le quattro fonti principali. Siccome ci sono state 350 – 400 scosse definite di assestamento, molte di queste tra l’altro robuste (4.3 e 4.9 della scala) queste hanno provocato ulteriori danni e quindi fare un censimento di spesa del valore del danno complessivo, oggi è decisamente troppo presto.”
A4 Simone Spetia che gli ha domandato se le spese saranno scorporate dal patto di stabilità e quali sono i tempi di attuazione del piano, il viceministro NENCINI ha risposto: “Quando parlavo di fuori dalla soglia del rigore, mi riferivo proprio a questo. Che nessuno presso la Commissione Europea o presso gli organi di vigilanza comunitari si ponga minimamente questo problema e ci faccia questa domanda in casi così drammatici. I primi fondi messi a disposizione, ovvero i 50 milioni stanziati per la situazione di emergenza dal Consiglio dei Ministri, sono l’emergenza dell’emergenza cioè il fare fronte all’emergenza di queste ore e dei primissimi giorni. Poi servirà un piano che sia organico per l’emergenza vera e quindi dentro metta anche la ricostruzione. Infine una cornice complessiva che riguardi il mondo della prevenzione”.